Capitolo 3

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'Immagino di non essere il tipo di persona che è felice.'

Mi svegliai la mattina dopo, ed Harry era seduto sul letto, indossando i pantaloni della tua ed una felpa con il logo di una band. Mi sedetti e lui mi guardò. 'Avresti dovusto svegliarmi quando i tuoni erano iniziati.'Disse, ma le parole non avevano alcuna emozione. Chinai la testa indietro, prima di tornare a vedere cosa stesse facendo.

'Io..io..'.Non sapevo più quale fosse la realtà. Forse tutto questo era solo un sogno? Presi un respiro profondo, prima di chinare la testa sulla sua spalla. 'Harry? Hai.. mai baciato un ragazzo?', chiesi, pensando che sarebbe stato puù facile se mi avesse detto che era gay. Alzò gli occhi, ed io pensavo ancora a tutto quello che c'era sulla sua pagina.

'Sono serio, Haz.' Quando lo chiamai con il suo soprannome, si irrigidì, prima di guardarmi con quei suoi occhi freddi. Sentii un brivido, ma non interruppi il contatto con i suoi occhi. Aspettavo una risposta, non importava aspettare tutto il giorno, ma la volevo. Aprì la sua bocca, per poi richiuderla. Finalmente, spense il suo laptop e si alzò in piedi.

'Cosa diavolo pensi che io sia, Louis? Quale essere strano?' Posò il laptop sulla scrivania, ed andò in bagno. Mi alzai quando sentii la porta sbattere. Presi qualche respiro profondo, prima di iniziare a piangere. Lasciavo che le mie lacrime cadessero, non mi importava se Harry poteva sentirmi o no. Il mio migliore amico stava male ed io non l'avevo notato.

Non avevo avuto indiizi. Magari me ne andavo in giro o passavo del tempo in discoteca con Eleanor mentre Harry era lasciato da solo. Non ero lì. Nessuno degli altri ragazzi era lì, ma io ero diverso. Pensavo sempre ad Harry, e dovevo stargli più vicino. Pensavo fossimo vicini, come fratelli, ma mi svagliavo. Lasciai un respiro irregolare, prima di asciugarmi gli occhi ed alzarmi.

Andai verso il bagno, e bussai alla porta, ma sentivo solo l'acqua scorrere. Si stava facendo una doccia. Sospirai, cercando di ascoltare qualcosa. Povero Harry. Pover, povero Harry. Mi diressi nel corridoio, fermandomi a guardare la stanza vuota. Avrei iniziato a passare più tempocon lui. Non è utile che Harry, passi molto tempo da solo. Aveva bisogno di sapere che io c'ero per lui.

Andai nella mia stanza e presi un respiro. Avevo bisogno di calmarmi. Harry potrebbe uccidersi in ogni momento. Avevo bisogno di un piano e, veloce. Guardai nel mio telefono. Chiamerei Simon, ma ero spaventato dal perdere la band. Potrei chiamare i ragazzi ma avrebbero solo provato a parlare con Harry, fino a spaventarlo. presi un respiro profondo, prima di sapere esattamente, chi chiamare.

Ascoltai la familiare suoneria della segreteria, aspettando di sentire la burbera voce. 'Sai che ho il mio programma mattutino, cosa diamine lavori a fare qui?'. Ruotai gli occhi. 'Nick? Sono io..'. Era in silenzio prima di chiedere 'Louis?'

Nick ed io non abbiamo mai avuto una delle migliori amicizie. Penso che abbia sempre avuto un astio verso me e la mia ragazza. Era sempre stato un pò smussato e rude con me più di quanto lo fosse con gli altri. Non ero offeso, dal momento in cui, neanche a me era molto simpatico. Harry non dovrebbe essere amico di persone come lui, ma lo erano e solo Nick ora, poteva aiutarmi.

'Si, sono io. Possiamo incontrarci a pranzo? Da Nando's? E' davvero importante che ci vediamo oggi.' Potevo sentire che era scioccato, ma fu d'accordo. Attaccai, ed andai a cambiarmi.

Tornai nella stanza di Harry. Era ancora in bagno, ma la porta era aperta così pensai che fosse pronto. Iniziai a camminare verso il bagno, ma presto ricchiuse la porta, mi sbatté la porta in faccia.

'Harry, dai, ho bisogno di parlarti.' Brontolò qualcosa prima di aprire la porta. 'Cosa.' Ero sul punto di fargli uno scherzo ma immaginai che non gli sarebbe piaciuto. Sospirai. Gli dissi solo che avrei incontrato una persona per pranzo ma, che poi avrei passato del tempo con lui e che avremmo cenato insieme a casa.

Non sembrava importarsene. Annoiato, blando e soprattutto, senza emozione. Sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma mi strinsi nella mia giacca di jeans oltrepassando la porta, afferando le mie chiavi e il mio cellualre.

Avevo bisogno che il mio migliore amico tornasse quello di una volta.

How to save a life. (ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora