Capitolo 23

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La cena si era appena conclusa. Mentre le donne continuavano a chiacchierare insieme a Markus, Dave si alzò da tavola e parecchio insonnolito non pensò due volte ad andare a dormire. Non aveva mai avuto problemi quando aveva ancora la sua vita ma siccome ora il suo ruolo era ancora più importante, richiedeva qualche sforzo anche al proprio sonno. Non aveva mai fatto fatica ad addormentarsi e adesso nella sua nuova vita era sempre stanco. Si svegliava alle 5 del mattino prima di tutti gli altri, non gli piaceva molto dormire, al contrario preferiva essere più produttivo durante la propria giornata. Da mesi, ormai, cacciava con il gruppo. Camminava per le strade abbandonate in silenzio e scrutava ogni piccolo angolo di esse. La mattina presto amava fare il suo giro nei boschi e percorrere i sentieri di ghiaia. Quell'avventura la faceva da solo. Accarezzava gli alberi e volgeva lo sguardo verso la parte più buia del bosco. Lui non aveva paura, anche da piccolo accompagnava a lavorare il padre falegname. Suo padre gli aveva insegnato ad amare la natura e le proprie imperfezioni. Una cosa che vedeva spesso fare da suo padre era guardare il bosco con tanto amore come se lui stesse fosse stato cullato dagli altissimi alberi. Quando tornavano a casa, ad aspettarli vi erano la madre Anna e la sorellina Jasmine. Ricordava il sorriso di sua madre quando Dave e suo padre rincasavano, pronto ad accoglierli. Dave aveva una grandissima nostalgia di quei tempi in cui le sue preoccupazioni erano aiutare i propri genitori con le mansioni e proteggere sua sorella minore. Jasmine era stata così importante per lui, la proteggeva sempre con cura come fosse la pietra più preziosa. La situazione cambiò quando Dave si sposò con Camille. Lei era una donna meravigliosa dai capelli rossi, aveva origini scozzesi e amava sempre vestirsi con tonalità floreali. Tuttavia l'amore per questa donna e quello che comportava l'impegno matrimoniale lo avevano allontanato involontariamente dalla sua cara Jasmine che si era trasferita all'estero. Dopo che era tornata a casa, non l'aveva più contattata e quando era scappato dalla loro città natale, lui non poteva sapere cosa le era accaduto e questo gli faceva male. La cosa più devastante era che non aveva la minima idea di quello che le fosse successo. Non la vedeva più da quando era finito il mondo e i suoi conoscenti avevano iniziato a divorarsi a vicenda. Aveva perso, inoltre, l'interesse dopo la morte di Camille, sua moglie a cause di un tumore al cervello. Ora sembrava che la morte improvvisa del mondo avesse fatto rinascere in lui la voglia di rivedere Jasmine.

Dave frugò nel cassetto della sua camera e prese tra le mani una foto di famiglia che era riuscito a portare con sé durante la fuga di casa. Sarebbe mai riuscito a rivederla? Prima di addormentarsi impostò la sveglia sul suo orologio.

Si svegliò alle 5 come ogni mattina, pronto per fare il suo giro mattutino nel bosco dietro la villa. Non si aspettava di riuscire a trovare molto, ma si accontentò lo stesso di essere circondato dalla natura. Mentre usciva dalla porta, con il suo zaino sulle spalle e con il fucile in grembo gli sembrò di notare un' ombra. Era esile e sembrava dipinta delicatamente sul marciapiedi. Per un attimo fu spinto a chiamare il nome della sorella, il suo cervello giocava con i suoi ricordi ma decise di non farlo perché sarebbe stato impossibile trovarla lì. E allora chi era?

Avanzò lentamente cercando di capire se ci fosse un intruso in attesa di agire contro la loro dimora ma giunto dietro all'ombra capì che fosse.

"Megan" sussurrò con una nota di stupore. Quella che vide fu il viso sciupato dal sonno

"Chi sei?" gli rispose con il viso ancora avvolto nel buio.

"Non dovresti stare qui" sussurrò lui senza capire il motivo della sua presenza lì, a quell'ora.

"Preferisco stare qui piuttosto che stare seduta sul letto senza chiudere occhio"

"Devi riposare" disse lui

"E se non riuscissi?"

"Devi sforzarti" disse Dave che non sapeva che pensare.

Solo dopo qualche minuto, Megan si accorse che Dave portava uno zaino sulle spalle e portava con sé un fucile.

"Dove stai andando?" si alzò all'improvviso e si avvicinò a lui.

"Faccio un giro" rispose lui in modo molto semplice

"Ma è pericoloso quando è ancora buio"

"Non c'è problema se sono armato"

"Credi che possa aiutare anche me a dormire?"

"Non ti permetterò di venire con me. Potrebbe essere pericoloso"

"In teoria, se sei armato non potrà succedere nulla".

Dave sospirò e scosse la testa "Non posso", all'improvviso furono il buio e la stanchezza che lo misero in difficoltà. Iniziò ad agitarsi e Megan sorpresa vide anche qualche lacrima sulla sua pelle barbosa. Sorpresa, non riuscì a proferire parola continuando a fissarlo senza capire.

"Non sono riuscito a proteggerla" pianse disperatamente.

"Cosa? Ma di chi stai parlando?" domandò lei.

"Non ha importanza" la lasciò così e a passi pesanti si diresse verso il bosco. Megan, corse nella sua stanza e cadde in un sonno profondo.

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora