Quando mancavano tre giorni alla partenza di Bard, Myra prese Lewt da parte e gli disse:
"Senti, io non ce la faccio più."
"Che vuoi dire?" Chiese Lewt, immaginando già la risposta. Aveva capito però che la sorella era seria.
"Intendo dire che voglio sapere dove va papà tutti i mesi." Lewt alzó gli occhi al cielo.
"Senti, non dire stupidaggini, sai che non ci farà mai andare con lui, è fatica sprecata. Credimi, anch'io vorrei sapere tutto, ma..."
"Ovviamente lo dobbiamo seguire di nascosto." Lo interruppe la ragazza.
"Che...? Ma per favore, Myra!" Disse Lewt.
"Dico sul serio. Basterà seguirlo e camminare piano." Myra era determinata.
"E se andasse in un posto pericoloso?" Fece Lewt.
"Ma se quando torna sembra sempre ritornato alla tua età! Ascolta, ci ho pensato su per parecchio tempo." Lewt la guardò dubbioso e Myra capì che lo stava convincendo.
"Per favore, non riuscirò a reggere un altro giorno qui. E anche tu! Non ti sei stufato a stare sempre qui?" Lewt la guardò e poi disse:
"Bene, prepara da mangiare di nascosto, cerca delle scarpe comode e dalla suola morbida in modo che non facciano rumore, prendi tanta acqua e trova più coltelli che puoi. Io preparerò le armi... non si sa mai." Myra sorrise e lo abbracciò. Amava suo fratello oltre ogni limite.
I giorni seguenti li passarono a preparare tutto quello che serviva e finalmente venne l'ora della partenza. Il padre li salutò con le solite raccomandazioni e poi entrò nella foresta e quando furono passati circa due minuti i due ragazzi lo seguirono. Camminarono per quasi due ore quando sentirono uno strano rumore, così si fermarono. E poi... Bard urlò. Era un urlo di terrore e dolore.
Gettando all'aria la prudenza, Myra e Lewt cominciarono a correre per raggiungere il padre e sentirono altre urla e rumore di spade. Si spaventarono e si bloccarono fino a quando i rumori cessarono. L'ultima cosa che udirono furono dei cavalli che correvano. Allora cominciarono a correre per raggiungere il padre.
Quando lo trovarono lui stava a terra, in una pozza di sangue, e cercava di muoversi. I due ragazzi gli corsero a fianco e gli si inginocchiarono accanto, mentre Lewt si strappava la manica della camicia e la premeva sulla ferita alla spalla.
"È grave?" Chiese Myra.
"La spada è passata da parte a parte. Io... io non so se ce la farà." Rispose Lewt.
"Che... che ci f-fate voi qui..." La voce di Bard era un sussurro.
"Shhh, non parlare. Abbiamo sentito le tue urla. Ora ti riportiamo a casa." Lewt parlava con sicurezza.
"E come facciamo?" Chiese allora Myra. "Non possiamo mica trascinarlo." Lewt si guardò attorno e poi si girò verso la sorella.
"Tu prendi la bisaccia e corri più velocemente che puoi verso casa, preparagli il letto e prepara anche unguenti e medicine. A lui ci penso io." Myra annuì, prese la bisaccia e cominciò a correre. Lewt bloccò come poteva la stoffa zuppa sulla ferita per bloccare l'emorragia, poi prese le braccia del padre e se le allacciò attorno al collo, mentre l'altro urlava di dolore.
"Stai calmo. Shhh..." Gli sussurrava Lewt. Poi prese le gambe del padre e se le allacciò attorno ai fianchi, tenendo il genitore sulla schiena. Cominciò a camminare, ma era difficile dato che Bard era il doppio di lui. Sentì la camicia inzupparsi di sangue dove la ferita del padre poggiava.
Ci mise circa cinque ore ad uscire dalla foresta e quando arrivò vide Myra sulla porta che subito lo aiutò. Trascinarono il padre nella sua stanza: aveva preparato un unguento e delle bende e insieme fecero quello che potevano per curarlo. Dopo circa tre ore Lewt si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto, strofinandosi gli occhi con le mani:
"Abbiamo fatto quello che potevamo, ora dipende da lui." Fuori si era fatto buio e avevano acceso due candele che illuminavano a malapena la stanza.
"Andrà tutto bene." Disse Myra. "Ora andiamo a dormire, io non mi reggo più in piedi."
"Tu vai, io rimarrò qui. Anche se sono stanco non riuscirei a chiudere occhio." Myra annuì e se ne andò.
Lewt si alzò e andò alla finestra: il prato si muoveva leggero e gli alberi della foresta si agitavano al vento. Si sentiva particolarmente strano, come se di colpo gli avessero strappato una gamba o un braccio. Sospirò e tornò a sedersi, poi pian piano si addormentò.
"Lewt! Lewt!" Il ragazzo si svegliò di soprassalto e vide il viso della sorella.
"Che... che c'è?" Chiese.
"Non lo so, io... si tratta di papà." Appena sentì quelle parole balzò in piedi e corse dal padre. L'uomo non si muoveva. Lewt gli mise una mano davanti al naso, ma non sentiva aria. Cominciò a chiamarlo e a scuoterlo, ma l'uomo non reagiva.
Bard era morto.
Lewt corse via, uscì di casa e si buttò in ginocchio sul prato, urlando al cielo tutto il suo dolore. Quando finì si sedette e rimase immobile, con lacrime silenziose che gli rigavano le guance.
Suo padre, l'uomo che gli aveva insegnato a combattere, che gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, l'uomo che lo aveva sempre aiutato se n'era andato. E Lewt non poteva far niente per riportarlo indietro. Lewt si sentiva vuoto, solo. Poi una strana determinazione lo attraversò, entró in casa e cominciò a prepararsi per uscire.
"Dove vai?" Chiese Myra.
"Non permetterò che mio padre sia morto senza essere vendicato." Rispose Lewt.
"Hai intenzione di cercare quegli uomini?" Myra era terrorizzata.
"Per ora no, ora voglio solo seguire il sentiero e capire dove andava tutti i mesi."
"E se ci fossero ancora quegli uomini?"
"Combatterò e li ammazzerò, così farò due cose in una."
"Non fare pazzie! Sei matto?" Myra non riconosceva il fratello. Era diverso. "Hai idea di quanto sia pericoloso?"
"Sì" Lewt si era messo gli stivali e si stava allacciando il mantello. "E sono pronto a rischiare e anche a morire. Myra, hanno ucciso nostro padre."
"Lo so! Ma tu avresti intenzione di partire all'avventura e lasciarmi qui?"
"E che vorresti fare, vorresti venire?"
"Certo! Non so se te ne sei accorto, ma era anche mio padre!"
"Ma non sai nemmeno combattere! Senza offesa, Myra, ma saresti solo un peso!" Myra impallidì; Lewt non le aveva mai parlato così.
"Comunque io tra poco parto e..." Myra non lo lasciò finire. Si chiuse in camera e cominciò a piangere sul letto. Come poteva Lewt farle una cosa del genere? Si sentiva tradita e ferita dal suo comportamento.
Dopo non sapeva quanto tempo la porta si aprì e Lewt le si sedette accanto.
"Va via." Myra sapeva che Lewt non si aspettava quelle parole. "Vai, se è quello che vuoi. Che importanza ho io?"
"Ho parlato senza pensare e..."
"Hanno ucciso anche mio padre, ma io non ti direi mai una cosa del genere."
"Vorresti venire con me?" Myra si giró incredula, pensando che il fratello stesse scherzando, ma il viso del ragazzo non era mai stato così serio.
"Saresti utile per mangiare e non ti posso lasciare qui per non so quanto tempo... scusami." Myra strinse Lewt a sè e scoppiò in lacrime.
"Mi manca papà..."
"Lo so, manca tantissimo anche a me. Ascolta, partiremo domani mattina, tu preparati." Detto questo Lewt la guardò e le fece un sorriso triste, poi uscì. Qualche ora dopo Myra stava preparando il pranzo e passando davanti alla finestra vide Lewt che si allenava con la spada, il viso rosso per la rabbia e lo sforzo, il sudore mischiato alle lacrime.
Quella sera mangiarono in silenzio e entrambi dormirono poco durante la notte.
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La Guerra di Viaenn [SOSPESA]
Historical FictionLewt e Myra vivono col padre da soli, ignari del mondo che li circonda. Ma quando il padre morirà, riusciranno a cavarsela da soli nella vita vera? Qualcuno li aiuterà?