Greta non innamorarti mai

0.4

A scuola Mattia non la considererò per una settimana intera: con qualche scusa si allontanava, la ignorava, non la baciava e non le parlava.

Tutti gli amici di Greta erano infinitamente grati del fatto che fossero stati interrotti e che lui ora la stesse ignorando. Ne erano contenti perché la loro amica, per una volta, non si era affatto lasciata abbattere, anzi si tramutava in una vipere arrabbiata solo quando sentiva parlare o vedeva il ragazzo con cui era quasi andata a letto.

Per lei non era concepibile essere trattata in questo modo semplicemente perché aveva deciso di andarsene. Infatti quella sera della settimana scorsa lei era tornata a casa camminando sola per circa venti minuti, si era fermata a prendere il pane e si era concessa anche una barretta di cioccolata che avrebbe diviso con sua mamma davanti alla televisione dopo cena.

In camera sua fotografò il post-it e lo mandò a suo papà, che le rispose con un punto interrogativo, ovviamente perché non sapeva il motivo di quella foto improvvisa, ma per la fortuna della facciata menefreghista di Marco, Greta non aveva la minima voglia di indagare.

Il sabato sera della settimana dopo, quando Mattia la stava ignorando da ben dieci giorni, si decise a passare la miglior serata degli ultimi tempi.

Non voleva andare per locali, le andava solo di vedersi con gli amici, con una birra, magari anche dell'erba, nel posto più interessante in cui si potesse passare il sabato a Napoli, l'Orientale.

Si vide alla fermata di piazza Dante con un bel gruppetto di amici, i soliti ed altri, uno più particolare e problematico dell'altro, per mangiare qualcosa. Optarono per un kebab economico, in un localino lì, che dava proprio l'impressione di essere vecchio e sporco, anche se ormai ci andavano spesso e ci si erano affezionati.

Tra le figure più simpatiche quella sera vi erano Antonella e Luisa. La prima era una bassina, dai capelli corti e colorati, che indossava sempre abiti over size e vendeva vitamine ai ragazzini ricchi spacciandole per droga. La seconda era alta, uno e settantacinque minimo, dai capelli rossi naturali e gli occhi sempre truccati di colori sgargianti, aveva una passione per gli anime e tutti i ragazzi che glieli ricordassero, che avessero solo visto Attack on Titan o che avessero solo gli occhi piccolini poco le importava.

Con altri invece aveva un po' meno di confidenza ma ogni giorno finiva per legarvici sempre di più, anche perché quel gruppetto non aveva freni inibitori. Un ragazzo che si erano portati dietro e che non aveva mai visto, Elio, frequentatore del linguistico, manifestò fin da subito interesse per la timida e bella Teri.

Teri quella sera sembrava uscita dagli anni settanta ed una puntata di Euphoria: i pantaloni a zampa dalla fantasia psichedelica, un maglione corto e stretto nero, scarpe con la zeppa alte e del medesimo colore e brillantini sparsi sul volto. Le venne a sussurrare nell'orecchio che, con la giusta dose di alcol, avrebbe potuto pensare di distrarsi un po' e passare la sera in compagnia di Elio.

Al fianco di Daniele c'era la sua fidanzata, che rovinava l'atmosfera in un certo senso, perché si vedeva che non era a suo agio con così poca sobrietà e non voleva stare lì. Era una ragazza molto ricca ed elegante, l'avrebbe vista molto facilmente al fianco delle ragazze più spocchiose del classico. Era magrissima e vestita elegante, aveva sempre i capelli in ordine e un espressione critica stampata sul volto. Parlandole però non avevano mai trovato niente di sbagliato, non faceva commenti cattivi, non si lamentava e parlava poco.

Greta era una via di mezzo, non aveva che una lunga felpa viola e le calze a rete. Era triste per Mattia ma sperava moltissimo in quella sera, per risollevarsi il morale.

Dopo aver mangiato tanto e a poco prezzo, la comitiva si diresse nel luogo prestabilito nella quale trovarono il loro sfogo attraverso varie attività poco raccomandabili.