Sabato

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Barona, Milano Sud

"Si, va bene capo, ho capito, cercherò di fare quello che posso" sussurrò Fabio anche se non ne era molto convinto delle sue parole. La situazione non lasciava prendere altre decisioni se non quella appena pronunciata, doveva per forza accettare se non voleva fare una brutta fine, cosa che sarebbe potuta accadere comunque nel caso non avrebbe portato a termine il suo compito. Riattaccò la telefonata, riponendo il piccolo cellulare non rintracciabile nella tasca dei jeans e a dirigersi a passo svelto verso la sua abitazione. Tanti pensieri gli tormentavano la mente, e ognuno di essi a mano a mano lo spaventava sempre di più.

Quella era l'ennesima dimostrazione del fatto che avesse sbagliato strada, che non era quello che desiderava per il suo futuro e non era nemmeno quello che voleva vivere, si era sempre sbagliato quando, durante la notte mentre scriveva le sue rime si ripeteva che con quelle non avrebbe mai potuto farci nulla, scoraggiandosi come fa un genitore con il proprio figlio quando vede che le sue passioni non combaciano con qualcosa che possa portarlo altrove.

Si sentiva uno stupido, eppure doveva farlo adesso, non aveva altre alternative se non quella di mettersi il cuore in pace e sperare che tutto vada per il verso giusto. Lui temeva, non tanto per la sua vita, ma bensì per lei, lei che non c'entrava nulla, lei che aveva risvegliato in Fabio un sentimento quasi nuovo, cioè quello dell'amore, si sentiva così spaesato delle volte che non sapeva come reagire ai suoi gesti, non sapeva quali parole pronunciare e non sapeva se stesse facendo bene o no.

Arrivò di fronte al suo palazzo, respirò a pieni polmoni per poi rilasciare lentamente che l'aria uscisse. Doveva fingere nulla, lei non doveva capire che cosa stava pensando e cosa dovesse fare, glielo avrebbe impedito e ciò avrebbe portato alla morte entrambi, e lui non voleva mettere nei guai lei, era troppo preziosa per la sua vita per permetterle di morire in una maniera stupida.

Si guardò per qualche istante intorno, guardando le strade che ormai conosceva a memoria ed era le stesse che se non avessero fatto quello che gli era stato ordinato lo avrebbero ucciso in tempo zero, ma infondo lo avevano portato al limite molte volte. Ma questa volta sentiva che sarebbe stata quella fatale. Entrò all'interno del suo palazzo, si avvicinò all'ascensore, premette il pulsante e con qualche rumore, il vecchio ascensore scese lentamente. Fabio pensava nel frattempo a come raccogliere la cifra richiesta, come trovarla, non era possibile che con quel carico che aveva poteva raggiungere anche solo minimamente quella somma, anche se l'avesse venduta al triplo del suo valore.

Le porte si aprirono, Fabio entrò al suo interno e premette il terzo piano, le porte si richiusero e lentamente risalì. Il suo unico pensiero in quel momento era come allontanare l'unica persona che non c'entrava niente, la persona più pura che lui avesse mai incontrato in vita sua, eppure ormai ci erano dentro entrambi, non sarebbe mai riuscito ad allontanarla del tutto, lei non glielo avrebbe permesso e con lei anche il suo cuore, glielo negava e stranamente anche la testa.

L'ascensore si fermò, le porte si aprirono e dopo essere uscito, si avvicino alla porta del suo appartamento posto sulla destra, prese le chiavi dalla tasca e ne inserì una del numeroso mazzo, aprendo la porta di legno. Appena la richiuse dietro di sé, era come se tutte le paranoie si fossero fermate la fuori, come se in quel momento fosse entrato in una dimensione estranea.

"Sei tornato" sorrise lei appena il moro entrò nella sala da pranzo "si, non avevo voglia oggi" rispose avvicinandosi a lei e lasciandole un dolce bacio sulle labbra, lei lo guardò per qualche istante negli occhi, passò dolcemente una mano sul volto del ragazzo "hai un'aria così stanca Fabio, cosa succede?" domandò preoccupata la ragazza "nulla amore, è un periodo strano, ma va tutto bene" rispose Fabio cercando di risultare il più naturale possibile. La mora lo guardò ancora per qualche istante, poco convinta di quello che il fidanzato le aveva appena detto "sicuro?" domandò, Fabio prese un grosso respiro, avrebbe voluto urlare, sfogarsi, cercare una soluzione che non avesse per forza come soluzione la morte, che non avesse nulla più a che fare con la strada. "sì amore, non ti preoccupare" le sorrise lui per poi stringerla "quanto affetto, c'è qualcosa che non torna" rise "non sei mai contenta di niente te eh" rise il moro per poi sedersi affianco a lei sul divano "e tu sei troppo permaloso" rise lei guardandolo con complicità.

"domani facciamo qualcosa?" chiese la mora posando la testa sul petto di Fabio, il quale iniziò a giocare con i suoi capelli mossi "tu cosa vorresti fare?" domandò "non saprei... Andiamo insieme a Cosimo?" domandò "ha organizzato qualcosa?" chiese sorpreso, la mora annuì staccandosi dal petto del fidanzato "oh si, è venuto poco dopo che tu sei uscito.." disse "non l'ho beccato in strada" rispose confuso, lei alzò le spalle d'altronde come poteva sapere per quale motivo i due non si fossero incontrati? "ma quindi? Che ha detto?" domandò "ha chiesto se ci andava di raggiungerlo al solito posto, poi valutavano se andare al Berlin, come sempre, o al Pilande" rispose lei "no che sbatti il Pilande, ci sono tutti vecchi" sbuffò Fabio "da quanto ha detto Cosimo lo hanno svecchiato, magari è figo" incitò la mora, Fabio prese un grande respiro "può essere, ora contatto Cosimo e vediamo" rispose alzandosi dal divano per prendere il suo cellulare posto sul tavolo di legno.

E se questa fosse la sua ultima serata?












Spero di non avervi annoiato con questo capitolo lungo. Ma più o meno saranno tutti così circa, come vedete i capitoli sono soprannominati con i nomi della settimana per un preciso motivo che spero sia abbastanza chiaro hahah, spero vi piaccia

L'Ultima Settimana|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora