Qualcuno

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Un uomo siede da solo al tavolo di un ristorante, una donna sola anche lei si alza e va verso il tavolo dell'uomo. Gli si siede di fronte.

L'uomo inarca un sopracciglio e non la degna di più d'uno sguardo prima di ricominciare a tagliare la bistecca. Lei da parte sua inizia a sfilare lentamente I lunghi guanti neri, insolitamente abbinati al vestito porpora che porta e li poggia sul tavolo per poi mettersi comoda sulla sedia.

Portando il boccone alla bocca da una seconda occhiata alla donna che sta di fronte a lui e si blocca a mezz'aria: ha totalmente cambiato faccia. Da che gli era sembrata un'altra cameriera curiosa venuta ad infastidire ora somigliava molto di più a quell'altra, quella della TV. Le si solleva un po' un angolo della bocca mentre: "Ci hai messo un po' a riconoscermi, pensavo d'essere più famosa. Come va Albert?"

Albert abbassa la forchetta e si mette a sedere più dritto, tenta un respiro profondo ma sa che c'è poco che lui possa fare se quella donna ha messo gli occhi su di lui. "Bene bene grazie, e a te? Pare tu sia stata molto impegnata in questi giorni, Karen", le lunghe pause rivelano da subito il blando tentativo di guadagnare tempo mentre il suo volto va impallidendo di paura.

Lei continua per nulla sorpresa dalla sua reazione: "Sono stupita che non vi siate messo a correre Albert. Non che ci sia un posto dove voi possiate andare su questa nave dove io non possa raggiungervi". Alla paura si aggiunge l'agitazione, Albert fa per alzarsi ma le sue gambe non rispondono alla sua volontà, inizia a montargli il panico e sembra stia fingendo mentre la sua stretta si stringe sul coltello che tiene ancora in mano.

"Cercavi di accoltellarmi? Con quello? Ma davvero?" ora Karen pare divertita "Dai non farmi perdere tempo, mostrami che venire fin qui è stato utile e dimmi quello che voglio sapere prima che ti si paralizzi anche il cuore. Sempre che tu ne abbia uno, e ne dubito sapendo quello che hai fatto. Dov'è?" del sarcasmo di prima non c'è più traccia nella sua voce e la leggerezza del lungo vestito va ora stridendo con il gelo del suo sguardo.

Lui si sforza di mantenere la calma ma gli riesce sempre meno, "Non saprai niente da me! Tanto ormai sono spacciato no? Beh mi porterò tutto nella tomba!" della calma ostentata all'inizio ha perso ogni ricordo e sul finire della frase sta ormai gridando.

Nessun'altro nel ristorante si accorge di cosa sta accadendo, lati negativi dell'essere un multimilionario che ama la solitudine anche su una barca in mezzo al nulla suppongo.

"Quello che in TV non dicono" continua lei "è che a tutti voi ho concesso una scelta" e mette sul tavolo una siringa piena a metà di liquido azzurrino. "Dimmi cosa voglio sapere tutto questo sarà solo un ricordo in meno di cinque minuti"

Albert non può evitare di guardare la fialetta con desiderio, e questo aumenta mentre perde totalmente la percezione della parte inferiore del suo corpo. Ora Karen lo guarda con disprezzo "Scegli in fretta mio caro..."

Una gocciolina di sudore gli scivola sulla fronte, potrebbe dirglielo, in fondo che se ne fa di segreti nella tomba? Ha ormai ceduto sta per dirglielo e apre la bocca per farlo ma: non si apre.

"Anche tu ci hai messo troppo. Deludente. Ora che la paralisi ha raggiunto la faccia non c'è più nulla che tu possa fare per salvarti. Volevi sapere come ho fatto a trovarti? Ho $(/%&)/%)%(9..."

Le sue ultime parole si perdono nel ronzio che cresce nelle orecchie di Albert. Poi la sedia si ribalta e lui cade a terra, impossibilitato a chiudere gli occhi che rimangono sbarrati a fissare il soffitto della sua nave. Non una lacrima li bagna.

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