Lunedì mattina.
07:00 in punto.
Suona la sveglia. Ci siamo, inizia una nuova giornata.Se c'è una cosa che odio, oltre al lunedì mattina, è il rumore della sveglia.
E' un odio che si protrae dai tempi delle superiori.
Invidio molto le persone che riescono a svegliarsi ancora prima che quel diabolico apparecchio suoni. Io invece non riesco. Non sono proprio una persona mattutina. Fosse per me, rimarrei a poltrire nel letto ore ed ore.
Sfortunatamente, ahimè, non posso farlo. Il dovere chiama. L'università mi attende.Decido, quindi, di alzarmi a malincuore dal mio adorato letto e mi dirigo verso il bagno, sperando che una doccia calda riesca a darmi la carica giusta per affrontare questa nuova settimana.
Finisco di prepararmi e guardo l'orologio: le 07:30. E' quasi ora di uscire di casa.
Prendo lo zaino, butto dentro il tablet e la mia fedele borraccia.
Prendo le chiavi di macchina, chiudo la porta di casa e, finalmente, esco.A differenza di molti miei colleghi, che prendono il treno, io preferisco recarmi in università in macchina. Adoro guidare, potrei farlo per ore intere. Sempre a patto che la radio sia accesa.
Adoro ascoltare la musica mentre guido, oltre a concentrarmi mi da l'opportunità di svegliarmi del tutto dal torpore mattutino. E' un pò una seconda sveglia, decisamente più piacevole della prima.Il viaggio passa in modo piacevole ed, in men che non si dica, arrivo al mio solito parcheggio.
L'attimo prima di spegnere la macchina, in radio passano il segnale orario
"Buongiorno cari ascoltatori, sono le 08:00!"
Strano ma vero, sono in perfetto orario.***
Spazio autrice → Salve a tutt*, sono tornata! Perdonate la lunga assenza di questi mesi ma la mia vena artistica era sparita. Spero di riuscire a pubblicare qualche altro capitolo :)
Spero che, per ora, la storia vi piaccia. Vi avverto, ne succederanno delle belle.
STAI LEGGENDO
The First Dance | Space Valley
FanfictionTutto parte da un campo da basket, in una calda sera di Agosto. Un incontro casuale, sfuggente ed inaspettato. Isabella non avrebbe mai immaginato che, proprio grazie a quel campo da basket, la sua vita avrebbe poi preso una piega SPAZIALE.