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Note autrice: Ripubblico questa storia con un nuovo titolo, ho deciso di aggiungere la parola Toxic a Bully perchè tutta la situazione raccontata è tossica e io come autrice stessa mi dissocio completamente da ogni evento/parola/comportamento dei protagonisti. E' stato un esperimento che penso di non rifare mai più, ma visto che è tanto piaciuta ai miei lettori, la ripubblico nuovamente. 



Cercai di vestirmi velocemente. Odiavo farmi la doccia dopo le partite di quidditch nello spogliatoio comune, specialmente adesso che tutti sapevano. Ho finalmente avuto il coraggio di fare coming out a scuola e me ne sono pentito quasi istantaneamente.

Mi chiamo Draco Malfoy, sono un ex Mangiamorte e sono gay.

Non mi sono mai vergognato di quello che sono, sono semplicemente imbarazzato per gli idioti della mia scuola magica di Hogwarts. Già ero feccia sin dal primo anno, in quanto mio padre era un ex Mangiamorte, ovvero seguace di Lord Voldemort, adesso lo sono ancora di più. Soprattutto tra i Grifondoro e per Harry Potter.

Quando il primo giorno di scuola sono venuto a sapere che il famoso Harry Potter era sull'Hogwarts Express, mi ero molto emozionato. Volevo conoscerlo, diventare suo amico perché volevo scoprire il suo potere. Come aveva fatto un bambino di un anno a sconfiggere il più forte e potente mago Oscuro di tutti i tempi?!

Così avevo fatto tutto il giro del treno finchè non lo avevo visto. Era in uno scompartimento insieme a Ron Weasley.

Non appena il rosso mi aveva visto era arrossito e aveva abbassato immediatamente lo sguardo.

"E' vero?" chiesi. "Per tutto il treno vanno dicendo che Harry Potter si trova in questo scompartimento. Sei tu?"

"Sì" disse Harry.

"Mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy".

Ron diede un colpetto di tosse che avrebbe potuto benissimo dissimulare una risatina.

Io lo guardai con disgusto.

"Trovi buffo il mio nome, vero? Non c'è bisogno che chieda a te come ti chiami. Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini e più figli di quelli che si possono permettere"

Mi rivolsi di nuovo a Harry, con sguardo carico di aspettativa.

"Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di maghi sono molto migliori di altre, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate...? In questo posso aiutarti io".

Allungai la mano per stringere quella di Harry, ma il ragazzo non la prese.

"Credo di essere capace di capire da solo le persone sbagliate, grazie" mi rispose, gelido.

Sentì le mie guance diventare bollenti. Come osava rifiutare.... me?

"Io ci andrei piano se fossi in te, Potter" disse lentamente. "Se non diventi più gentile, farai la stessa fine dei tuoi genitori. Neanche loro sapevano come ci si comporta. Continua a frequentare gentaglia come i Weasley e quell'altro Hagrid là, e diventerai né più né meno come loro".

Harry e Ron balzarono entrambi in piedi. La faccia di Ron era rossa come i suoi capelli.

"Ripetilo!"

"Oh, oh, e adesso che cosa fai, mi prendi a pugni?" ghignai.

'Sì, se non esci immediatamente di qui' intimò Harry fulminandomi ed io fui costretto a tornarmene nel mio scompartimento con la coda tra le gambe.

Per la prima volta in assoluto ero stato rifiutato da qualcuno.

Da quel preciso giorno, sia Potter che Weasley e la Granger non smisero un momento di tormentarmi.

Ma Potter era il peggiore in assoluto.

Si era preso il dovere di torturarmi. Ovviamente le nostre lezioni erano pressochè identiche, stesso posto e stesso orario, il che evitarlo diventava pressichè impossibile. Anche adesso.

Una mano si abbattè con forza sul muro accanto alla mia testa, immobilizzandomi prima ancora che riuscissi ad afferrare il resto dei miei vestiti.

Ero lì, in piedi, coperto solo dai miei boxer, con una persona chiaramente incazzata dietro di me.

"Girati Malfoy, a meno che tu non ce l'abbia duro dal guardarci completamente nudi dentro le docce..." ringhiò Harry.

Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo prima di voltarmi verso di lui. Con i suoi capelli corvini perennemente spettinati e i grandi occhi smeraldo dietro le lenti tonde, Harry Potter era un bellissimo ragazzo.

Durante il sesto anno ammetto di essermi pure preso una cotta stratosferica per lui, ma non osavo rivelare quel pensiero a nessuno perché me ne vergognavo.

Harry Potter poteva benissimo essere il Salvatore del Mondo Magico, veniva osannato da tutti a scuola, ma io non lo sopportavo. E mi odiavo anche per provare attrazione nei suoi confronti.

I suoi occhi bruciavano di disgusto mentre mi osservava attentamente. Durante gli anni lo avevo visto sempre ridere felice con i suoi amici seduto al tavolo di Grifondoro, ma a me non aveva mai rivolto la parola, se non per insultarmi o per sputarmi letteralmente addosso.

"Che vuoi?" Gli chiesi stringendo i denti.

"Non penso che ai gay come te siano concesse le docce comuni. Ti piacerebbe troppo guardarci sotto le docce, completamente nudi." sibilò Potter.

"Non ce l'hai grosso abbastanza per i miei gusti" dissi schioccando la lingua contro il palato, fissandolo con aria di sfida.

Una risatina divertita venne immediatamente zittita e Potter voltò la testa, lanciando un'occhiata carica d'odio a chiunque avesse osato ridere.

"Non osare fare il furbo, Malfoy" ringhiò, facendo un passo in avanti invadendo a tal punto il mio spazio vitale da bloccarmi contro la panca. Avevo un gancio per appendere i vestiti contro la tempia.

"Vattene, Harry" lo supplicai.

Sapevo che non avrei dovuto mai mostrarmi debole davanti a lui ma ero stufo. Stufo di dovermi sempre difendere da un bullo simile.

"Davvero? Tu vorresti che io me ne andassi..." i suoi occhi ardevano mentre faceva un passo ulteriore verso di me, costringendomi a rimpicciolirmi su me stesso. Lo sentì sporgersi in avanti, le labbra vicine al mio orecchio. Potevo sentire il suo profumo. Chiusi gli occhi.

"Pensavo ti sarebbe piaciuto avermi così vicino" mi sussurrò all'orecchio ed io aprì gli occhi, mentre le guance mi andavano a fuoco.

Sembrava più un invito che una minaccia.

Sbuffai mentre alzavo gli occhi al cielo.

Potter fece un passo all'indietro ed io pensavo che mi avrebbe finalmente lasciato in pace, ma mi sbagliavo. E di grosso, anche.

Un pugno si abbattè contro il mio stomaco, facendomi boccheggiare e piegare in due su me stesso, mentre portavo una mano sulla zona colpita.

Mentre cercavo di riprendere fiato, Potter mi diede un altro colpo, facendomi così collassare a terra.

Nessuno mosse un dito per venire in mio soccorso. Nessuno voleva mettersi contro San Potter.

Sentí delle risate mentre sentivo Potter muovere un piede all'indietro e un dolore lancinante al volto.

Mi portai entrambe le mani al viso che stava sanguinando copiosamente. Potter si inginocchiò vicino a me e mi strinse i capelli della fronte nel pugno.

"Questo è per quella volta che mi hai rotto il naso sul treno" mi sussurrò all'orecchio prima di sbattermi la testa contro la panca, facendomi perdere i sensi. 

~Drarry~ Toxic BullyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora