VII - ridere

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~vorrei che questo momento duri per sempre, vorrei donarle il mio cuore perchè lo custodisca meglio di me~

*Eren*

Sono le 4:30 ed ha inizio un nuovo giorno nel corpo di ricerca. Oggi è il giorno decisivo.

Mi alzo noncurante dell'aspetto penoso del letto che stanotte non mi ha visto chiudere occhio, non prima di una passeggiata al chiaro di Luna.

Ancora intontito, come ogni mattina, porto l'acqua al mio viso: la pelle è segnata dal Sole a causa del tempo dedicato agli esperimenti di Hanji. Sì, sono un po' stancanti, ma non voglio che qualcuno si preoccupi per me, e soprattutto che quel qualcuno sia Mikasa.
Non riesco ancora a dimenticare quello sguardo che, seppure avvolto dal buio, sembrava logorato dalle lacrime.

Esco come di norma in ritardo, con uno stivale allacciato e l'altro no, a mancare, però, è la solita calma e sento che uno sguardo di troppo potrebbe essere letale.

La porta si chiude violentemente dietro di me in un sordo tonfo.

[...]

Arrivo nella "sala organizzativa" e vengo accolto da un grugnito di Levi visibilmente irritato dalla parlantina di Hanji.

-Quattrocchi smettila di blaterare di prima mattina e metti le tue mani sudicie a posto che la mia tazza di tè ha rischiato di essere ridotta in polvere-

Con un sospiro irritato Hanji mette il broncio e gira gli occhi dispettosa.

- Ciao Ereeeeen, finalmente sei arrivato.
Oggi è il grande giorno! - urla Hanji

- Il capitan Smith ti vuole nel suo ufficio-
mi rivolge la parola Levi Ackerman, guardandomi come se fossi prossimo ad una ramanzina. Inizio a sentirmi un po' accaldato: cosa ho combinato ora?

Un po' titubante mi dirigo verso l'ufficio del comandante.
Non ne conosco il motivo ma improvvisamente mi torna in mente Mikasa, il suo viso riesce a calmarmi.
Desidero davvero tanto vederla.

Prendo un bel respiro ed apro la grande porta.

-Capitan Smith buongiorno.-

-Salve Eren, prego siediti. Voglio parlarti di una cosa. -

Faccio come mi ha detto ed inizia a parlare.

-Bene Eren, come già sai oggi è il grande giorno. Fra meno di sette ore saremo pronti ad uscire dalle mura e dirigerci all'interno del Wall Maria, più precisamente questo è quello che ho detto quando ho esposto il piano.
Sai, Eren, sospetto che ci siano una o più spie.-

Non mi sorprendo del fatto che il comandante pensi ci sia ancora qualche spia.
Anzi, quando io ed i miei compagni siamo stati informati per la prima volta del piano, mi ha sorpreso il fatto che sia stato meno generico del solito.
Ma una domanda mi sorge spontanea: perché sta riferendo a me queste preoccupazioni?
Posso immaginarmi voglia restringere il numero dei sospettati: rivelando delle informazioni solo a me, potrei passarle solo io al nemico.

-Ma se ti fidi di me questo non sarà un problema. Se qualcosa non ti è chiara non esitare a chiedere.-

-Mi è tutto chiaro.- in realtà non lo è affatto.

-Bene, allora ti basti sapere che fuori da queste mura tutto quello che dovrai fare è seguirmi. Naturalmente sarai affiancato da Levi.-

Mi fissa con i suoi occhi autoritari aspettando un mio cenno di consenso.
Nessuno sa mai cosa passi per la testa di quell'uomo perché basta la fiducia.
Un po' perchè in soggezione, un po' per la grinta che trasmette quell uomo, scuoto la testa verticalmente con foga.
Non posso immaginarmi un comandante più adatto di lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 28, 2021 ⏰

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Non ti farò mai più sentir freddo * eremika *Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora