13. Preparazioni

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<<Erik, smettila di buttare roba inutile sul letto!>> Clayton borbottò infastidito al minore che sbuffò in risposta continuando ad appoggiare vestiti su vestiti, sul materasso.
Erano oramai due giorni che si stavano preparando alla imminente partenza. Non avevano ancora capito dove sarebbero dovuti andare. Nessuno dei due era ben sicuro del fatto che fosse una buona idea, ma Erik si fidava dei suoi fratelli e dei gemelli. Inoltre anche i padri erano d'accordo.

Non poteva rifiutarsi ed Erik non poteva rifiutare nemmeno l'opportunità di stare con Clayton insieme alla sua famiglia. Si voltò verso di lui, alzando gli occhi al cielo e poi continuò a fare ciò che stava facendo poco prima. <<Clay non rompere. Tutto potrebbe servirci, soprattutto a te, non perdere tempo e aiutami>>. Il maggiore al sentire quelle parole sbuffò di rimando e camminò lentamente fino ad arrivare accanto al suo corpo.

Era divertente come la loro differenza di statura non influisse minimamente sul loro carattere e il loro modo di comportarsi e di relazionarsi reciprocamente.
L'alfa era irrimediabilmente più alto di almeno una decina di centimetri e sicuramente più muscoloso di costituzione, seppur maggiormente influenzabile dall'altro, mentre il minore, essendo un omega, era magrolino e meno possente fisicamente.

L'alfa gli accarezzò i capelli dolcemente e con delicatezza e in risposta l'omega si voltò verso il compagno, guardandolo negli occhi e mostrando la sua classe sociale, facendo sì che il maggiore esponesse a sua volta i suoi occhi rossi. <<Voglio poterti marchiare di nuovo. Non mi basta ancora, è troppo poco visibile il morso che ti ho lasciato>> sussurrò occhi azzurri, circondando con le braccia il corpo del più alto, lasciando un lieve bacio a stampo sul lato del collo del maggiore. Lui fu ricoperto di brividi a quella dichiarazione ed espose il collo in maniera involontaria, lasciando più accesso all'omega.

<<Saresti stato un così bravo omega, piccolo>> mugugnò Erik, mordicchiando la pelle a lui donata, senza però lasciare segni.
<<E tu un perfetto alfa. Non chiamarmi piccolo>> sbuffò l'altro, apprezzando di nascosto quel modo di prendere il dominio e il controllo del minore. Amava sentirsi il suo piccolo, il suo amore, il suo omega. Il suo, solo il suo. Per chiunque sarebbe stato ancora l'alfa, con il controllo imperturbabile e la decisione pronta.
Ma con Erik... cavolo. Clayton con Erik poteva permettersi di essere sé stesso; nessun giudizio, nessun commento, nessun riso. Solo comprensione, amore e riconoscimento di essere valido come qualunque altro alfa.

<<Ti piace>> non negò e questa fu la conferma necessaria al minore sul fatto che avesse ragione.
Senza preavviso premette i denti contro la base del collo dell'alfa che inizialmente si divincolò, ma poi si rilassò sotto il tocco del compagno e si lasciò mordere e marchiare dall'omega. <<Ora sei contento amore?>>, chiese con piccolo sorriso, <<non molto. Sparirà comunque tra un paio di giorni e dovrò rifarlo. Già è tanto che hai una ghiandola, due sarebbe chiedere troppo anche per un omega pretenzioso come me>>.

Spostò le labbra lievemente sporche di sangue su quelle del maggiore e diede il via ad un bacio dolce, seppur profondo e pieno di sentimenti. L'omega gli accarezzò il petto, infilando una mano sotto la maglia dell'alfa per poter sfiorare la pelle calda, quasi bollente del sottomesso. <<Non ora amore...>> mormorò il maggiore, aggrappandosi ai capelli dell'omega per tentare di trattenerlo dalle sue voglie; non avevano tempo e non potevano permettersi ritardi: Olcan li osservava e Clayton si sentiva quasi sotto osservazione, non poteva sbagliare.

<<So che lo vuoi anche tu alfa, perché no?>> usava quel nomignolo solo quando voleva qualcosa disperatamente, tanto da ammettere il dominio della classe sociale del più grande. Aveva imparato così tante cose in così pochi giorni. <<Ci sono i tuoi padri che ci aspettano qui fuori, e nonostante io sia abbastanza sicuro del fatto che Caleb abbia fatto rimpiangere Olcan di quello che ci ha "fatto">> lo mise tra virgolette, mimandole con le dita, indicando che non fosse totalmente colpa solo dell'altro alfa, <<io sono ancora sotto prova, e anche se ti ho marchiato e tu hai marchiato me, potrei essere allontanato dal branco e non ne ho l'intenzione>>

Si abbassò tanto da potergli baciare il collo delicatamente, sfiorando con la lingua il proprio morso sulla pelle candida del minore, in contrasto con la sua caramellata dal sole di anni e anni prima. Erik gemette dolcemente e sorrise a quella premura e a quelle attenzioni del maggiore, passando dita leggere sulla schiena del più alto. <<Non verrai cacciato, non lo permetterò. E se anvhe dovesse succedere, io verrò con te; non ti lascerò mai più solo, non lascerò che ci dividano ancora una volta. Troppo tempo sono stato senza di te e troppo tempo devo ancora passarne insieme a te. Tu sei mio, Clayton. Mettitelo in testa>>.

La lieve possessione in quelle parole venne percepita chiaramente dal più grande che non potè fare altro che annuire e fare le fusa contro il collo del maggiore. In contrasto con la loro età, con la loro classe sociale, con la società, in contrasto al pensiero di tutto e tutti, Erik riusciva a farlo sentire al sicuro come nessun altro. Erik era la sua guida, il suo posto sicuro, colui dal quale sarebbe tornato in ogni caso e per sempre.

<<Dai, ora aiutami a finire i nostri bagagli, non abbiamo molto tempo.>> Borbottò il minore, spezzando quel clima leggero e riportandone uno un poco più cupo; c'erano ancora dei dispersi, delle persone che amavano rapite, e loro non potevano fare finta di niente.

La tana del lupo -i lupi vivono cinquecento anni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora