16. Tonalità

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Una distesa boscosa riempiva il vasto spazio ai piedi della collina della quale erano ormai sulla cima.
Era pericoloso stare in uno spazio così scoperto, considerando i pericoli di cui nessuno di loro era ben consapevole e che anzi, non erano molto intenzionati a scoprire.
Il bosco ricopriva qualche miglia, decine di miglia, forse centinaia, Erik non avrebbe saputo dirlo. Tuttavia, non era la grandezza di quel bosco a colpire immediatamente, quanto la colorazione violacea delle foglie dei grandi alberi che lo riempivano.

Viola, lilla, bordeux... era uno spettacolo da lasciare tutti con le labbra spalancate e difatti il gruppo era nella sua totalità bloccato lì sopra, aspettando che qualcuno si riprendesse abbastanza da imparire qualche ordine.
Addirittua i gemelli sembravano sconvolti, Edith si torturava il labbro inferiore e Easy non riusciva a stare fermo, tanto da continuare a picchiettare un dito contro il braccio del fratello che, dopo minuti interi, si ridestò dalla sua trance, spingendolo poco delicatamente.

<<Scendiamo, non è ultile né saggio rimanere qui sulla cima senza copertura. Non vorrei mai che... meglio andare>> mormorò l'alpha, il capo di quella piccola combricola.
Ognuno di loro rimase in silenzio, seguendo però Edith che fece strada, inoltrandosi nel bosco. <<Non toccate niente e non fidatevi di nulla. Gli alberi in questo posto sanno essere particolarmente permalosi>>.

Erik si voltò verso il compagno con un cipiglio, domandandosi cosa intendesse il capo gruppo, ma Clayton ignorò la domanda nei suoi occhi e lo strinse: non riuscivano a stare staccati per più di cinque minuti, dopo tutto quel tempo separati, ma non era solo quello, Erik poteva avvertire la preoccupazione ed il velo di paura che tormentava l'alpha. <<Amore... sono qui>> strinse la presa sulla sua mano, un piccolo sorriso gli tirò le labbra e si concentrò per trasmettere una sicurezza che non provava attraverso il legame e inondarlo del proprio profumo di cui l'altro necessitava.

Poco dopo la sua domanda ebbe una risposta ed una conclusione.
<<Ma Selene santa!>> si sentì imprecare il padre, il susseguirsi di parole non degne di essere scritte era normale per Caleb, ma il tono e la frequenza fecero preoccupare anche i più avvezzi, compreso Clayton che si girò preoccupato. Alla fine del branco, dove c'erano poco prima i due ex capo branco, non c'era altro che il vuoto.
Ci fu un silenzio confuso di dieci minuti, facce di chi si aspettava uno scherzo che sarebbe avvenuto in fretta, ma né Caleb né Olcan ricomparirono da dietro la corteccia degli alberi.

Ci fu una preoccupazione generale e, senza sparpagliarsi o perdersi di vista, tutti iniziarono a cercare i due compagni. Minuti interminabili si susseguirono e quando anche il peggio era stato preso in considerazione, ecco un ringhio di Caleb provenire dalle fronde di un albero. <<Brutto bastardo, è tutta colpa tua ed io ti ho pure sposato>> la voce venne attuita proprio mentre diceva la frase, come se qualcuno gli avesse tappato la bocca.
Edith sospirò e alzò gli occhi.
Si girò verso Easy che sorrise anch'egli. <<Li lasciamo qui?>>

<<EASY>> un coro mezzo spaventato e mezzo perplesso gli urlò contro e il beta alzò le mani al cielo, borbottando il fatto che nessuno comprendesse l'ironia.
<<Quindi? Che diavolo->> Sunny non fece tempo a finire la domanda che Edith si portò un dito alle labbra, intimandogli di stare in silenzio. Tutti lo fecero, potè notare Erik, immediatamente.
Yogi e Arrow si erano stretti le mani e il più alto aveva posizionato il mento sulla testa del corvino, come a tenergli presente che ci fosse lui a proteggerlo e di non preoccuparsi.
Erik non riuscì a non sorridere nel constatare che Zephir, la versione lupo di Zephir, si era avvicinata silenziosa come un'ombra ai due, separato giusto da un metro di circostanza. L'alpha protegge sempre il proprio omega, o i propri omega.

<<Olcan, dimmi che hai pestato una radice ed io pesto te>> annunciò infine Edith, sospirando e guardando in alto verso l'ignoto, come se potesse seriamente vedere attraverso quel manto di foglie lilla. Ci fu un susseguirsi di mugolii di Caleb, talmente innervositi da confermare le parole dell'alpha. <<Non vi avevo detto che gli alberi sono permalosi?>>

Ridacchiarono tutti, Erik guardò il conpagno con una espressione confusa e l'altro alzò semplicemente le spalle, socchiudendo gli occhi. La stanchezza era più che visibile sul suo volto e l'omega sospirò, alzò una mano e gli accarezzò i capelli scuri in un moto di dolcezza.
Si perse negli occhi marroni dell'alpha che, confermando il loro legame e la sua categoria, si colorarono di rosso e l'azzurro tiepido del minore li seguì poco dopo.
Si distrassero talmente tanto da non notare nemmeno i due genitori dell'omega venir tirari di nuovo giù dai rami dagli alberi, sotto gentile, più che gentile, richiesta di Edith che, nel frattempo, non aveva perso tempo e aveva iniziato a sgridare i due adulti come fossero bambini.

Gli alberi non sono un gioco, affermava, soprattutto da quelle parti. Caleb non ascoltò neppure due secondi e, non appena si fu liberato dalle foglie e i rametti che infestavano il suo corpo quanto tarme nel legno, scappò, letteralmente correndo, nella direzione in cui stavano proseguendo già prima. Fu il primo a trovare uno spiazzo quando venne buio e con l'aiuto degli altri, si premurò di accendere un fuoco attorno al quale ci sarebbero state altre discussioni e risate, una piccola parvenza di quiete che aiutava chiunque di loro a rimanere concentrato sulla vita.

Così si concluse il trentacinquesimo giorno di cammino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 27, 2023 ⏰

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La tana del lupo -i lupi vivono cinquecento anni-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora