~Capitolo 3~

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Harry's P.O.V

Avevo passato tutto il pomeriggio alla clinica insieme a Louis. Mi aveva raccontato quando era entrato li dentro, mi aveva detto che era solo colpa mia e aveva ragione.

Mi mostrò cosa faceva nel tempo libero. Aveva mille libri, molti spartiti e un grosso piano nel salone. Mi fece conoscere alcuni suoi amici e mi disse che, nonostante tutto, si trovava bene.

"Domani esci da qui Louis?" Lo vidi annuire metre passava le dita sui tasti bianchi del pianoforte. "Dopo capodanno devo tornare dentro. Tu cosa farai?".

"Non lo so, penso di andare da Niall. Ho chiuso i rapporti con mamma sai? Non sopportavo che mi faceva la predica su di te, su di noi".

"Lei lo sapeva, tua mamma. È venuta a trovarmi un paio di volte" Mi lasciai sfuggire una risata. "Tutto che lo sapevano e io no. Così sono passato per quello stronzo".

"Ti ho perdonato, Harry" Annuii e appoggiai la testa sulla sua spalla. "Dato che domani esci ed è anche il tuo compleanno che ne dici se ti porto io a Doncaster dalla tua famiglia? Poi vado direttamente da Niall".

"Sei sicuro che a lui vada bene?" Mi morsi un labbro, non ci avevo pensato. Scacciai la preoccupazione dalla testa e tranquillizzai Louis con una bugia. "Certo! Lui è felice che ci parliamo ancora" Mi mostrò un sorriso e tornó a suonare il piano.

Louis' P.O.V
24 dicembre 2015.

Stavo aspettando che Harry finisse di parlare con la dottoressa quando mamma mi chiamò. Era preoccupata. Le avevo detto che mi sarei arrangiato per andare da lei e subito aveva iniziato ad urlarmi dietro al telefono.

Non le potevo sicuramente dire che era Harry il mio accompagnatore, così le dissi che era Liam e lui mi appoggiò. Naturalmente al mio arrivo vedrà Harry e probabilmente proverà pure a prenderlo a sberle, ma la farò calmare.

Avevo sempre pensato al ritorno di Harry come a una mia fine certa, invece sembra tutto tranquillo. Avevamo parlato molto in questi due giorni. Gli raccontai tutta la mia esperienza e lui mi raccontò di come la sua vita era andata avanti senza di me.

Ammisi che mi mancava, che avevo sempre avuto bisogno di lui e che un po' l'ho odiato per non essersi fatto vivo.

Quando il riccio arrivó vicino a me mi sorrise, prese le valigie e mi fece uscire dalla clinica. Mi strinsi nelle spalle dopo la ventata di aria fredda. Quella notte aveva nevicato e il panorama era bellissimo.

Harry aprí la macchina, inizió a mettere le due valigie nel bagaglio e io salii in macchina. Era sempre la stessa. Aveva sempre il profumo della colonia di Harry. Sorrisi e presi una sigaretta dalla tasca del giubbotto. Harry entró in macchina.

"Sai che non dovresti, vero Lou?" Sbuffai. Il riccio mi rivolse uno sguardo di predica, io alzai le spalle e accesi la sigaretta. "Ho parlato con la tua infermiera, mi ha detto che queste sono tutte le medicine che devi prendere nel caso ti succedesse qualcosa".

Mi appoggiò sulle ginocchia una busta bianca con dentro tutte le varie medicine. Annuii lentamente prima di fare un'altro tiro. Harry nel frattempo aveva messo in moto la macchina e stavamo già andando verso l'autostrada.

"Mi piace questa canzone. Ogni tanto quando accendono la radio nella sala comune la mettono" Harry si giró verso di me con un grosso sorriso che io ricambiai. "È più bella la tua di voce però" Spensi la radio. "Cantami qualcosa".

Harry strinse le mani sul volante e si irrigidí. "Harry, da quando non canti? Mi avevi detto che la musica era ancora parte della tua vita".

"Ed è così Louis, solo che.. non credo sia una buona idea" Mi riappogiai allo schienale. "Canti solo per il tuo piccolo irlandese, vero? Mi hai cancellato dalla tua vita. Ammettilo che sei qui solo per il fattore band".

"Cazzo Louis, ma ti senti quando parli? Sono più di cinque anni che ci conosciamo e tu vai a pensare queste cose di me? Se sono qui è perché nonostante tutto quello che ho detto o fatto a te ci tengo ancora. Quindi dormi, leggiti un libro, fai qualcosa basta che la smetti di sparare cazzate o di mettere in mezzo persone che con noi non hanno nulla a che fare".

"Nulla a che fare? Davvero Harry? Tu ti scopi quel biondo del cazzo e io dovrei stare zitto?" Harry frenò di colpo, io dovetti mettere le mani davanti per non sbattere la testa. "Primo, il biondo ha un nome, secondo, non stiamo più insieme. Il fatto che io sia qui con te non significa che torneremo insieme".

Lo guardai negli occhi. Non sapevo cosa dire. Aveva ragione, era tornato per restare ma non come fidanzato. Abbassai la testa. Mi ero solo illuso. Harry riprese a guidare e io misi le cuffiette iniziando a guardare fuori dal finestrino.

Mi svegliai con Harry che mi picchiettava la spalla. Quando aprii gli occhi mi rivolse un sorriso, io sbadigliai poi aprii la portiera. La casa di mamma era proprio davanti a me e le mie valigie davanti al grande cancello.

"Mamma non sa che sei stato tu a portarmi, ti odia, sai?" Lo vidi annuire. "Lo avevo immaginato, ma è giusto così. Sono stato uno stronzo. Mi dispiace Louis, anche per.. prima".

"Non importa, ora sei qui" Gli mostrai un sorriso e lui mi strinse a se. Respirai il suo profumo che mi era mancato da morire.

"Hai preso le medicine? Ricordati di prenderle e non fare cazzate. Per qualsiasi cosa chiamami, ci vediamo presto, promesso".

Mi alzai sulle punte lasciandogli un bacio sulla guancia. Presi le mie valigie e mi avvicinai alla porta. Suonai al campanello e mentre aspettavo che qualcuno venisse ad aprire mi girai verso Harry.

Alzò una mano per salutarmi e io feci lo stesso. Poi di colpo sentii un urlo e due braccia mi strinsero forte. "Ciao mamma!".

"Oh piccolo Lou, sei così bello, auguri! Ah, dov'è Liam?" Mi girai verso la strada per controllare ma Harry già non c'era più.

"È.. dovuto andare, lui e la sua famiglia passano il natale da Sophia" Lei mi rivolse un sorriso e prese le valigie.

"Ragazze! Louis è a casa, scendete!" In un attimo tutte le ragazze si presentarono davanti a me. "Lottie?".

"Lei è con la vostra truccatrice a fare alcuni corsi, torna stasera" Mi morsi il labbro e controllai la casa. Era come sempre. "Ragazze, vi dispiace se ci vediamo stasera? Sono abbastanza stanco, voglio solo dormire e stasera festeggiare con voi".

Mamma cercò di trattenermi in sala ma io non ne volevo sapere. Già mi mancava Harry e non andava affatto bene. Quando entrai nella mia stanza mi sembrò quasi come tornare indietro nel tempo. Posai le valigie in un angolo e subito aprii la borsa di plastica con le medicine.

Quando la aprii oltre a quelle vidi anche una busta. Harry. Sorrisi e andai a sedermi sul letto. Quando la aprii ci trovai degli spartiti e il testo di una canzone, poi, una lettera.

"Hei Lou. Quella che vedi è una canzone che ho scritto io. Parla di noi. Ti chiedo di suonarla e se c'è qualcosa che non ti piace sentiti libero di cambiarla. Buon compleanno Louis, sarai sempre nel mio cuore.
Harry".

ANGOLINO MIO.

Hei hei! Sono qui dopo mille anni. Ci ho messo tantissimo ma ho delle scuse.

Il capitolo era già pronto solo che ho preso l'influenza e non avevo la forza di ricontrollare tutto.

Quindi mi scuso se ci sono centinaia di errori. Volevo chiedervi una cosa, avevo intenzione di scrivere Il ragazzo che entró dalla finestra e si infilò nel mio letto in versione Larry.

Ovviamente non abbandonerò questa storia, è solo una mia idea.

Ditemi cosa ne pensate, commentate il capitolo e votate.

Al prossimo capitolo!

-Hikari.

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