Capitolo 2 - Non Sono Bravo A Parlare Con Le Persone

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Ok, sí, ci siamo... Se non sbaglio dovrebbe essere cosí... Il quadrato di binomio si calcola moltiplicando il primo termine per se stesso ed il secondo per se stesso e poi sommando il prodotto dei due termini... No, era il doppio prodotto? No, non é vero, quello é relativo alla somma per differenza... Quindi si calcola senza doppio prodotto... Però il risultato non mi viene giusto... Cos'avrò sbagliato? No, forse non era questo il procedimento... Ma allora qual era? Ah ma che rabbia!! A che pagina venivano spiegati i prodotti notevoli? Ah, giusto, ma questo era il programma di matematica dell'anno scorso... Ma perché non mi viene in mente come si fa? Avevo pure preso un bel voto nella verifica... Non é cosí difficile, dai concentrati! Fra mezz'ora devi andare all'allenamento!! Se continui a questa velocità non riuscirai mai a finire tutti gli esercizi!!... Boh niente, ci rinuncio non riesco proprio a farli, non ho la testa... Mi metto a giocare un po' alla console? In realtà non ne ho neanche voglia... E allora cosa faccio? Potrei andare prima all'allenamento e riscaldarmi? No, non é da me, chi c'ha voglia... Troppa energia sprecata...
Sono esausto e per nulla concentrato sulle espressioni che devo fare. In realtà non è che oggi abbia fatto qualcosa di particolare, però sono stanco mentalmente, non riesco proprio a concentrarmi. La mia mente continua a viaggiare altrove. È da mercoledì che continuo a pensarci. Perché Kuroo è stato cosí gentile con me, anche se non ci conoscevamo ancora? Continuo a rivedermi davanti i suoi occhi colpiti dalla luce dei lampioni, a sentirmi la sua presa calda e solida...
Mi butto sul letto. Un attimo solo e poi mi preparo la borsa da pallavolo e parto anche un po' prima per andare all'allenamento, non fa niente: le espressioni posso farle anche domani. Ma adesso ho bisogno di riposarmi due secondi e di riordinare le idee. Mi sdraio sulla schiena con i piedi che penzolano giú dal materasso e guardo il soffitto. La mia camera, rispetto a tutta la casa, è relativamente grande, con una bella finestra che si trova direttamente davanti alla porta e che illumina tutta la stanza. Le pareti sono bianche: data la piccolezza della nostra casa, la mamma ha deciso di tingere tutti i muri con colori chiari, per dare un'impressione di maggiore grandezza. Poi c'è un armadio con i miei vestiti, alcuni scaffali con libri, CD, DVD e giochi per la console e alcune foto. Niente di che, in realtà. Però la foto della squadra delle medie attaccata alla parete mi è sempre piaciuta. Mi guardo e sembro felice, ho una sorta di sorriso, cosa che certo non è mia abitudine.
Continuo a pensare a lui. Ma perché mi interessa tanto sapere cosa pensa lui di me? Perché anche se cerco di distogliere la mia attenzione da Kuroo, mi viene sempre in mente? Basta! Non ha senso. Tanto oggi arriverò all'allenamento e non mi tratterà in nessun modo particolare, quindi farei meglio ad evitare di pensarci su... Però nessuno mi ha mai trattato cosí... Non sono bravo a parlare con le persone e non voglio interagire con loro. Ma sono comunque basito perché sono sempre molto attento a ciò che gli altri fanno e a cosa loro possono pensare di me: ormai mi sono abituato a ragionare sui comportamenti degli altri, è una sorta di hobby. Spesso indovino la prossima mossa di una persona in base al suo modo di parlare, di pensare, di comportarsi. Proprio perché sono timido, tendo ad isolarmi dagli altri ed a osservarli piú da lontano. È anche per questo che sono abbastanza bravo nella pallavolo: intuisco la prossima mossa dell'avversario e cosí riesco a fregarlo sul tempo. E questo è anche dovuto al fatto che ormai capisco in fretta gli algoritmi dei giochi online e a superare cosí gli ostacoli velocemente: i ragionamenti umani seguono sempre gli stessi algoritmi. Però davvero, Kuroo non rientra in nessuno degli schemi che avevo ideato nel tempo. Non ho idea di come potrebbe comportarsi: le mie idee sul suo atteggiamento cambiano continuamente e passano da un vertice all'altro delle possibilità. Ma che ore sono? Guardo pigramente l'orologio rosso girando il polso sinistro. Oddio, sono già le 5.35 del pomeriggio!! Com'é possibile che é già passato cosí tanto tempo? Eppure mi sembrava di essermi appena sdraiato! Salto giú dal letto e afferro il borsone. Prendo la borraccia e corro di sotto, in cucina, per riempirmela di acqua fresca. Sono un po' agitato perché ho paura di arrivare in ritardo al secondo allenamento -anche se teoricamente non é ancora troppo tardi e penso di arrivare comunque in orario- e nel frattempo mi bagno la maglia. Al diavolo! Perché ho perso tempo a pensare a cose inutili? Corro di nuovo di sopra a prendere una maglia e me la cambio in fretta. Prendo ancora le chiavi appese appena di fianco alla porta e poi esco finalmenete di casa. La mamma oggi arriva piú tardi del solito da scuola, perché questo pomeriggio aveva un collegio dei docenti che finisce verso le 18. Il papà, invece, lavora in ufficio e arriva sempre tardi, verso le 7 di sera, quindi passiamo poco tempo insieme e difficilmente sono a casa mentre c'é lui.
Sono le 17.40, quindi non sono ancora in ritardo, perché oggi l'allenamento si fa alla palestra "ufficiale" che si trova abbastanza vicino a casa mia. Se cammino velocemente dovrei esserci in 10 minuti, mentre di solito ce ne metterei 15. Il problema è che so dove si trova la palestra, perché è una delle palestre piú rinomate del luogo: é grande e spesso qui si allena anche la squadra di serie B; però la conosco solo da fuori, non sono mai entrato e mi sarebbe piaciuto avere il tempo necessario a capire un po' com'é fatta e a trovare lo spoiatoio della mia nuova squadra. Peccato che a volte la concezione del tempo gioca cattivi scherzi...

C'é un uomo con la tuta della società al bancone del bar che si trova a destra dell'entrata della palestra. L'unica cosa che posso fare ora è confidare nel fatto che sappia indicarmi dove andare. "Scusi, dove si trova lo spogliatoio per l'under 19 di pallavolo?" "Buongiorno giovanotto! Sei nuovo qui? Guarda, devi camminare davanti a te, poi al primo corridoio girare a destra, passare le due porte che ti trovi di fianco, prendere il secondo corridoio sulla sinistra ed il primo spogliatoio che ti trovi dopo lo stanzino, ecco, quello è lo spoiatoio dell'under 19" "Emm, ok, grazie mille". Mi sono già perso, prima di provare a capire da che parte devo andare. Non sono affatto abituato a frequentare una palestra cosí grande! "Ciao Yagico!" "Ciao Kuroo! Hai l'allenamento, adesso, giusto?". Non ci credo. Non é davvero il Kuroo che penso io, vero? No, non é possibile, cosa vado a immaginarmi... Mi giro a guardare alle mie spalle, per vedere la figura che ha parlato con il barista e convincermi di essermi sbagliato. E invece non mi sbaglio. "Ehi, ciao Kenma! Come stai?". Kuroo sorride mentre cammina verso di me. In un attimo mi raggiunge. "Non sei mai stato in questa palestra, vero? Tranquillo, io sono già venuto parecchie volte, so dove si trova il nostro spogliatoio, seguimi". Stupidamente per un attimo ho pensato che mi prendesse per mano, come aveva fatto l'altra volta... Kuroo è completamente agli antipodi rispetto a me. E poi quasi nessuno mi rivolge la parola spontaneamente quando non è necessario, mentre lui sembra farlo con facilità, come se gli facesse anche piacere.
La palestra è davvero grande ed ha un sacco di stanze differenti. Ce ne sono alcune da ricevimento, altre con prodotti da pulizia, magazzini con palle da gioco, magliette e tute della società, piccole infermerie e ovviamente diversi spoiatoi. E adesso capisco perché é una delle palestre piú importanti della città. È davvero enorme.
Mancano ancora 5 minuti all'inizio del riscaldamento.

Ce l'abbiamo fatta. Finalmente siamo sul campo disposti in cerchio e l'allenatore ci sta spiegando come svolgeremo l'allenamento. Non siamo arrivati in ritardo, erano le 18 spaccate quando abbiamo passato la porta della palestra. Però, Kuroo era già cambiato per giocare a pallavolo, in teoria sarebbe potuto andare in palestra, senza aspettarmi. Invece, no. È rimasto, finché non ero pronto io. Penso che Kuroo rimarrà sempre un mistero per me. Nessuno schema, nessun algoritmo. È come se facesse tutto in base a ciò che gli va di fare, e non penso che gli interessi molto di quello che le persone pensino di lui. Il suo è un modo di vivere particolare. Sì, mi mette in suggestione...

"Ehi, Kenma, vai a casa a piedi, vero?" Kuroo cammina verso di me felice. Ma che domanda é? Cosa gli interessa? "Sí, perché?" gli rispondo svogliatamente "Posso accompagnarti a casa?". Ehhh? Molto diretto, devo dire. "No, grazie, non c'é bisogno". Non è che non ce ne sia bisogno, è che proprio non voglio. Perché dovrebbe venire con me? A casa mia ci so tornare da solo. "Ma ti andrebbe se ti accompagnassi? Non é troppo buio per i tuoi occhi?". Kuroo adesso mi tocca la spalla sinistra con la mano. Mi sento improvvisamente nervoso. Perché continua a toccarmi? Toccare le persone per me è un gesto forte. Non puoi conoscere una persona e toccarla come se niente fosse! E poi, non sono mica cieco! Siamo in città, la situazione è diversa da mercoledì, la strada è tutta bene illuminata, ci vedo.
Non so cosa mi stia succedendo. In un secondo, perdo il completo controllo di me stesso. "Lasciami in pace, Kuroo!". Lo urlo. Non ho quasi mai urlato in vita mia. Con una brusca scrollata della spalla gli spingo la mano via da me e me ne vado. Non giro la testa indietro, ma me lo immagino. Kuroo deve essere rimasto di stucco, davanti alla palestra. Fermo, confuso, offeso, triste. Non mi interessa. Forse sarebbe stato meglio per lui non rivolgermi proprio la parola. Non sono bravo a parlare con le persone e non voglio interagire con loro. Non ne posso niente, io.

"Ciao Kenma! Com'é andato l'allenamento?". La mamma è felice. Un po' mi dispiace stroncare la sua felicità, ma non sono affatto dell'umore adatto. Non le rispondo. Già non parlo molto per conto mio, figuriamoci adesso. Salgo di sopra ed entro in camera mia. Mi butto letteralmente sul letto, direttamente cosí come sono. E piango. Piango come penso di non averlo mai fatto. Il mio cuscino si bagna in un attimo e diventa caldo. Mi fa dannatamente ricordare il calore della mano di Kuroo. Che cavolo! Ma com'é possibile? Piango finché smaltisco tutta l'acqua che avevo reintegrato dopo l'allenamento. E poi mi addormento. Penso che ormai siano passate alcune ore da quando mi sono sdraiato. Non mi sono minimamente spostato e non ho intenzione di farlo. Penso. Penso a Kuroo, alla pallavolo, alla mamma, ma soprattutto a cosa mi sta succedendo.
Arrivo ad un'unica conclusione: non sono bravo a parlare con le persone e non voglio interagire con loro.

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