Le iridi azzurre di Abel schizzavano da destra verso sinistra e viceversa in un movimento nevrotico, leggendo e rileggendo i fogli che teneva tra le mani. Intorno a lui, disposti intorno al tavolo del salotto, i suoi familiari stavano in silenzio a osservarlo, eccetto le due più giovani: Amanda e Berenice. Le fanciulline, di soli dodici e tredici anni, mangiavano avidamente la colazione, disinteressate da qualsiasi questione importante. A dire il vero c'era un terzo elemento preda degli appetiti, il cui sguardo era perso in ricordi e pensieri assai più eccitanti di conti e numeri; Angust non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo sognante di Noah quando, di tutta fretta, aveva abbandonato casa Hamilton con la promessa di ritornare due giorni dopo. Non aveva avuto il tempo di domandargli cosa lui e Camille avessero combinato all'interno dello studio e la sensazione di una possibile infatuazione tra i due gli provocava un tremendo prurito al naso, un tic nervoso che si portava dietro fin dalla fanciullezza.-Dobbiamo perdere tutto il giorno, fratello? Ho questioni più importanti di cui occuparmi.- Disse Camille incrociando le braccia sotto i seni.
Le orecchie di Angust si fecero attente.
-Immagino che le questioni riguardino un aitante giovane che si è intrufolato in casa nostra di nascosto.- Tutti si voltarono a guardarlo, perfino Abel abbassò i fogli e lo fissò per diversi secondi. Angust iniziò a ridere. -Scherzavo!-
Mugugni di dissenso si levarono tra i presenti e poco dopo ognuno prese a parlare del più e del meno, rifocillarsi o leggere un libro come nel caso di Jane. Abituati com'erano alle continue battute di pessimo gusto del maggiore non si accorsero degli sguardi di sfida che i diretti interessati si rivolsero.
Abel, prima di riprendere la lettura dei suoi giornali, si soffermò sul volto ovale del fratello. La palpebra sinistra, gonfia e brutta alla vista, era contornata da un alone violaceo.
-Cosa avete fatto all'occhio?-
Angust non abbassò lo sguardo, riflettendo sulla risposta da dare.
-Mi avete dato dell'effemminato così mi sono comportato da vero uomo.-
Il maggiore non fu affatto soddisfatto della rapidità con la quale il secondo aveva liquidato la questione ma il tempo incalzava e lui doveva fare un annuncio importante.
-Ritorneremo sulla questione oggi pomeriggio nel mio studio. Adesso... sorelle, fratelli, vi ho riuniti a quest'ora del mattino per comunicarvi le mie decisioni su come gestiremo questa stagione e il debutto di Jane. Honor, voi andrete nei nostri possedimenti in campagna, porterete alcuni gioielli che cambierete con dei soldi in tre città differenti e vi occuperete di dividerli tra i nostri braccianti e, al ritorno, a coloro con cui abbiamo contratto debito, nonostante siano pochi questo anticipo li calmerà per alcune settimane... spero. Marius, voi andrete da un mio caro amico a Parigi con una lettera di presentazione scritta di mio pugno, diremo che entrambi siete partiti per il vostro gran tour*.-
Honor balzò in piedi, aveva tutto l'aspetto di un cucciolo di montone in procinto di incornare il suo pastore.
-Non ha alcun senso allontanarci dalla civiltà! Io mi oppo...-
-Avervi qui significa comprare abiti nuovi per i balli e i picnic e non sia mai vi venga la felice idea di corteggiare qualche fanciulla. I pochi soldi di cui disponiamo saranno investiti su Camille e Jane. Voi non siete di nessuna utilità al momento.-
Angust scoppiò in una fragorosa risata.
-La vostra delicatezza è ammirevole!-
-Oh, lo so bene. Con altrettanta dolcezza vi dico di ridere di meno, oggi io, voi e le nostre debuttanti impiegheremo il nostro tempo nella magica arte del cucito.-
Angust, Jane e Camille risposero in coro:
-Come prego?-
-Comprare solo la stoffa costa di meno, Miss. Williams è ormai una delle pochissime domestiche di casa, oltre a svolgere le mansioni di cuoca e governante, da oggi sarà anche la nostra modista. Ho dovuto licenziare buona parte della servitù.-
Con gli stessi modi meccanici con cui parlò Abel si alzò in piedi e, preso un pasticcino dal tavolo, si allontanò in direzione della porta.
-Non voglio scenate, repliche o capricci. Angust, mi riferisco principalmente a voi.-
Senza aggiungere altro sparì oltre la porta.
*
Spilli, aghi, nastri e pizzi. Il salotto di villa Hamilton era stato messo a soqquadro, non c'era poltrona in cui non era stato gettato un pezzo di stoffa o attrezzi da cucito. Le due signorine di casa stavano in piedi al centro di quel caos mentre Abel e Angust le infilzavano con gli spilli nel vano tentativo di creare qualcosa di vagamente simile a un vestito.-Haia!- strillò Camille. -Dove diavolo è Miss Williams?-
Angust la punzecchiò ancora, questa volta intenzionalmente.
-La sorella si è ammalata, ha chiesto un giorno libero. Da alcune settimane è carica di lavoro come un mulo.- Rispose Abel. -Cosa che di certo non importa a nessuno di voi tre.-
-No che non mi importa, lei dovrebbe...-
La ragazza non poté terminare la frase. Alle spalle di Abel, oltre la finestra che dava sul giardino, vide la figura di Noah agitare le braccia in aria per attirare la sua attenzione. La bocca di Camille si spalancò per lo stupore e, vedendola in tale stato di sconcerto, Angust spostò lo sguardo verso l'oggetto di tanto stupore. Anche il fratello rischiò che la mascella gli si staccasse dal volto. Noah, tuttavia, si limitò a sorridere e sparì dalla loro vista. Qualcuno suonò il batacchio affisso al portone.
-Magnifico, adesso chi aprirà la porta?-
-Smettila, Angust.- Lo rimproverò Abel. -Non è affatto divertente.-
Nonostante il rimprovero nessuno si alzò.
-Prima o poi andrà via.-
-O forse... no!-
I colpi sul legno continuarono. Allorché Jane si mise in piedi.
-Non è una vergogna aver concesso un giorno libero a una domestica, andrò io.-
-Sei impazzita? Sta ferma al tuo posto.-
La ragazza si torturò le dita, impaziente di andare a aprire. Senza dire una parola corse verso la porta e ignorando il fratello che le sbraitava dietro aprì. Con sua grande gioia si ritrovò davanti il suo maestro di musica ma l'uomo, al posto dei soliti spartiti sotto braccio, stringeva tra le dita le spalle di un giovane dai capelli biondi e spettinati.
-Miss Jane Hamilton, ho trovato questo furfante aggirarsi con aria sospetta nel vostro giardino.-
Il marchese Hamilton rimase impietrito dietro la sorella mentre Camille e Angust si precipitarono sull'uscio spintonandosi durante il tragitto.
-E voi chi siete?-
Noah, prima di rispondere, posò lo sguardo alle spalle di Mr. Hamilton.
-Buon Dio, amico mio, cosa avete all'occhio?-
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Gli Hamilton- Camille
RomanceNoah Harris proviene da una famiglia di mercanti, ha sempre sognato una vita avventurosa e sfarzi da far invidia e, contro ogni aspettativa, un giorno riceve una cospicua eredità da un lontano zio che non sapeva di avere. Camille Hamilton è invece u...