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quando jimin aprì gli occhi era buio, non riusciva a vedere l'orologio sulla parete della casa di yoongi, ma vedeva benissimo la faccia ancora addormentata di quest'ultimo. jimin lo guardò per due minuti e poi prese la decisione più importante della sua vita fino a quel momento. non voleva che il padre conoscesse yoongi e soprattutto non voleva che lo picchiasse. lentamente si alzò e mise un cuscino tra le braccia del maggiore per non farlo svegliare troppo presto per la mancanza del suo peso. si cambiò velocemente e indossò una felpa del maggiore, giusto per sentire il suo odore che l'avrebbe aiutato a compiere questo gesto coraggioso. dopo 2 anni si era deciso, soprattutto grazie a yoongi, avrebbe denunciato il padre, ma l'avrebbe fatto da solo, non poteva permettersi che succedesse qualcosa a yoongi. una volta cambiato uscì di casa facendo più piano possibile, erano le 20:47 quando chiuse il portone della casa. sentiva i brividi che percorrevano la sua schiena, soprattutto dopo aver controllato tutte le notifiche del suo celulare. aveva più di 300 chiamate perse tra i suoi genitori, suo fratello e i suoi miggliori amici. per non parlare dei messaggi, quelli erano davvero tantissimi, ma l'unico che lesse fu quello da parte del fratello che diceva

 "hyung dove sei? mamma piange da tutto il giorno e papà è davvero arrabbiato. ho paura ti prego torna o almeno dimmi se stai bene". 

jimin voleva piangere, ma doveva essere forte, spense il telefono e lo mise in tasca incominciando a correre più velocemente possibile verso la prima stazione di polizia possibile. corse per una ventina di minuti, non si sentiva più le gambe, aveva il fiatone e a malapena riusciva a parlare quando entrò nell'edificio. una volta dentro si rilassò e cadde in ginocchio al suolo, due agenti che erano lì si precipitarono da lui  chiedendoli cosa stesse succedendo. jimin alzò lo sguardo e vide due ragazzi in divisa poco più grandi di lui e sorrise

Jm- ho...ho bisogno...d'aiuto... perfavore. devo salvare le persone che amo...-

jimin continuava ad ansimare, ma i due agenti lo presero di peso e lo fecero sedere su una sedia  e gli diedero un bicchiere d'acqua.

X-come ti chiami ragazzo?-

Jm-jimin signore-

X- oh no non chiamarmi così, io sono l'agente namjoon e lui è l'agente seokjin... cosa ti porta qui a queat'ora? da chi devi salvare le persone che ami? raccontaci tutto ti aiuteremo-

jimin li guardò, prese un grosso respiro e iniziò a raccontare agli agenti tutta la storia, dalla sua famiglia che sembrava perfetta, al primo schiaffo dovuto all'iscrizione al corso di danza, alla prima volta che l'aveva picchiato seriamente a causa dei succhiotti fino ai giorni precedenti dove si fingeva un altra persona davanti a suo padre per non farlo arrabbiare, e soprattutto fece vedere tutti i messaggi sul suo telefono. mentre i due poliziotti stavano salvando tutti i messaggi per avere delle prove, sul telefono dell'arancione arrivarono 4 nuovi messaggi, tutti di fila, tutti dallo stesso numero, salvato con il nome di "sun".

Nj- jimin ti sono arrivati dei messaggi da parte di un certo sun-

jimin corse subito al telefono, yoongi si era svegliato, non era il momento adatto, no per nulla. i messaggi erano 

"jimin dove sei?" "jimin cazzo dimmi che stai bene" "ti prego dimmi che non sei tornato a casa..." "sto venendo a casa tua... cazzo jimin rispondi"

jimin sussultò all'ultimo messaggio. no non poteva succedere, doveva fermarlo. provò a chiamarlo ma non rispondeva, lo chiamò più volte ma nulla

Jm-dobbiamo andare a casa mia vi prego. mio padre gli farà sicuramente del male... vi prego facciamo presto-

i due si guardarono e annuirono, presero del pistole per precauzione e fecero segno a jimin di seguirli in macchina. il viaggio fu un mix di indicazioni e singhiozzi che uscivano tutti dalla bocca di jimin.







talking to the moon ~yoonmin~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora