ᴜɴᴀ sᴇᴛᴛɪᴍᴀɴᴀ ᴅ'ɪɴғᴇʀɴᴏ-ʙᴛsxʀᴇᴀᴅᴇʀ

❤Jeon Jungkook → Demone.

Ho cominciato ad andare dalla psicologa, oggi ho fatto la prima seduta: non sono riuscita a dire niente di tutto quello che mi stava succedendo durante il mio sonno disturbato.

"Nessuno deve sapere di noi." Disse Jimin.

"Cara, quando torni? Mi stai mancando un sacco." Disse Jin.

"Non farmi pentire di non averti uccisa." DIsse Taehyung.

Come sempre continuavano a parlare tra di loro, o mi chiedevano domande nei momento meno opportuni, era difficile rimanere concentrata ogni giorno, davanti a chiunque dovevo fare finta di ascoltare, poichè le loro voci contrastavano tutto ciò che faceva rumore intorno a me.

Le mie occhiaie sotto gli occhi erano più evidenti che mai, questi sogni mi stavano consumando la vita, la mia salute mentale e fisica era scesa in un batter d'occhio. Rimanere in piedi mi era difficile, quando camminavo sembravo uno zombie ubriaco, barcollavo molto, inciampavo e non mi accorgevo neanche di quanto avessi fame. Avevo iniziato a scordare molte cose che facevo quotidianamente. 

I segni che avevo coperto con bende e cerotti sul mio corpo riprendevano a sanguinare ogni tanto, non sapevo bene il motivo, ma non era un buon segno.

Arrivata a casa, non feci in tempo a mettere il piede dentro casa che caddi a terra, i miei occhi si chiusero immediatamente, il mio corpo rimase immobile su quel pavimento, davanti alla porta aperta del mio appartamento. Meno male che  vivevo da sola.

.

.

.

Il mondo in cui mi ritrovai era situato in una cittadina, come sempre era buio, niente girava per strada, neanche una macchina notturna che tornava a casa, niente di niente: soltanto silenzio.
Un silenzio terrificante, le mie orecchie cominciarono a creare dei suoni che solo io probabilmente potevo sentire. Camminavo su quel marciapiede avanzando verso quella città fantasma. Sapevo bene che da un momento all'altro qualcosa o qualcuno mi avrebbe assalita, ma questa volta volevo provare a scappare, volevo vedere cosa fosse successo, anche se le probabilità che non mi poteva trovare erano estremamente scarse.

Un ombra mi fece alzare il volto verso il cielo, le nuvole stavano coprendo la luna oscurandomi la strada dinanzi a me. Ora era tutto più cupo.

Cominciai a tremare, i miei piedi continuarono alla cieca a camminare, i miei occhi cercavano di mettere a fuoco qualcosa, senza risultato. La città non la conoscevo, non era esattamente un luogo che avevo visto o una città reale ora che ci penso, nel mondo reale questa città non esisteva neanche.

Mi guardai intorno in cerca di un movimento, un suono o a controllare tutte le vie di fuga che avrei potuto utilizzare se fossi stata attaccata.

"Ti prenderei comunque, non ti conviene scappare da me."

Per un secondo rimasi immobile, poi cominciai ad aumentare il passo, consapevole che di li a poco sarei stata assalita. Funzionava così ormai, lui mi parlava nella mente poi appariva. 
Ormai sapevo come si presentavano, ognuno di loro mi usava in modo diverso, mi mordeva in modo diverso e prendevano il mio sangue in modo diverso.

"Vuoi giocare, allora?"

In realtà avrei voluto di gran lunga sparire da qui, e la sua proposta non mi pareva un bene. La sua voce era cupa e affascinante nello stesso tempo. 

"Scappa allora, giochiamo al gatto e al topo. Io ti inseguo e appena ti prendo ti mangio."

Una risatina alla fine della frase mi congelò il sangue nelle vene.
Le mie gambe iniziarono a correre senza sosta in cerca di un rifugio, di una via di fuga che mi avrebbe permesso di scappare da quella creatura ancora a me ignora. Che cos'era? Un vampiro? Un lupo? Un demone?