C.1 -L' INIZIO DELLA FINE

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"E anche oggi, purtroppo, abbiamo finito il nostro tempo a disposizione insieme ma vi ricordo come sempre l'appuntamento: dal lunedì al sabato, dalle dieci a mezzanotte, solo qui, solo con la vostra Isa, su Radio Juego!"

"Eh STOP!" mi urlò Jacob dalla cabina di regia.

"Bravissima e anche per oggi abbiamo finito" Si tolse le cuffie e mi raggiunse con un ghigno irritante in faccia; tipico del collega che nonostante sia tarda sera l'ufficio non lo vuole lasciare... e no, non per racimolare ore extra.

"Grazie Jay, ma sono sfinita."

"Lo so Immagino..."

"No, non puoi."

"Eddai... come siamo permalose oggi!"

"Si sai è così che si sta quando per pagare l'affitto fai quattro fottutissimi lavori diversi."

"Beh io te l'ho detto, se hai bisogno di un lavoro io la Colf ci metto due secondi a licenziarla..."

"Sono disperata? Si. Fino a questo punto? No."

"Tanto lo sappiamo tutti che vai a lavare i vetri degli uffici in centro ogni mattina, cosa cambia se sono quelli di casa mia?"

Mi girai guardandolo storto: "Che un conto è se sgobbo in giro per la città per guadagnarmi da vivere e un altro è se lo faccio a casa del nipote del capo. Ho ancora un po' di dignità e non la butterò certo così."

Mi rigirai per finire di mettere gli oggetti nella borsa quando d'un tratto sentii un piacevolissimo calore su tutta la schiena. Jay mi cinse i fianchi con le sue lunghe braccia e si appoggiò col mento nell'incavo del mio collo sussurrandomi all'orecchio: "E' un vero peccato sai? Perché, un po' accorciato, quel completino ti starebbe davvero da Dio." Finita la frase mi lasciò in meno di 1 secondo e si andò a sedere sulla sedia di fronte a me. 

Tralasciando l'eccitazione che pervase ogni centimetro del mio corpo, non diedi alcun segno di soddisfazione e di piacere al mio "amico" e senza scompormi cambiai subito discorso

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Tralasciando l'eccitazione che pervase ogni centimetro del mio corpo, non diedi alcun segno di soddisfazione e di piacere al mio "amico" e senza scompormi cambiai subito discorso.

(Sì, se ve lo stavate chiedendo sono la maga dell'apatia. E si, me lo sono anche scopato alla festa di Natale, lui era senza regalo e io molto ubriaca, un pacco dovevo pur scartarlo no?)

"Dunque," ripresi il discorso: "A proposito di lavoro, è arrivata la lettera da Londra coi nomi dei selezionati per lo stage? Doveva arrivare due mesi fa!"

In quel momento mi guardò con una faccia stupita mischiata ad uno sguardo che trasudava pena.

"Scusa ma nessuno te l'ha detto?" rispose.
"Detto cosa Jacob?!" Lo guardai col volto esasperato dalle brutte notizie che mi si fiondavano addosso ogni giorno e che già sapeva la risposta che gli avrebbe dato il moro difronte a lei.

"Non sei stata presa." Mi disse con, forse, troppa ovvietà nel suo tono di voce.

"Perché?!" Iniziai ad urlare con le mani fra i capelli. "Perché?! Chi è stato preso? Che venisse selezionato uno di noi per andare a Londra era certo. Adesso voglio il nome di chi cazzo è quella persona che mi ha fottuto il posto."

Unlikely (Tom Holland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora