Sabato

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AVVISO: come ho già avvisato per i capitoli precedenti, questa volta per altre questioni (siccome la storia doveva durare una settimana, quindi  per questione di "stile" (si può dire così?) )la storia verrà svolta in questo modo, spero solo che sia chiara e non confusionaria HAHAH 

Detto ciò, buona lettura.










«Non ti posso portare con me in questo viaggio. Me ne sto andando, lo sento. Ultimo giro di bevute, il bar sta chiudendo, il sole se ne va. Dove andiamo per colazione? Non troppo lontano... Che nottata, sono stanco amore... Stanco»

Carlito's Way (1993), Brian De Palma

Messina, Sicilia, Italia

"che viaggio" sospirò la mora quando finalmente l'auto si fermò "sarebbe stato molto più breve se tu non ci avessi fatto fermare ogni tre per due" rise il moro aprendo la portiera e scendendo successivamente "Rino!" urlò facendo cenno all'uomo di mezza età che con un piccolo telecomando aprì il cancello, Fabio rientrò nella vettura ed entrò all'interno della villa di campagna. Spense l'auto e scesero, Margherita non conosceva quell'uomo e quindi si tenne a distanza, cercando prima di capire che ruolo avesse in quella situazione, e per quale motivo Fabio l'avesse portata lì.

"da quanto tempo" sorrise l'uomo abbracciando il moro "troppo" rispose lui sorridendo "lei è la mia ragazza, Margherita" sorrise indicando la mora che con un piccolo cenno salutò l'uomo "siete in vacanza?" domandò "una specie" rispose Fabio guardando l'uomo "capisco" rispose lui serio, come se davvero avesse capito la gravità della situazione "senti, non è che avresti un posto dove farci stare?" domandò "è distante da qua ma sì, il miglior posto" disse sorridendo Rino "dove?" domandò "Avola" rispose "perfetto, dove?" domandò "in riva al mare, aspetta che te lo scrivo..." disse andando a recuperare qualche bigliettino.

[...]

Avola, Siracusa

"Fabio, è pazzesco!" disse la mora guardandosi attorno per la bellezza della casa "davvero" rispose lui sorpreso e felice di stare in quel posto "siamo proprio sul mare, che figata!" disse scostando una finestra Margherita "andiamo a mare?" domandò "sì!" rispose euforica la ragazza e precipitandosi sul suo borsone ed estraendo un bikini "sbrigati" rispose il moro avvicinandosi al suo e cercando il costume "va bene" rispose lei chiudendosi nel bagno.

Dopo pochi minuti entrambi si ritrovarono sulla spiaggia, non c'era nessuno, soltanto loro "sembra un sogno" disse la mora lasciando l'asciugamano sulla sabbia e avvicinandosi all'acqua, che insolitamente era calma "è tutto così bello Fabio" sorrise lei verso il moro, lui si fermò a guardarla mentre rideva e si divertiva, sembrava così strana tutta quella situazione, si sentiva così maledettamente in colpa. Domani sarebbe ritornato a Milano. Domani sarebbe finito tutto, e stentava a crederci. 

«tu in spiaggia che ridi girando attorno e poi il nulla»

"torniamo a casa?" domandò lui "perché?" domandò "ho fame" rispose lui "andiamo" rispose lei sorridendo e prendendo per mano il moro, si mise attorno al corpo bagnato l'asciugamano e si avviarono verso la loro vicina, e provvisoria, abitazione .

[...]

"penso che abbiamo esagerato un po'" rise la mora posando il bicchiere ormai vuoto e guardando la bottiglia di vino anch'essa vuota "quando ci ricapita più di stare così in pace" rise il moro "vero" rispose lei sorridendo "meglio se vado a letto" rispose lei alzandosi in piedi e barcollando leggermente "andiamo" la corresse Fabio alzandosi anche lui "in che senso?" domandò scoppiando a ridere lei "in tutti i sensi" rispose lui sorridendo maliziosamente "chiudi la tenda, dai" rispose la mora indicando la tenda della stanza, Fabio sorrise e fece come disse la ragazza.




[Il giorno dopo...]

Barona, Milano Sud

Si guardò attorno, nemmeno lui sapeva come faceva ad essere nuovamente a Milano, chissà lei cosa avrebbe pensato adesso. Chissà quale sarebbe stata la sua reazione ora che non era nel loro letto. Sapeva che non glielo avrebbe perdonato, né di averla lasciata né tanto meno quella di aver scritto ciò che stava succedendo su un semplice foglio di carta.

Nemmeno lui se lo perdonava, ma non aveva alternative, o così, oppure a voce, e lui non aveva abbastanza coraggio per dirglielo. Aveva raccomandato Rino di prendersi cura di lei, di chiamare Cosimo appena lei sarebbe corsa dal suo amico, di farla tornare a Milano se lei avesse voluto.

Prese un grande respiro. Sperava soltanto di averle lasciato un bel ricordo di loro e della loro relazione, sperava soltanto che tutto ciò che avessero vissuto durante quella settimana fosse abbastanza per essere perdonato, e dentro di se sperava anche se non amasse nessuno quanto amasse lui. Sapeva di essere egoista, ma quella ragazza, per lui, era tutto ciò che contava. La prima sua vera relazione.

"devo vedere il capo" disse Fabio al tipo posto davanti all'entrata "per cosa?" domandò il tipo che, aveva soltanto come compito quello di impedire l'entrata di estranei o avvisare l'arrivo degli sbirri "per pareggiare i conti" disse, l'uomo si spostò permettendogli di entrare, Fabio ormai non aveva più paura della morte, ormai era quella la sua fine e si era rassegnato ad essa.

"Rizzo" disse l'uomo appena Fabio entrò nel suo ufficio "eccomi" disse sentendo un nodo in gola stringersi sempre di più "già qua" disse sorpreso l'uomo ricordando bene la scaduta del loro accordo, la mezzanotte del giorno stesso "sì, capo" rispose "vedo che non hai portato ciò che avevo richiesto" continuò fissando le mani vuote  "no, era una cifra troppo alta, e non potevo averla in così poco tempo...nemmeno rivendendo al triplo" rispose, l'uomo scosse la testa "mi spiace sai...della tua fine sì, perché insomma...sei stato davvero uno dei migliori" disse, Fabio rimase in silenzio "già...un vero peccato anche che tu abbia cercato di fottermi, senza pensare che lo sapessi già" continuò, Fabio accusò il colpo "non volevo fotterti- intervenne -non avrei sicuramente attaccato te, sarebbe stato da scemi" rispose il moro "vedo che sei molto intelligente" sorrise "ma ciò non è bastato per salvarti Rizzo" disse, il moro prese un grande respiro "fai quello che devi, basta" rispose rassegnato Fabio, chiuse gli occhi. Sarebbe stato rapido. Non avrebbe sentito nulla. Prima che la morte lo chiamasse pensava a lei, alla sua risata, alla sua felicità in quei giorni, lei sarebbe stato il suo ultimo pensiero e questa cosa ormai non lo spaventava più.

L'uomo tirò fuori una piccola pistola dal taschino interno della sua giacca nera, caricò quest'ultima, mirò alla testa. Gli spiaceva davvero, lo aveva cresciuto come un figlio, lo stava perdendo per mano di entrambi, una per colpa sua e l'altra per colpa di Fabio stesso. Premette il grilletto, il proiettile si conficcò con precisione nel cranio del moro, cadde a terrà inanime.










Questa è la fine della storia, spero di essere stata abbastanza coerente col testo della canzone. Spero vi sia piaciuta :)

L'Ultima Settimana|| MarracashDove le storie prendono vita. Scoprilo ora