𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚎𝚒𝚐𝚑𝚝

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⚠️AVVISO⚠️: in questo capitolo sono presenti degli accenni alla violenza e al sangue, quindi se sei "sensibile" nei confronti di tali contenuti, meglio saltare la parte in questione!❤️

𝘝𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘰́

Levi mi fissò intensamente, senza staccare neanche per un secondo lo sguardo dal mio

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Levi mi fissò intensamente, senza staccare neanche per un secondo lo sguardo dal mio. Fu proprio in quel momento, mentre discutevamo, che colse l'occasione per studiarmi più da vicino. Sebbene non sapesse praticamente nulla di me, potevo benissimo dire che mi detestasse. Non sopportava la mia schiettezza e la mia maleducazione, si era capito, ma avrebbe dovuto farci presto l'abitudine. Non sarei cambiata per nessuno, figuriamoci per un idiota che nemmeno conoscevo. Sul suo viso pallido, simile alla porcellana, apparve una smorfia di disgusto.
Se non la smette di fissarmi lo uccido, mi mette a disagio.

Passai una mano tra i capelli, che mi ricadevano con leggiadria sulle spalle, nella speranza che distogliesse lo sguardo.
Nessuno ha mai pensato di strozzarlo con quella specie di fazzoletto che porta al collo?
Le mie labbra si piegarono in un ghigno derisorio, mentre un sospiro scocciato fuoriuscì da quest'ultime. Levi, accortosi di essere stato colto in flagrante, riportò immediatamente la sua attenzione al biondo dietro di noi, che ora ci osservava con malizia.
Di sicuro aveva notato le occhiate insistenti del mio futuro capitano e, ci avrei messo la mano sul fuoco, pareva avere in mente qualcosa.

"Scusami Erwin, ma una domanda mi sorge spontanea: una come lei in che modo potrebbe tornarci utile in battaglia? A me sembra solo una mocciosetta insolente che non vede l'ora di morire, sopravvissuta per miracolo all'attacco di quel gigante."
Scoppiai in una grassa risata, però mi ricomposi subito appena capii stesse dicendo sul serio. Infondo non dava per nulla l'aria di essere un tipo amante degli scherzi. Aggrottai le sopracciglia, come si permetteva di mettere in discussione le mie abilità? Rabbia allo stato pure incombé su di me, strinsi i pugni, ancora più forte di prima.

Erwin se ne accorse e sorrise furbamente, stava per mettere in atto il suo piano.
"Sono sicuro che Meghami sia una risorsa preziosissima per il nostro esercito, lo ha dimostrato in più occasioni, aiutando l'umanità anche quando la sua squadra era stata distrutta...ma, se proprio ci tieni, che ne diresti di testare le sue capacità nel combattimento corpo a corpo?"
Ecco cosa stava tramando, bastardo.
"No, assolutamente no." Rispose il corvino, tagliando a corto la conversazione, senza darmi il tempo di elaborare completamente la domanda.
E questo dovrebbe essere il guerriero più forte dell'umanità? Davvero è il famoso Levi Ackerman di cui Luna mi ha parlato durante tutta la settimana?
Che delusione.

In tutta onestà, non mi andava realmente di combattere, ero ancora indolenzita, le gambe mi facevano un po' male. Eppure, una vocina dentro la mia testa mi spinse a sfidarlo, dovevo dimostrargli di essere più di una semplice ragazzina. Levi si girò, scocciato di restare lì. Intuendo che stesse per andarsene, feci qualcosa di inaspettato, di cui presto, forse, mi sarei pentita.

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