~veloce sbottona anche la mia camicia, poggia le sue mani tra i miei capelli, spingendomi verso di lei in un bacio più profondo, i nostri cuori combaciano~*Mikasa*
Sono le 15; ho saltato il pranzo; oggi non si sarebbero tenuti gli allenamenti, per cui non sono stata costretta a subire lo sguardo di qualcun'altro rivolto a me.
Sono sul letto; le coperte, una volta candide, ora sono quasi trasparenti e sgualcite.
Ma non ho potuto farci nulla, sgorgavano dai miei occhi indipendenti dal mio volere.
Voglio solo stargli accanto, ma non me l'ha permesso.
È da ore che ripenso alle sue parole"È meglio così"
Qualsiasi cosa è meglio di cosi, sentir penetrare denti affilati e sanguinanti di un titano nella pelle fino a forarla mi infliggerebbe meno dolore di un rifiuto a vivere in questo mondo brutale.
Voglio solo proteggerlo.
Sbarro gli occhi, sono quasi le 20, qualcuno sta bussando troppo forzutamente sulla porta, sembra voglia sfondarla.
"Chi è?"
"Sashaa"
oh
Apro cautamente la porta, come se avessi il timore di ritrovarmi qualcun' altro dall'altro lato. Invece è proprio Sasha, chissà cosa la porta qui.
"Ciao Mikasa, non hai una bella cera, è successo qualcosa? Jean sembra in pensiero da ore"
Jean. Chissà Eren che sta facendo ora.
Sasha ride rumorosamente come chi sa il fatto suo, ma faccio finta di non farci caso.
"Quindi? Perché quella faccia? Non ti ho vista né a pranzo né prima a cena, hai qualche malore?"
"Tranquilla Sasha, sto bene, sono solo un po' stanca e mi è passato l'appetito, anzi, ti cedo la mia porzione."
"Davvero!?"
Sasha sembra sbavare, ma accetta prima che io possa cambiare idea e mi abbraccia.
È un abbraccio sincero, Sasha è una brava persona, è anche molto gentile.La ragazza esce dalla stanza ma, proprio quando sto per chiudere la porta, una mano la spinge nel verso opposto, non oppongo resistenza.
"Mikasa!"
È Armin.
Entra nella mia piccola stanza per poi girarsi verso di me con un'aria sconvolta quanto sconcertata. Mi chiudo la porta alle spalle."Non ti ho vista a mensa né a pranzo, né poco fa a cena"
"Ma che avete tutti oggi?! Non posso saltare un pasto che venite tutti a farmi la predica? Sto bene."
Esplodo per poi riprendere il controllo di me stessa e tornare alla mia solita espressione.
"Ti ho portato del pane, mangia"
Mi allunga premurosamente del pane avvolto nella carta.
"Non ho fame"
"Come pensi di poter essere in forze se digiuni? Chi puoi proteggere senza forze?
Te lo dico io: nessuno."Questa volta l'espressione è ferma, i suoi grandi occhi sono ora sbarrati, facendo intavedere egoisticamente solo un po' di blu.
Sposto lentamente la carta per scoprire un panino intero dalla forma affusolata, chissà dove ne ha trovato uno intero.
Il mio sguardo perso si scontra col suo; porto il panino alla bocca e lo addento.
Ora Armin sfoggia un piccolo sorriso soddisfatto, gonfiando involontariamente le guance rosee come un tempo all'insù.
Continua, però, ad avere un area preoccupata.
La mia tesi non viene smentita."Non stai bene"
"Sto bene"
"Bugiarda"
Distolgo lo sguardo, è inutile lottare con Armin.
Questo prende una sedia in fondo alla stanza, solitamente occupata dalla divisa da indossare la mattina, ma momentaneamente vuota, e la posiziona di fronte a me per poi sedersi.
Siamo poco distanti, tanto da poter sentire ogni respiro dell'altro in questa stanza dominata dal silenzio."Il vostro amore è complicato: lui pensa di non meritarti, mentre tu vuoi solo stargli accanto"
A quel punto sento il bisogno di abbracciarlo e il mio volto viene di nuovo pizzicato dalle lacrime che hanno lottato fino ad ora per non farsi sgamare.
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Non ti farò mai più sentir freddo * eremika *
أدب الهواةA 10 anni dall'entrata di Armin, Eren e Mikasa nella legione esplorativa questi ultimi due finalmente lascieranno i sentimenti prendere il sopravvento. Sarà stata la scelta giusta? C'è qualcosa che tormenta Eren e di conseguenza la sua relazione c...