Un programma di non più di 2383 righe appena elaborato dai ricercatori

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Un programma di non più di 2383 righe appena elaborato dai ricercatori
(parte 1)

Nakahara Chuuya, non sogna.

Il suo risveglio fu molto simile a delle bolle fangose che risalgono verso la superficie.

Chuuya aprì gli occhi, ritrovandosi nella sua stanza.
Tutto al suo interno sembrava triste, dalle pareti al soffitto e fino ai pavimenti.
Un'oscurità bluastra la nascondeva e vi erano pochissimi mobili ad arredarla: Le lenzuola che coprivano il suo letto e una piccola quantità di scaffali. C'era poi una cassaforte piuttosto piccola incassata nel muro e al centro della sua scrivania vi era un libro sui gioielli che era stato lasciato aperto con noncuranza. Fine.

La fosca luce mattutina che filtrava attraverso le tende sembrava tagliare a metà la sua squallida stanza.

Chuuya si mise a sedere.

Aveva il petto leggermente sudato; un ricordo di una sorte di violenta emozione che aveva turbinato dentro di lui come un vortice nel mare. Ma quale fosse questa emozione, non riusciva a ricordarlo. Accadeva sempre così, ultimamente.

Alla fine si arrese, si alzò dal letto e si fece una doccia. Mentre l'acqua bollente gli scorreva sulla testa, Chuuya iniziò a pensare a se stesso e alla sua situazione.

Nakahara Chuuya.

Sedici anni.

Era un ragazzo entrato a far parte della Port Mafia l'anno prima e questa stanza gli era stata data come riconoscimento dall'organizzazione per i suoi risultati, che aveva ottenuto ad un ritmo storicamente veloce.
Ma né il denaro né la posizione avevano portato alcuna gioia a Chuuya.
Qualcosa di ben più importante per lui, mancava.
Il suo passato.
Chuuya non aveva alcuna idea di chi fosse.
I suoi ricordi iniziavano otto anni prima, quando era stato rapito da un centro di ricerca.
Non ricordava niente della sua vita prima di allora, solo un'oscurità senza fine che era più oscura e profonda di quanto qualsiasi notte avrebbe mai potuto essere.

Si asciugò il corpo e si avviò per indossare dei vestiti puliti.
Quindi toccò una precisa parte del muro facendo apparire, senza fare rumore, un armadio.
Tutti i vestiti erano di qualità e non presentavano neanche una piega.
Scelse il completo che riteneva più opportuno e infilò le braccia nelle maniche, mise poi dei polsini color smeraldo e si guardò allo specchio. Con un leggero schiocco di lingua, Chuuya lasciò la stanza.
Quando uscì di casa, apparve un'auto di cortesia come se qualcuno avesse cronometrato il momento in cui sarebbe uscito.

La lussuosa macchina nera era guidata da un mafioso che indossava un completo nero e degli occhiali scuri, segno caratteristico della Port Mafia. Fermò la macchina proprio davanti a Chuuya.
Senza dire una parola, egli salì sul sedile posteriore e chiuse la portiera.

"Portami al solito negozio." Chuuya pronunciò solo quelle parole all'autista prima di sedersi e chiudere gli occhi.

L'auto di lusso guidò senza intoppi per le strade principali della città; tutte le vie e gli incroci erano pieni di macchine. Tuttavia, il mezzo che trasportava Chuuya oltrepassava agevolmente i cortei delle automobili percorrendo strade secondarie e attraversando qualsiasi ingorgo. Era come se stessero usando una sorta di magia per evitare completamente i contatti con gli altri veicoli.

"Dove sono i registri delle transazioni di ieri?"

"Proprio qui, signore."

Chuuya esaminò i documenti che l'autista gli aveva consegnato; erano stati realizzati con un particolare tipo di inchiostro così da evitare eventuali copiature. Tutto il contenuto era stato crittografato cosicché non potesse venir usato come prova se la polizia li avesse catturati.

STORM BRINGER - ITALIANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora