1. Cieco

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Con mani tremanti gli accarezzò il volto che sembrava aver subìto le peggiori cose. Clayton era magro, troppo magro, quasi non lo riconosceva, il viso era stanco, il corpo pieno di cicatrici e ferite risanate. Ma dove era finito in quei tre anni?

Sospirò per poi guardare fuori dalla finestra da cui entrava la luce del mattino. Si trovava nella stanza dell'alfa, luogo che aveva visto poche volte quando era piccolo. Era stata pulita a fondo, eppure, l'odore dell'alfa era sempre presente.

Respirò a pieni polmoni rilasciando dopo, l'aria calda addosso al mate. Guardandolo, non gli avrebbe mai dato quarantacinque anni, proprio no. Era probabilmente il fatto che Clayton fosse un uomo allenato o che era solo ad un decimo della sua vita. Erik si sentiva così piccolo affianco a lui.

Ma piccolo non in senso negativo. Si sentiva protetto, aveva bisogno di quella sensazione. L'essere accudito e difeso dal maggiore gli dava orgoglio, motivo per essere felice.
Fin da piccolo si era sentito suo. Aveva sempre voluto bene a Clayton in modo diverso, in modo unico.

Lo sentì mugolare e prese il pezzo di stoffa poggiato sul letto per poi coprirsi gli occhi e legarlo dietro la testa. <<Ehi, ciao>> gli sussurrò appena lo sentì sveglio, gli prese la mano, stringendo forte. <<Ciao Erik>> tolse la mano come scottato e il minore si tirò indietro lentamente, ferito da quel gesto, anche se non glielo fece vedere.

<<Come stai?>> L'alfa sospirò <<meglio grazie. Spero tu non sia stato qui troppo a lungo, non voglio farti perdere ore di sonno>> l'omega ridacchiò. <<Credo di poter sopravvivere. Comunque no, mi sono dato il cambio un paio di volte con papà, ma non sei qui da tanto. Sei un alfa e soprattutto sei un uomo forte. La ferita era profonda, ma si sta già rimarginando>>

L'altro annuì, o almeno così credette Erik. <<Quella... Grazie>> il minore sorrise, anche se non col cuore. Non c'era bisogno che specificasse di cosa stava parlando. <<Fosse per me l'avrei già tolta ed io e te staremmo rotolando tra le lenzuola e l'avremmo fatto per tanto, tanto tempo>> fece una pausa in cui sentì Clayton trattenere il respiro. Evidentemente non era abituato a quel modo di parlare del più piccolo.

<<Ma so che se mi hai evitato per tre anni, un motivo ci sarà. Non hai idea però di cosa mi sta facendo il tuo odore>> aspirò inebetito quel profumo dolce quanto dominante.
<<Credo di poterlo immaginare>> non c'era malizia né derisione in quella frase. Era una semplice e pura costatazione.

Ci furono altri minuti di silenzio ed Erik credette quasi che l'alfa si fosse addormentato. <<Perché?>> Gli chiese però, sorprendendolo. <<Perché, cosa?>> L'altro deglutì, <<perché... mi ami?>> Erik si sentì mancare il terreno sotto i piedi. Era una cosa ovvia, vera al novantanove per cento, che due compagni avrebbero finito per innamorarsi, ma i due non si erano ancora uniti e soprattutto, non avevano neanche tentato di conoscersi.

Come faceva a saperlo? Era ovvio, certo. Ma lo era per chi abitava con lui, per chi viveva giorno dopo giorno, con lui. Clayton non c'era mai stato in quegli anni. <<Non c'è un perché>> decise di rispondere sinceramente <<ti amo e basta.>>

*****

<<No! Piuttosto vi taglio i peni. Ad entrambi!>> ringhiò contro i due compagni. <<Ma scusami, perché no?>>Jackson rischiò di essere ucciso da un omega parecchio irritato <<Mi chiedi pure il perché? Ne abbiamo cinque, Dee santissime, quanti ne vorresti? Cinquanta?>>

Si sfidarono con occhi di fuoco e Owen cercò di intervenire per riportare la quiete <<Amor->>

<<ZITTO!>> Fu bloccato immediatamente da entrambi ed il terzo sorrise senza farsi vedere. Almeno avevano ancora qualcosa su cui andare d'accordo. <<Dicevo>> riprese Jack <<cinquanta mi sembra un numero esagerato anche per me, ma una decina si?>>

Gli occhi di Tyson si allargarono il triplo del normale <<oppure no! Cinque mi sembrano già troppi. Io volevo già fermarmi dopo i primi tre gemelli, ma non è colpa mia se i vostri cosi, non sanno rimanere a posto per un po' di tempo! Neanche pochi giorni per andare dal dottore a prescrivermi le pillole siete durati!>>

<<Ma, che ne dit->> riprovò Owen <<TACI!>> il più grande alzò le braccia. Quei due a volte, facevano davvero paura.

<<Cosa cambia? Sono solo bambini!>> Il ragazzo dovette abbassarsi per evitare un libro tirato dal più piccolo. <<Si dà il caso, che quelli che tu chiami solo bambini, hanno bisogno di essere cambiati, ed indovina chi cambia solitamente i pannolini? Si dà il caso, che abbiano bisogno di cibo, ed indovina chi dà loro il latte quando ne hanno bisogno? Si dà il caso, che se abbiamo troppi bambini, mi sembrerà di trascurarne qualcuno in ogni momento>>

Prese un piccolo respiro <<E si dà il caso, che io sia in astinenza da settimane, proprio perché devo stare dietro a due neonati e a tre bambini di due anni! E cavolo, sono gli amori della mia vita, li amo da morire e non mi pesa, tutto il lavoro che faccio per loro, ma ho anche bisogno del mio tempo. Ho anche bisogno di stare con voi, da solo in intimità. Sono ancora giovane, ho solo ventitré anni e voi aiutate poco e nulla!>>

<<Non è vero->> venne bloccato <<è verissimo Jack, lo sapete anche voi. Certo, lavorate come capo branco, ma quando potreste, non lo fate. Alla sera, o siete troppo stanchi per farlo o uscite con gli amici, oppure, la scusa tipica è che lo so fare meglio io. Così non funziona, lo sapete anche voi!>>

I due annuirono sconfitti. Attraverso il legame si propagò una sensazione di sconforto e tristezza. Tyson sapeva che non lo facevano apposta. Erano alfa, a nessuno dei due qualcuno aveva insegnato come prendersi cura dei bambini e poi erano giovani anche loro.

Il rumore di qualcuno che correva pestando i piedi in modo pesante, li raggiunse e poco dopo, Arrow e Yogi, (finalmente fidanzati), raggiunsero i tre. Il primo aveva in braccio Zaffiro e Sakura, il secondo, Ace.
Li passarono agli alfa che presero subito ad accarezzarli come facevano solitamente, come fossero d'oro. "Ci impegneremo a fare i padri" era una promessa silenziosa che aleggiava nell'aria.

La tana del lupo -i lupi vivono cinquecento anni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora