Capitolo 4

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Passai una nottata di merda, ero troppo eccitata per il giorno seguente, speravo che Luke venisse a trovarmi.

Solitamente non ricevo mai visite, ma soprattuto non ho mai ricevuto visite da qualcuno che apprezzassi.

Bhe, dire che apprezzavo Luke è troppo forse.

Lui potrebbe avere tutto, sta vivendo il suo sogno e ha tutte le ragazze ai suoi piedi, e lo invidio, mentre io sono qua a marcire in uno stupido manicomio. Dopo pranzo iniziai a camminare impaziente per la mia stanza. E se ha cambiato idea? E se non lo rivedró mai più? Se quel briciolo di vitalià che mi era tornata svanisse con lui? Mi stavo mordendo le unghie per il nervoso. Qualcuno bussó alla porta il che mi fece sussultare. 4.23 p.m. 

L'infermiera sussurró qualcosa a qualcuno prima di parlare. "Oggi ci sono gli esami del sangue." Ancora?

Una traccia di sorriso stava crescendo sulla sua faccia.

"Ma non posso! Sto aspettando visite!"

"Sii realista Becky; nessuno viene mai a trovarti, secondo te verrà lui?" Aveva un tono perfido, peggio del mio, ma non potei darle torto.

"Hai ragione.." mi arresi e la seguii verso la sala per gli esami.

Ero tornata insensibile, come aveva potuto rompere la mia corazza, che costruisco da anni, con un solo sguardo, qualche parola e una promessa? Mi resi conto anche io di quanto fossi umana, di come mi ero fatta corrompere così facilmente da un paio di occhi blu.

Anche gli angeli hanno il loro lato negativo, soprattutto quelli che non sanno di essere angeli.

L'ago penetró nel mio braccio come se niente fosse. Ero troppo giù di morale per pensare all'ago.

Dopo avermi preso abbastanza sangue mi lasciarono andare con il solito 'andrà tutto bene, basta non toccarlo.'

Alzando gli occhi al cielo lasciai la stanza e tornai nella mia.

Aprii la porta solo per vedere una figura seduta sul mio letto sorridermi.

"Ciao."

Lo ignorai e andai in quello pseudo bagno che mi ritrovavo, sciaquando via il sangue della puntura.

"Come stai?" Andó avanti, guardai l'orologio solo per vedere che erano le 5.30 p.m. "Ohi, sto parl-"

"Perché sei venuto?" Tagliai corto io, volevo arrivare al punto subito, niente illusioni, niente di niente.

"Bhe..perché ci tenevo a rivederti." Una traccia di rossore nacque sulle sue guancie.

"Okay." Risposi in fine distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.

"Che cosa ti hanno fatto?"

"Esami del sangue."

"Capisco.. Oggi, andiamo a fare un giro all'aria aperta."

Lo scrutai per qualche secondo e vidi che indossava una camicia nera e rossa con degli skinny jeans neri, mi accorsi di essere in tuta, e non andava bene.

"Cosa c'é?" Chiese, soprattutto sul fatto che lo stavo fissando da almeno cinque minuti. "Sono in tuta."

Fece una risatina prima di rispondere "E allora?"

"E allora non va bene." Mi avviai verso il mio armadio e scelsi un maglione grigio e nero e dei jeans neri.

Sinceramente non mi importava un fico secco se Luke mi vede senza vestiti, perció senza farla lunga mi levai i vestiti e mi misi il cambio.

Mi girai solo per vederlo guardarmi tutto rosso.

"Cosa c'é?" Chiesi con noncuranza, anche se la sua reazione mi fece ridacchiare dentro.

"Oh..ehm.. tu, ti sei camb..Oh Dio..."

"Rilassati. Che è la prima volta che vedi una ragazza in reggiseno?"

Arrossì di nuovo distogliendo lo sguardo dal mio.

"Ehm..okay." disse infine "Andiamo?" Intanto tiró fuori le chiavi della macchina.

Sgranai gli occhi.

Esitai un attimo. "Cosa?"

"Hanno detto che un pó d'aria fresca ti avrebbe fatto be-"

Quindi non si tratta dell'uscire in giardino, ma dell'uscire seriamente.

"Perció mi lasciano uscire veramente?"

"Uhm..si credo di si.."

Il mio corpo era in preda al panico, ma mi ricomposi subito.  

"Qual'é il problema?"

"È solo..che..ehm, non esco da sto posto da 13 anni." 

Mi guardó con occhi sgranati e la bocca che a momenti arrivava a terra.

Non vedevo gente vera da tredici anni, non sapevo come stava la mia famiglia, anche se sinceramente non mi importava visto che loro mi avevano lasciato a marcire quà, giusto un biglietto di auguri il primo anno e basta.

Tutta la mia adolescenza, e la mia infanzia, mi erano stata portata via, le amiche, le uscite pomeridiane, i litigi, i gelati, la scuola, anche la scuola non avevo seguito.

Senza accorgermene stavo guardando fuori dalla finestra con uno sguardo triste, probabilmente.

Ero così persa nei miei pensieri che non mi accorsi della vicinanza di un corpo caldo che mi stringeva a sé.

Ci impiegai un pó a realizzare che Luke mi stesse abbracciando.

Mi sentivo strana, ma era una bella sensazione.. mi sentivo protetta.

A questa nuova sensazione di protezione senza neanche accorgermene sorrisi.

Fallen Angel || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora