Capitolo 1

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Capitolo 1

||Canzoni capitolo: Wilkinson - Afterglow. John Legend - You & I (Nobody In The World)||

||Cit:"Ci sono cose che non ho scelto. E quelle mi hanno cambiato."||

Sono le 6:30 e la mia sveglia inizia a suonare sulla melodia di 'Never Say Never' dei The Fray.

Sinceramente non so perché abbia messo questa canzone, ha una melodia troppo dolce per svegliarsi.

Come non detto, sono le 7:15 e mi ritrovo ancora sotto il mio piumone morbido color crema. Mi alzo velocemente, inciampando nelle mie ciabatte pelose, poste affianco al mio letto.

Corro in bagno a fare i miei bisogni; decido di farmi una doccia veloce, senza lavare miei lunghi capelli ricci, che raccolgo in un tuppo/crocchia; ci metto troppo tempo ad asciugarli e arriverei troppo tardi a scuola. Mi spoglio velocemente lanciando i vestiti in un angolo vicino alla lavatrice.

Entro nella doccia e apro l'acqua; acqua gelida dovrei dire, la faccio riscaldare tenendo la schiena contro la portina della doccia, appena vedo tanto vapore, mi butto sotto il getto.

Mi insapono velocemente e mi sciacquo, esco prendendo il mio accappatoio, un po' secco di color verde chiaro, cerco di asciugarmi in fretta e corro in camera.

Prendo le prime mutande che mi capitano a tiro e un reggiseno un po' imbottito, anche se potrei farne a meno, siccome ho un seno abbastanza prosperoso.

Prendo dei leggins neri, dal mio piccolo armadio grigio chiaro e me li infilo saltellando per la camera,

Apro un'altro cassetto e estraggo un paio di calze, sempre dello stesso colore di lana pesante.

Tiro fuori anche una maglietta bianca abbastanza lunga e larga; sopra infilo una felpa grigia extra-large con delle scritte nere e indosso gli stivaletti neri di pelle.

Guardo l'ora sul telefono; 8:01, merda! tra quattro minuti passerà il pullman.

Corro per cercare il mio quaderno degli schizzi e gli acquerelli, li trovo e li infilo dentro alla mia borsa a tracolla piena di cose, infilando poi anche il mio astuccio marrone, ricco di matite e pennelli.

Corro in cucina e mi prendo un'arancia e le chiavi; esco e chiudo la porta, mi scaravento giù per le scale, andando a sbattere contro qualcuno...

Alzo la testa e vedo un ragazzo con i capelli biondi che ricadono sulla fronte e con occhi molto chiari.

"Scusa!" dico velocemente facendo incontrare i nostri sguardi.

"Oh! tranquilla, comunque io sono Gary e sono nuovo qui" dice con voce rauca sorridendomi.

"Piacere mio, io sono Ellie e scusami ancora, ma devo proprio andare..." dico correndo fuori, per poi vedere il pullman alla fine della strada.

Impreco mentalmente, lasciando scivolare la borsa via dalla mia spalla. Non ho voglia di aspettare mezzora, per poi arrivare in accademia in ritardo; salterò i corsi di pittorico e grafica, anche se mi scoccia un po', ma odio entrare in aula quando tutti stanno già lavorando.

Decido di andare a far colazione in un bar fuori Londra, a circa 15 minuti da casa mia.

Chiamo il taxi e dico la destinazione all'autista, mi perdo a guardare il panorama, non sembra dicembre, c'è molto sole ed è molto strano.

Dopo 15 minuti arrivo al bar, scendo velocemente lasciando i soldi al conducente.

Entro in uno dei miei bar preferiti, lo amo, è sempre poco affollato, ma molto accogliente, mi ricorda molto la casa delle vacanze che ho in America.

Mi siedo su uno dei tanti divanetti, rossi con sopra una svariata quantità di coperte colorate, di soffice lana.

Ordino della pancetta con del pane imburrato e una brioche al cioccolato, accompagnando il tutto con un caffè d'orzo.

Dopo 10 minuti, il cameriere torna con un vassoio e mi posa tutto sul tavolo. La colazione è messa in modo molto carino, è decorata dalla glassa di cioccolato. Faccio una foto e la posto su instagram. Mangio tutto molto lentamente, fino a quando decido di alzarmi.

Mi dirigo verso la cassa, dove pago la mia fantastica colazione e m compro un pacchetto di mentine.

Esco dal bar e l'ara mi congela il naso, cammino per un po' nelle stradine di questo paesino, che mi fece conoscere mio padre quando venimmo per la prima volta in Inghilterra.

Cammino per altri 5 minuti fino ad arrivare alla pineta che circonda un piccolo lago.

Entro: mi trovo davanti un vista mozzafiato.

Il lago è ghiacciato ed è circondato dal verde, il sole debole lancia i suoi raggi, rendendo il rosato, ma con delle note forti di azzurro. Non so il perché, ma cerco nella mia borsa distrutta il mio bicchiere ripiegabile, mi avvicino alla fontana verde che si trova a sinistra della mia panchina, spero non sia ghiacciata, giro la manopola e per fortuna l'acqua scorre, metto un po' di acqua nel bicchierino e torno sulla panchina.

Estraggo il mio astuccio e tiro fuori un pennello dalla punta rotonda e abbastanza piccola, prendo anche il mio quaderno nero e gli acquerelli.

Incomincio a fissare il lago; è veramente bello! Dopo averlo osservato per una quantità di tempo veramente elevata, incomincio il disegno.

La mia mente è vuota, concentrata sul disegno, non mi sento più ricoperta di ansia per tutto, mi sento libera, felice, la mia mano viaggia lasciando tratti azzurri e molto leggeri sula carta giallastra e ruvida. Aspetto qualche minuto per far si che il colore aderisca sul piccolo foglio. Cambio colore, mischio un po' di rosso e bianco, con una piccola punta di giallo, per creare una tonalità di rosa aranciato.

Il laghetto a preso forma, disegno anche il piccolo sottobosco che circonda il ghiaccio, per poi passare ai pini.

Mi sto impegnando veramente tanto in questo disegno e mi sta rendendo veramente felice.

Sono felice del risultato.

Mi alzo e vado a buttare l'acqua nella fontanella e pulisco il pennello.

Torno sulla panca ammirando il lavoro.

"Penso che sa uno degli schizzi più belli che abbia mai visto" dice una voce sconosciuta alle mie spalle.

Brighter Than Sunshine //n.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora