Inutile dire che il giorno seguente, quello della mia partenza, non fu affatto semplice per me. Ero dispiaciuta all'idea di andare via di casa e lasciare i miei genitori. Non che io sia una mammona o abbia qualche problema a diventare grande e staccarmi dal mio nucleo familiare, ma l'idea di tornare a Milano mi rattristava. Lì, tra il freddo e la nebbia che non ti lascia vedere niente, sapevo già che mi sarebbe mancato trascorrere del tempo insieme ai miei genitori a guardare la TV sul divano o raccontare qualche aneddoto divertente a mia mamma mentre cucinavamo insieme. Vivere da soli, anche se con dei coinquilini, è un'esperienza più difficile da affrontare di quanto si possa pensare.
A meno che non vivi con Filippo.Mentre mi trovavo sulla Freccia, con lo sguardo rivolto costantemente al finestrino, continuavo a pensare a quello che mi aspettava a Milano. Studio, esami, ansia, preoccupazioni. Ma forse una gioia l'avrei avuta. E questa gioia si chiamava Filippo. Il fatto di non avere mai avuto un ragazzo mi creava un po' di angoscia. Non avevo ancora baciato nessuno, non sapevo come comportarmi con un ragazzo, quante volte al giorno avrei dovuto scrivergli, che cosa avremmo fatto durante la giornata e cose di questo tipo. Immaginavo che non sarebbe stato semplice, d'un tratto, pensare alla propria vita come se si fosse in due, rispettare le decisioni dell'altra persona e cambiare i propri impegni in base a lui. Arrivai a Milano con questi pensieri ancora per la testa, ma poco prima di varcare la soglia del mio appartamento mi obbligai a scacciarli via subito. Forse mi ero davvero innamorata per la prima volta e non era giusto che mi facessi tutte quelle paranoie. Dovevo essere semplicemente me stessa, nel bene e nel male.
Appena aprii la porta, con il cuore che batteva forte, vidi la luce della cucina accesa e sentii il frigo chiudersi. Deglutii dall'agitazione, prima di affacciarmi per vedere chi ci fosse, mentre sentivo già le mani sudate.
«Ciao cara.»Era Jenny. Il mio corpo si ammorbidì di colpo e un senso di delusione mi avvolse da capo a piedi. La salutai anch'io e scambiammo due chiacchiere, mentre io continuavo a voltarmi verso il corridoio per vedere se Filippo era in casa. Quella mattina stessa mi aveva scritto che sarebbe stato tutto il pomeriggio in casa, ma forse era dovuto andare da qualche parte. Sta di fatto che, con quell'attesa angosciante, non ero certo capace di mettermi alla scrivania e studiare.
Rimasi nella mia stanza per un paio d'ore, mentre continuavo a giocherellare con delle matite e a spiare senza motivo i vicini dalla finestra. Avevo bisogno di distogliere l'attenzione da Filippo e dal nostro incontro, ma la verità era che non ne potevo più di aspettare. Proprio in quel momento sentii qualcuno che bussava alla mia porta. Doveva essere Jenny perché non avevo sentito la porta d'ingresso aprirsi. Mi alzai dal letto e andai ad aprire. Quasi mi venne un colpo quando lo vidi.
«Filippo.» dissi con un filo di voce e gli occhi spalancati.
«Sono contento che ti ricordi ancora il mio nome.» disse, col suo solito sorrisino.
«Non ti ho sentito entrare dalla porta.»
«Infatti ero in camera mia.»
Io socchiusi gli occhi. «Stai scherzando vero? Mi stai dicendo che sei stato due ore nella tua stanza facendomi patire tutta quest'attesa?»
«Volevo solo vedere quanto avresti resistito.»
«Resistito a cosa?»
«A questo.»
Lui in pochi secondi si avvicinò a me e mi cinse un braccio attorno alla vita, mentre mi diede un bacio. Fu un bacio molto lungo, era il mio primo bacio, ancora più bello di quello che avevo immaginato. Quando aprimmo gli occhi, io non sapevo cosa dire. Ci guardammo dritti nelle pupille per qualche istante, mentre lui mi sorrideva. Visto da così vicino sembrava ancora più bello e, pian piano, sentii il battito rallentare.Trascorremmo l'ora successiva a parlare del più e del meno, delle nostre sensazioni e dei nostri pensieri. Gli chiesi come mai in quegli ultimi mesi si fosse staccato da me e lui mi rivelò che aveva paura di quello che provava.
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STORIA DI DUE COINQUILINI
RomanceLucia, ragazza pugliese al primo anno di Lettere, arriva a Milano nel suo nuovo appartamento. Spaesata e disorientata in una grande città in cui si sente sola, pian piano riuscirà ad ambientarsi. Tra i suoi coinquilini c'è Filippo, un ragazzo di bel...