1. Il Primo Incontro

731 42 9
                                    

«Non andrò a quella stupida partita di Quidditch» avevo detto decisa ai miei migliori amici, i gemelli Weasley.
«Dài, scema, è la partita Grifondoro-Serpeverde, non vuoi vedere come colpisco quell'idiota di Malfoy con il bolide per farlo cadere dalla scopa?» aveva risposto Fred giocando con le onde dei miei capelli corti.
«Mi piacerebbe, ma no. Sono noiose e rischio di essere colpita da un bolide. Ricordate quella volta in cui mi stava per colpire? No, no e ancora no» avevo ripetuto ancora più sicura di prima.
Pensavo di potermi opporre alla loro decisione, speravo di poterlo fare, ma chi conosceva bene i gemelli Weasley sapeva che in un modo o in un altro avrebbero ottenuto ugualmente ciò che volevano. Nel mio caso, George mi aveva tappato la bocca con la sua grande mano per non far sentire le mie urla mentre Fred mi portava di peso verso il campo di Quidditch, non lasciandomi andar via.

Fu così che mi ritrovai a far il tifo per la mia "seconda casa" insieme ad Hermione, Neville e Ron.
Harry e Draco scattavano su per il cielo per poi arrivare a quasi un palmo di distanza dal terreno, poi scattavano a sinistra, poi a destra e poi nuovamente verso il cielo nel disperato tentativo di acchiappare il boccino d'oro. Mi meravigliavo ogni volta di più della loro capacità di trattenere il vomito dopo aver fatto tutte quelle capriole.
Hermione urlava il nome di Harry e la sua voce si faceva sempre più acuta ad ogni punto dei Grifondoro.

«Se non ti conoscessi ti darei della pazza scatenata, altro che topo di biblioteca» borbottai sbuffando.
Il quidditch non mi affascinava particolarmente: degli studenti muscolosi su delle scope volanti che tentavano di far passare una palla attraverso dei grandi cerchi mentre altre palle volanti sabotavano il loro gioco facendoli cadere e, spesso, mandandoli in infermeria.
Cosa c'era di interessante in tutto questo?

«Tom Riddle ha la pluffa e...» commentò Lee Jordan con tono seccato, ma non prestai ascolto a ciò che disse in seguito.
Mi sporsi per osservare meglio il ragazzo che sfrecciava con la scopa verso uno dei grandi anelli.
«Tom Riddle? Hermione, chi è questo ragazzo?» chiesi dando una gomitata all'amica alla mia sinistra.
Non ricevetti risposta.
«Hermione?» la richiamai guardandola dritto negli occhi
«Chi, lui? Non lo so» rispose distogliendo lo sguardo dal mio.
Sollevai un sopracciglio sospettosa «Hermione Granger che non sa qualcosa? Sputa il rospo o sarò costretta ad utilizzare il veritaserum» risposi incrociando le braccia al petto.
La mia migliore amica mi guardò, ogni traccia di entusiasmo era scomparso nel lucchio dei suoi occhi facendo spazio a uno sguardo severo, duro.
«Una persona da cui stare alla larga» rispose secca.
Raddrizzai la schiena, sorpresa da quella risposta evasiva.
«Sai che questi giochetti non funzionano con me, se non me lo dirai tu allora lo scoprirò da sola» risposi infastidita.
«Ti proibisco severamente di fare ricerche su quel ragazzo, Selene, non sono cose con cui giocare»
Sollevai in sopracciglio scettica «Me lo impedirai tu? Di madre ne ho già una, Hermione, non mi importa di ciò che dici».
Sentii un boato e in seguito la voce che tremava di entusiasmo di Lee che urlava «Harry Potter ha preso il boccino, Grifondoro vince!».

Approfittai del momento di distrazione di Hermione e della confusione generale per sgattaiolare via.
Ogni passo che facevo aumentava la mia rabbia. Sapevo che Hermione lo faceva per il mio bene, ma non ero una bambina.
Il mio cognome era Lowerage, il coraggio era ciò che caratterizzava la mia famiglia da anni e uno stupido ragazzo non mi faceva paura.
«Lowerage».
Mi immobilizzai sul posto quando sentii la voce di Piton alle mie spalle.
Avrei preferito incontrare anche Pix, il fantasma burlone, al posto del professore che mi odiava di più.
«Perché stai gironzolando tra i corridoi di Hogwarts mentre c'è in corso la partita di Quidditch?»
Mi voltai lentamente, incontrando lo sguardo cupo del professore più temuto.
«Il quidditch non è la mia priorità al momento, non lo è mai stato» risposi schiettamente «Mi chiedo perché lei non stia guardando la partita della sua casa, piuttosto».
Vidi lo sguardo di Piton farsi più duro, le folti sopracciglia aggrottate e gli occhi assottogliati in due fessure.
«Non devo dare delle spiegazioni a una strega mediocre come te» sibilò.
Il suo tono era tagliente, un palese tentativo di farmi spaventare e, quindi, rilevare le mie vere intenzioni.
«Suppongo che anche io non devo dare spiegazioni a un professore se non sto facendo nulla di male» risposi a tono.

Piton si avvicinò lentamente, a ogni passo le sue scarpe facevano un rumore fastidioso che rimbombava nel corridoio ampio e silenzioso.
«Modera i toni» disse senza distogliere lo sguardo «Dieci punti in meno a Corvonero per aver risposto con arroganza»
«Ma...» tentai di replicare, ma venni interrotta nuovamente dalla voce fastidiosa del professore di pozioni.
«Venti punti in meno».
Richiusi la bocca e mi limitai a borbottare «Le auguro una buona giornata» prima di sorpassarlo a denti stretti.
«Non le ho detto che poteva andar via, signorina Lowerage»
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, raccogliendo il coraggio che mi era rimasto nel mio corpo ormai stanco di lottare.
«Beh, tolga altri punti alla casa perché è ciò che sto facendo» risposi a tono prima di allontanarmi a passo veloce.
«Torni immediatamente indietro se non vuole che tolga cento punti per aver disobbedito».
«Selene, calmati» dissi a me stessa, cercando di non rispondere nuovamente male.
L'orgoglio mi diceva di andar via, ma volevo troppo bene ai miei compagni di casa, non potevo far perdere cento punti alla mia casa. Inoltre, il mio atto di ribellione non avrebbe portato a nulla: avrei perso molti punti e potevo solo alimentare l'odio del professore.
«Per quanto non mi garbi la tua presenza, non posso permetterti di lasciare la conversazione con la tua arroganza per poi raccontare ai tuoi amici della tua avventura, dipingendoti come un'eroina» mormorò girandomi attorno «Non ho mai visto una studente appartenente alla casa Corvonero così stupida, irresponsabile, arrogante e... Impertinente».
«Per fortuna non è lei a decidere. Fosse stato per lei, non avrei mai messo piede a Hogwarts. Per fortuna c'è gente che riconosce la mia dote» risposi a denti stretti «Può odiare la mia famiglia quanto le pare, non mi interessa. Lei non è tra le persone a cui voglio stare simpatica, la sua opinione la può tenere per sé».
Sentii dei passi alle mie spalle, segno che non eravamo più da soli.
Piton spostò lo sguardo dai miei occhi per guardare alle mie spalle con un'espressione disgustata.
«Non ho bisogno di essere di tuo gradimento per sentirmi appagato dalla vita».
Sorrisi furbamente. Non eravamo soli e Piton odiava ricevere le mie risposte di fronte ad altri.
«Come non è necessario riversare le sue frustrazioni su noi studenti»

Sentii un verso di stupore seguito dal mormorio di quello che sembrava essere un gruppo di studenti.
Piton mi riservò uno dei suoi peggiori sguardi, le sue narici si allargarono e per un momento pensai che potessero uscire delle fiamme fuori da esse.
«Mi avete davvero deluso oggi» disse cambiando discorso.
Solo in quel momento mi voltai e mi accorso che, alle mie spalle, c'era l'intera squadra Serpeverde e, proprio davanti a tutti gli studenti dall'espressione amareggiata, c'erano Tom Riddle e Draco Malfoy.

Mi soffermai a guardare il viso dai lineamenti duri a causa della rabbia di Riddle. Le sue labbra erano rosse mentre i suoi denti perfettamente bianchi mordevano il labbro inferiore facendolo sanguinare, gli occhi verdi sembravano essere ipnotici, la pelle era chiara e lucida a causa del sudore mentre i capelli mossi erano disordinati.
Fu il primo a parlare.
«Avevo detto che non era una buona idea inserire Malfoy nella squadra, professore. Per quanto mi dispiaccia dirlo, Malfoy non può competere con Harry Potter» la sua voce risuonò nel corridoio.
Spostai lo sguardo su Draco che, mortificato, aveva rivolto tutta la sua attenzione al pavimento.
«Non è un comportamento da ragazzo della tua età addossare tutte le colpe a Draco» lo riprese Piton.
«Si chiama essere realisti» mi intromisi, facendo ricadere nuovamente tutta l'attenzione su di me.
«Nessuno ha chiesto il tuo parere, sanguemarcio» ringhiò Draco.
Sollevai un sopracciglio divertita sapendo di aver ferito Draco con la mia frase, sapeva che avevo ragione.
«Sono proprio come te caro Draco, anche provengo da una stirpe di maghi, ma differenza tua io non sono viziata» risposi a tono «Scommetto che ora andrai a parlare con tuo padre di quanto Potter ti dia sui nervi e quanto è stato frustrante perdere le la terza volta di seguito contro un ragazzo che non ha nemmeno i genitori in vita».
«Le consiglio di andar via a meno che non voglia che tolga cento punti alla sua casa» disse Piton infastidito.
Guardai un'ultima volta Riddle dalla testa ai piedi prima di voltare le spalle e andar via.
Lui era il mio nuovo mistero da scoprire e solo un luogo poteva darmi le risposte che cercavo: la biblioteca.

//spazio autrice

Buon pomeriggio! Questo è il primo capitolo, spero vi sia piaciuto :)

Who Are You? || Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora