Prologo

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Erik appoggiò le braccia incrociate alla finestra e si sporse guardando il panorama che si estendeva davanti a lui. Il solito bosco di sempreverdi ricopriva la maggior parte del territorio, ogni tanto, dei buchi nel bosco, lasciavano spazio a delle radure.

Aspettava, da anni ormai. Glielo aveva promesso che sarebbe tornato. Il giorno di un suo compleanno, per poter finalmente stare insieme. Clayton era partito poco prima dei suoi quindici anni. Lo aveva fatto per un motivo a lui sconosciuto. Probabilmente solo per aspettare che lui fosse pronto. Per far abituare Caleb ed Olcan. Erik davvero non lo sapeva.

<<Ehi Rik, tutto ok?>> Si voltò e annuì a Tyson. Era appena tornato in Germania, solo per il suo compleanno. Lo faceva ogni anno alle festività più importanti, insieme ad Adwin. Annuì per poi guardare il piccolo London tra le braccia del fratello. <<Quota cinque eh? E pensare che non volevi più figli!>> Tyson rise con lui cullando tra le braccia il bambino di poco meno di un anno.

<<Già. Dovresti vedere Owen e Jackson. Li amano da impazzire. Ancora sui gemelli non hanno molte pretese e Sakura si è salvata solo perché femmina, ma devi vederli con Ace e Zaffiro. Sono una cosa incredibile. Fortuna che Ace è un beta e non un alfa o avrebbe già ucciso il fratello. Jack e Wen esagerano. Li faranno ammazzare pur di farli scontrare. Zazi è solo un omega, uno che fa invidia a papà, ma pur sempre un omega>>

Sakura Ace e Zaffiro, i primogeniti, avevano preso i nomi dei tre defunti figli ed avevano poco più di due anni, mentre London e Alaska, erano i secondogeniti. Erik allungò le braccia prendendo il piccolo. Aveva i capelli neri come Tyson, ma gli occhi azzurri come Jack.
<<Credi verrà?>> Chiese il più piccolo. Erik non ne era sicuro, ma ci sperava.

<<Ho finalmente diciotto anni. Sono maggiorenne anche per gli umani, ho diritto ad un compagno non credi? Va bene, abbiamo ventotto anni, ma non vuol dire nulla cavolo! Santa Selen->> venne ammonito dal fratello con una sguardo e sbuffando continuò il suo monologo.

<<Va bene, sono giovane, ma farei qualunque cosa mi chiedesse! Lo amo. Lo amo da morire ok? Lo amo da quando sono piccolo e lo sai. Non mi interessano tutte quelle regole degli umani. Qua non ci sono. Siamo licantropi santo cielo! Viviamo il quintuplo di ogni essere normale, le nostre capacità di senso sono il triplo. Io->>

Venne bloccato dall'abbraccio del fratello. Anche se c'era London a separarli, era una stretta ferrea, sincera, piena d'amore. Tyson lo prese per le spalle guardandolo negli occhi marroncini <<la giornata non è ancora finita>> in quelle poche parole gli chiedeva di continuare a crederci, di sperare. <<Scendiamo?>> Il più piccolo annuì e si diressero al piano inferiore dove si stava svolgendo la festa dei diciotto anni di Erik e Vasya.

<<Ehi, Erik, hai tempo un attimo?>> Suo padre Caleb lo prese per un braccio e lui lasciò immediatamente il fratello per rivolgere la piena attenzione a suo padre. Adorava Caleb, anche se, aveva un rapporto più stretto con Olcan. <<Cosa c'è pa'?>>

Sapeva che i suoi genitori non erano felici della sua futura unione con Clayton, era ovvio. Sarebbe stato sui zio in realtà, ma non riusciva a considerarlo in quel modo. Senza contare che non capiva: perché una relazione tra fratelli sarebbe dovuta andare bene e tra zio e nipote no?

<<È successo qualcosa a Vasya?>> Era solito infatti che la ragazza, soprattutto alle feste, si lasciasse un po' andare. <<No, è con Easy>> il compagno che lei già aveva. <<non è per lei che ti ho chiesto di parlare. Volevo parlare di mio fra- di Clayton>>

Erik rise, una risata poco sincera. <<Non è che se diventerà il mio compagno non sarà più tuo fratello!>>
<<Erik Edwyn Ethan Lyall! Non parlare così a tuo padre!>>
Il nominato si voltò a guardare la porta da cui era entrato anche il suo secondo padre. <<Ciao anche a te, papà! Avete qualcosa da dirmi, oltre al fatto che non approviate? Che dire, me ne fotto altamente ok? È il mio compagno. Che vi piaccia o non vi piaccia, siamo destinati a stare assieme. Anche se, non mi stupirei se scoprissi che siete stati voi a dirgli di non tornare!>>

<<Erik>> la voce di Caleb non ammetteva repliche <<è mio fratello, non potrei mai dirgli di andarsene. Gli voglio bene e tu sei mio figlio. Ha ventotto anni più di te! È ovvio che io sia stato restio a questa storia, ma non ne sono contrario. Se tu lo ami, se lui ti ama, a me va bene, davvero. Io e tuo padre l'abbiamo accettato, quindi smettila di urlarci contro come una ragazzina! I tuoi problemi con mio fratello, non devi trasmetterli a noi! È come se io ti venissi ad urlare contro tutte le volte che tuo padre non fa ciò che gli dico, non ne usciresti più!>>

<<Ehi! Io che c'entro ora?! Non era lui il problema?>> Chiese Olcan offeso, ma Caleb lo ignorò. <<Ciò che sto tentando di dirti>> continuò <<è che devi esserne certo tu. Non possiamo dirti altro se non questo>>

<<Erik, papà, venite immediatamente fuori!>> Dexter spalancò la porta ed il fratello più piccolo corse.
All'esterno della casa, il cielo oscurato per l'arrivo della notte, aveva una parte bianca, di un bianco splendente, che si ingrandiva, secondo dopo secondo, creando un vortice.

Fu questione di secondi, la spirale si aprì facendo cadere, letteralmente, dal cielo, due corpi, uno sorretto dall'altro. Erano Clayton, Clayton ed Edith. Il secondo stava tenendo per il busto l'altro alfa che sembrava sul punto di cedere, c'era molto sangue che ricopriva entrambi, ma Erik aveva il presentimento che fosse tutto dell'uomo che amava.

Era bloccato, arrivarono i primi soccorsi, ci fu un grande casino, Caleb era corso dal fratello, Erik si sentì stringere in un abbraccio, ma lui era paralizzato, completamente incapace di muoversi, tutti i suoi timori più grandi, le sue incertezze e le sue paure erano lì davanti a lui.

Fu solo allora che Edith parlò: <<li hanno presi.>>

La tana del lupo -i lupi vivono cinquecento anni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora