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Dopo le parole di Namjoon entrarono tutti nel vagone successivo, sussultando quando dietro Yoongi (l’ultimo ad entrare) la porta si chiuse aggressivamente

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Dopo le parole di Namjoon entrarono tutti nel vagone successivo, sussultando quando dietro Yoongi (l’ultimo ad entrare) la porta si chiuse aggressivamente.
La stanza si illuminò abbastanza da far vedere gli innumerevoli specchi presenti nel vagone, alcuni con i loro nomi incisi.
<La prossima volta non mi fiderò di quello che dice Jin> disse Jungkook non trovando niente di tranquillo come aveva detto il più grande
<Non era così quando mi sono affacciato, è cambiata> ammise il viola avvicinandosi allo specchio con il suo nome
<Non mi fido> parlò Yoongi toccando il vetro davanti a sé
<Nessuno si fida vai tranquillo> rispose freddo Taehyung prima di perdere la vista, seguito poi dagli altri.
I sei ragazzi senza accorgersene si erano posizionati di fronte i loro rispettivi specchi, non sapendo come questi avrebbero fatto ripercorrere uno dei loro incubi più profondi.
Il caso decise di fare incontrare Namjoon e Taehyung, che insieme camminavano nel vuoto più totale, sotto di loro una corsia stradale e attorno il buio.
Taehyung inaspettatamente fu il più tranquillo dei due, si era avvicinato al più grande che si toccava il fianco ferito e macchiato di sangue ancora fresco. Non riuscirono a parlare rendendo l’atmosfera più spaventosa di quanto già fosse.
Il platino tossiva e sputava sangue, non riuscendo nemmeno a respirare correttamente; mentre Taehyung appena gli cadde addosso il corpo debole di Namjoon cercava di salvare il suo amico fallendo miseramente. L’incubo dei due si era scambiato, la paura di morire del grigio era passata a Namjoon, mentre la paura di non riuscire ad aiutare in caso di bisogno del platino era passata a Taehyung.
Dall’altra parte Jimin e Jungkook, il più piccolo che scappava da Jungkook che tentava di ucciderlo con le sue stesse mani. Si trovavano all’aperto circondati da alberi e risate di bambini che giocavano al parco. Anche qui le paure dei due si erano scambiate. Jungkook aveva paura di non sopravvivere al gioco del treno cercando in tutti i modi di uccidere il biondo l’ultimo rimasto (l’incubo di Jimin); mentre l’altro scappava immaginando che dietro di sè non ci fosse il corvino a rincorrerlo ma beh sì suo padre, che cercava di trasmettere tutto il suo dolore nel corpo del figlio (incubo di Jungkook).
E per ultimi Jin e Yoongi ad una sfilata di moda. La paura di Jin rimase al suo posto come quella di Yoongi. Il viola aveva paura di rimanere da solo, aveva paura di non essere abbastanza bello per qualcuno, infatti stare in un luogo con bellezze diverse lo destabilizzarono. Mentre l’altro odiava stare in luoghi affolati, aveva paura di essere notato e avere tante attenzioni fino a rimanere da solo, e dimenticato nel momento del bisogno.
Quando i sei si svegliarono stesi sul pavimento vicino al loro riflesso, il loro corpo si allontanò da solo, non intento ad aspettare un comando.
Indietreggiarono così tanto da far toccare le loro schiene, sussultando poi  non aspettandosi in quel momento del contatto.
Si guardarono negli occhi le coppie che avevano condiviso il sogno, assicurandosi che entrambi stessero bene.
Taehyung si buttò addosso a Namjoon alzandogli la maglia per vedere se fosse ancora ora ferito al fianco. Sospirò sollevato vedendo che fosse tutto apposto e notando il sorriso rassicurante del platino.
<Ah fanculo> si mise le mani nei capelli Jungkook respirando lentamente ancora scosso
<Meglio questo che quello di prima> continuò Jimin felice di vedere tutti quanti svegli
<State bene?> chiese Jin alzandosi appena la sua vista tornò del tutto
<Tutto interi> rispose Namjoon anche per Taehyung
<Non voglio sapere cosa avete visto> disse secco Yoongi tenendo lo sguardo basso
<Non credo nemmeno che convenga..> gli dette corda Jungkook scompigliandogli i capelli
<Abbiamo finito? Siamo tutti salvi?> domandò poi il grigio felice di non averci lasciato le penne
<Io non credo.. è impossibile che sia tutto qui->
<Puoi per una volta essere positivo? Forse la tua idea di tornare a casa sani e salvi può avverarsi> disse Jungkook bloccando Jimin
<Hai detto bene Kook, forse> ammise Yoongi prima di sentire qualcosa di piccolo cadere a terra
Si girarono tutti di scatto portando lo sguardo nel lato che aveva fatto rumore.
Uno specchio era completamente caduto a pezzi, lasciando grandi pezzi di vetro sul pavimento.
<Che significa? -gridò il castano- Qui c’era il mio nome! Dovevamo uscire tutti insieme-> si zittì sentendo lo stesso rumore dalla parte di Jimin
Lo stesso successe a Jungkook, a Namjoon e infine a Taehyung. L’unico che rimase con lo specchio intanto fu Jin, che terrorizzato aveva guardato il platino dicendogli di aiutarlo e non abbandonarlo.
Nessuno parlò, non provarono nemmeno ad avvicinarsi al corpo del viola, sicuri che se il destino aveva scelto di sacrificare lui non ci sarebbe stato modo di salvarlo.
<Jin respira… è tutto okay> gli sorrise Taehyung non riuscendo a tenere una lacrima che cadde e rigò la sua guancia
<Non voglio andarmene-> si zittì sentendo una voce proveniente dal suo specchio
<Jin?> lo richiamò Namjoon allungando una mano che venne subito ritirata indietro
Ipnotizzato dalla voce che continuava a chiamarlo dolcemente, il viola si avvicinò lentamente al vetro che continuava a riflettere la sua immagine.
<Jin!> urlò stavolta Jungkook sperando di riportarlo sulla terra
Il ragazzo toccò lo specchio con una mano, poggiando poi pure l’orecchio chiudendo gli occhi, così da sentire meglio quella voce sconosciuta.
Taehyung corse dal nulla toccando e tirando a sé in un abbraccio il ragazzo sotto ipnosi, che grazie al calore del corpo del più piccolo si risvegliò riprendendo un grande respiro.
Peccato che una volta che il destino aveva scelto chi sacrificare niente e nessuno poteva fermarlo.
Un'aria gelida e forte fece cadere il grigio che volo fino a schiantarsi sulla parete del vagone, prendendo poi di peso Jin che senza avere nemmeno il tempo di capire cosa stesse per succedere, si schiantò aggressivamente nel suo specchio rompendolo in mille pezzi.
Jungkook corse ad aiutare Taehyung che tossiva e si toccava la schiena dolorante, mentre Namjoon e Jimin corsero per dare soccorso a Jin che era caduto a terra dopo la botta.
Il platino girò delicatamente il viso del più grande pieno di vetri e sangue, con gli occhi chiusi.
<E’ morto…> disse il biondo toccando il collo e sentendo la mancanza dei battiti cardiaci
Un singhiozzò e una lacrima, Namjoon strinse il corpo di Jin al suo petto, non volendo credere che pure lui lo avesse abbandonato, non volendo lasciarlo andare.
<Nam -lo richiamò Jimin allontanandolo lentamente dal corpo adesso senza vita- Non è colpa tua> gli prese la mano
<Mi dispiace Jin> cadde in ginocchio il platino triste, vedendo poi la catena che prese il ragazzo (come aveva fatto con Hoseok) e farlo scomparire

×××spazio aiutare×××

Avevo voglia di postare due volte oggi... spero che vi stia piacendo questo racconto

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