Capitolo 4 - All'ospedale

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Sono dentro una camera di ospedale. Apro gli occhi e lo capisco dal soffitto. Le camere di ospedale sono sempre uguali. Non mi sono mai piaciute. Il pavimento è grigio, fatto di quel materiale che non capisci neanche cosa sia, le piastrelle tutte bianche e fredde. Non come quel bianco della neve che sembra caldo a vedersi, ma che poi é freddo al tatto. Queste piastrelle sono fredde in tutto e per tutto. E poi i muri verde acqua... Non l'ho mai capito quel colore. Né verde né azzurro... Mi giro verso sinistra. Vedo un mandarino, una pagnotta, due biscotti e una bottiglietta di acqua naturale su un comodino. Il mio orologio da polso -rosso- si trova lì di fianco. Segna le ore 8.50: l'ora della colazione é già passata da un po' ma nessuno mi ha svegliato. Piú indietro, vedo una sedia di metallo argentato con un cuscino beige spiegazzato. Penso che qualcuno si sia seduto lì mentre dormivo. La testa mi pulsa. Cerco di scendere dal letto. La mia caviglia sinistra è rigida e mi fa male all'altezza del malleolo. Mi hanno fasciato. Giusto. Ieri ad allenamento sono caduto...
...

Sto camminando per la strada che porta all'ospedale con una borsa nella mano destra. Voglio vedere come sta. C'é il sole. Mi aveva detto di lasciarlo stare, ma io... Io non voglio fargli del male. Voglio solo essere suo amico. Mi basterebbe.
Ieri quando sono tornato a casa, ero strano. Me lo sentivo addosso. Ho cercato di non nasconderlo alla mamma, ma ovviamente non ci sono riuscito. Trovo che le mamme abbiamo la capacità di capire quando qualcosa non va nei propri figli. Questa cosa un po' mi irrita. Gliel'ho detto, cosa non andava. Mi ha guardato prima un po' contrariata, poi ha capito ed ha accettato. Ed ecco come questa mattina me l'ha fatta trovare pronta. Sono uscito di casa.
...

La mamma entra in camera e viene ad abbracciarmi. "Kenma, tesoro, che spavento che mi hai fatto prendere ieri. Mi hanno chiamato dalla palestra e mi hanno detto che, cadendo, ti si era girata la caviglia sinistra e che avevi battuto la testa e io ho avuto paura per te...". Si gira a guardarmi con le lacrime agli occhi. Sento che fra un attimo potrebbe mettersi a piangere, le goccioline d'acqua stanno per cadere sulle sue guance... Mi abbraccia di nuovo. La mamma é fatta cosí: le piace abbracciare me, il suo unico figlio. "Scusami Kenma. Emm... Come ti senti?". Cerca di sorride incoraggiante. "Non troppo male. Però, ho mal di testa" "Il medico mi ha detto che mi metterai circa 4-5 settimane a rimetterti del tutto e che, avendo sbattuto anche la testa, é normale che per alcuni giorni tu abbia spesso mal di testa. Ovviamente, non potrai andare agli allenamenti, ma l'allenatore mi ha detto di non preoccuparsi per questo e che quando ti rimetterai, lui stesso farà in modo di aiutarti ad eseguire i movimenti corretti. Ha detto che sei un bravo ragazzo. È stato molto gentile". Lo sapevo che non sarei andato ad allenamento in questo stato, ma pensavo di metterci di meno per la mia guarigione. "Staremo qui in ospedale anche domani, per essere sicuri che i valori siano stabili, e poi ritorneremo a casa. Ah... E poi... Penso che fra un po' riceverai visite...". La mamma guarda in basso. Sembra un po' a disagio. Ricevere visite? E da chi?

Kuroo é seduto vicino a me, sulla sedia che prima occupava la mamma, che appena ha visto Kuroo entrare in camera ha detto che ci avrebbe lasciati da soli.
Ha un sorriso stranamente timido per essere il suo. "Emm... Come va?" "Ho mal di testa e mi dà fastidio la fascia che ho alla caviglia. Ma perché sei venuto qui? Non sei andato a scuola oggi?". Sono stato di nuovo un po' troppo brusco. Mi ero ripromesso di non esserlo piú dal giorno stesso in cui gli ho urlato contro, perchè in fondo mi dispiace di averlo fatto: lui non mi ha fatto nulla di male, ha solo cercato di interagire. "Ecco... Sí, in teoria oggi ci sarebbe stata scuola, però..." è leggermente un difficoltà "Però ero preoccupato per te e sono venuto a vedere come stavi". Alza la testa e mi guarda negli occhi. Arrossisce a disagio. È stato maledettamente sincero: io non ci sarei riuscito... "Vedi, ieri tu sei corso verso la palla tutto convinto... E poi ho visto la tua caviglia girarsi e sei caduto. Mi sono preso uno di quei colpi... -davvero, che brutto-" lo prende un piccolo brivido al pensiero, ma non sembra rendersene neanche conto, tanto è preso dalla narrazione "Yatora si sentiva piú responsabile e ti chiamava per nome e tu non rispondevi e poi io e lui ti abbiamo preso in braccio. Ecco, io non volevo toccarti... Però appena ti ho visto a terra sono corso verso di te per vedere come stavi e alla fine ti abbiamo portato in una stanza dell'infermeria della palestra. E il dirigente sportivo ha chiamato tua mamma che poi ha parlato direttamente con il coach. E poi Yatora mi ha detto di sedermi accanto a te -ché non si capiva se fossi cosciente o meno- mentre lui si dirigeva verso l'entrata per condurre gli infermieri del pronto soccorso nella stanza giusta. Sí, perché qualcuno -non mi ricordo chi, adesso. Chi era già? Bah, non importa, comunque- qualcuno ha chiamato il 118 e l'ambulanza ti ha portato qui. E mi è sembrato che mentre aspettavo i soccorsi seduto di fianco a te, tu mi abbia guardato. Sembravi confuso, e forse non capivi chi fossi. Ho cercato di rassicurarti, ma tu hai chiuso gli occhi e poi dopo io sono tornato a casa che ero sconvolto, perché avevo paura che la tua distorsione fosse tanto grave e allora mia mamma, a sua volta, non capiva cosa mi fosse successo. E allora le ho raccontato tutto... Anche se non avrei voluto. Ah, e mentre c'erano gli infermieri in palestra, ho incontrato tua mamma e mi sono presentato. Mi ha visto lì, vicino a te, e non capiva chi fossi..." mi guarda e intuisce come mi sento dallo sguardo che devo avere "Ho parlato troppo, scusa" "Non importa, grazie per avermi spiegato tutto" lo sussurro piano: a sentir parlare mi é venuta ancora piú mal di testa, ma va bene così. Appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi un attimo. Un raggio di sole mi illumina il viso. Mi dà un po' fastidio. Riapro gli occhi e Kuroo si é già alzato. "Adesso vado, non voglio disturbarti piú di cosí. Ah, e ti ho portato questa. La signora Kozume mi ha detto essere la tua preferita. L'ha fatta mia mamma questa mattina...". Mi passa, in uno di quei contenitori appositi, una torta di mele con la decorazione a mezzaluna regolare e lo zucchero a velo. Oddio. È bella. Non mi sarei aspettato una cosa del genere. L'ho detto: nessuno può interessarsi ad uno come me. "Grazie mille, Kuroo". Lo dico e sono sincero. Lui si avvia verso la porta e mi saluta. "Ciao Kenma, emm, spero ti piaccia". Richiude la porta. Ho l'impressione che volesse aggiungere qualcos'altro.
...

Le sue iridi dorate, i suoi capelli biondi... Chiude un attimo gli occhi. Sembra un po' sofferente. Mi fa tenerezza. Ho parlato già troppo: ha bisogno di riposare. Gli ho fatto venire mal di testa? Non avrei voluto. Però trovo che sia davvero carino... Un raggio di sole entra dalle tapparelle ancora mezze chiuse, dalla finestra sulla destra, e gli illumina il viso... Ahh... Stavo per dirglielo... No, ma che pensiero stupido. Non puoi uscirtene con una cosa del genere. Dopo avergli dato la torta, chiudo la porta, ancora assorto da questi pensieri.
...

Sono le 4 del pomeriggio. Sto guardando una partita di serie A di pallavolo femminile nella TV dell'ospedale che é cominciata mezz'oretta fa. Il campionato è iniziato la settimana scorsa: sabato e domenica gioca la squadra maschile, il martedì e il giovedì quella femminile. Non ogni turno: ovviamente ci sono delle giornate di riposo. Per chi conosce la pallavolo penso che guardare le partite sia bello, come lo é per un fan di calcio, ma mia mamma non sa niente sull'argomento e le poche volte che le guardo, non le capisce, quindi a volte le spiego il motivo dell'assegnazione di certi punti o delle azioni. Chissà com'é sapere che dall'altra parte dello schermo ci sono dei ragazzini come me che guardano le partite che stai giocando e le commentano sognanti...? Comunque, penso che guardare le partite in TV non sia neanche lontanamente simile al guardarle dal vivo: si perde la forza delle schiacciate, la velocità delle ricezione, la precisione dei palleggi, l'euforia che c'é nell'aria... Una volta, l'anno scorso, ero andato con la squadra delle medie a guardare un'amichevole di serie A della squadra della mia città, perché il nostro allenatore conosceva il loro. È bello vedere dal vivo qualcosa che conosci bene e capirne gli schemi e le tattiche...
Mentre guardo la partita -che in realtà non sto seguendo molto, perché sto pensando ad altro- sto mangiando un fetta della torta che mi ha portato Kuroo questa mattina: devo prendere l'antidolorifico ed é meglio farlo dopo aver mangiato qualcosa. Penso di sapere -cioé, lo so per certo- da chi ha saputo che la torta di mele é la mia preferita, ma non capisco perché una persona appena ne conosce un'altra le dovrebbe dire qual é la sua torta preferita o quella di suo figlio...

Sono a casa. All'ospedale mi hanno dato in prestito le stampelle che userò per 2 settimane o giú di lí, da quanto ho capito. Sudo: usare le stampelle fa venire caldo. La forza che prima caricavo normalmente sulla gamba sinistra, adesso devo caricarla sulle stampelle per mezzo delle braccia. Ed il problema è che la mia stanza é al primo piano e salire le scale é stato un po' difficile: mi ha aiutato il papà.
Sono un ragazzo, ma non sono molto forte. Fin da piccolo ho avuto una muscolatura un po' debole. Appena avevo iniziato a giocare a pallavolo, a volte succedeva che a fine delle partite non mi sentissi bene... Forse è che il carattere si rispecchia nel proprio fisico? Kuroo é circa 15 cm piú alto rispetto a me ed é forte: mi ha preso in braccio. E poi il suo modo di essere... Fa quello che lo fa stare bene, ecco. E sa parlare con semplicità alle persone. È una bella cosa.

Dalla scrittrice!!
Ciao ragazzi, grazie mille a tutti voi che state leggendo questa storia, vi devo davvero molto per il supporto che mi state dando 😚!! All'inizio non ero neanche sicura di scrivere qualcosa da pubblicare, quindi per me questo é già un bel risultato! Spero che questa storia vi stia piacendo🤞🏻. Ho avuto un po' di difficoltà a scrivere questo capitolo -che infatti é un po' cortino-, ma spero che almeno sia soddisfacente. Probabilmente non capirete ancora tutto il senso di ciò che ho scritto: spero di riuscire a spiegare il significato delle "new entry" in corsivo nei prossimi capitoli. Se volete chiedere qualcosa o darmi dei vostri giudizi, scrivete pure nei commenti!
Grazie ancora, un bacio a tutti.

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