Capitolo 30

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Quella fredda mattinata di novembre, il risveglio fu accompagnato da una sensazione strana. A svegliarla non fu il rumore proveniente dalla cucina come accadeva abitualmente ma uno spiffero gelido che le scivolò sulle punte dei piedi.

Infastidita, Megan si alzò dal letto e corse a chiudere la porta della stanza che in qualche modo era stata aperta. Dopo aver imprecato al contatto con la maniglia gelida si mise le scarpe e notò che Nicole era ancora a letto.

Scese in cucina e si affrettò a preparare la colazione siccome gli altri si erano già arrangiati da soli. Malgrado, si sentisse tranquilla, poteva sentire che l'atmosfera era tesa.

"C'è qualcosa che non va?" domandò sedendosi a tavola con gli altri.

"Il cibo sta finendo" esordì Dave

"Ma come?" iniziò a masticare lentamente la frutta nel suo piatto "Fino all'altro ieri sembrava andasse tutto bene"

"Per un bel po' dovremo rinunciare alla colazione e accontentarci del pranzo e della cena" disse Deanna

"Quindi la situazione non è così grave" commentò Megan

"Cerchiamo solo di essere ottimisti"

"Stiamo per morire di fame!" piagnucolò Dolly come una bambina.

Megan strinse la sua tazza di caffè e ne bevve l'ultimo sorso cercando il più possibile di gustarlo, perché per un bel po' di tempo non lo avrebbe più bevuto.

Alla fine del pasto, il gruppo si ritirò per decidere il da farsi. Non potevano restarsene lì a piangersi addosso. Solo Megan decise di staccarsi un attimo dagli altri per pensare, Deanna se ne accorse e la seguì.

"Dove vai?" le domandò quasi sorpresa.

"Non vi servo. Tanto le decisioni le prendono Dave e John no?"

"Anche tu fai parte del gruppo"

"Però stamattina ci siete andati da soli a caccia. Non vi siete neanche preoccupati di svegliarmi o dirmi che ne so, che se mi ero presa un impegno dovevo rispettarlo. Tanto sarei venuta"

"Non dire così. Sembri una bambina capricciosa"

"Io sembro una bambina capricciosa? A me sembra che mi stiate escludendo solo perché sostengo la mia amica che è considerata la pazza del gruppo" fece una pausa "aspetta, era per quello che c'era la porta aperta? Sei per caso venuta a vedermi mentre dormivo e ti sei dimenticata di chiuderla? Incredibile"

"Oh smettila... non vedi in cosa siamo coinvolti? Pensi davvero a questo? Tu e la tua amica dovreste iniziare a mettere la testa a posto".

Per Megan quel discorso non aveva senso, aveva fame, era triste perché la situazione stava peggiorando e in più ora la stavano escludendo da ciò che in quel momento era la cosa più importante per lei. La caccia era l'unica cosa per cui poteva ritenersi utile. Era stanca. Se ne andò sbuffando.

In camera trovò Nicole sdraiata sul letto malinconica.

"Alzati. Ora" le ordinò irritata.

Nicole si alzò di scatto e la guardò preoccupata "è successo qualcosa?"

"Per colpa tua e delle tue preoccupazioni inutili stavano per buttarmi fuori dal gruppo. Ho faticato tanto per questo. Credevo che avessi capito le regole,io caccio tu cucini. Così funziona. Ma sembra che tu non abbia capito. Non fai altro che piangerti addosso per quello che sta succedendo. Ti sento la notte. Piangi continuamente, ti sento invocare Margaret. Le chiedi di portarti via con lei, ovunque si trovi ora" Megan parlava e l'ira la faceva tremare. Nicole stava iniziando a piangere.

"Pensi che per me sia diverso? Mi sveglio presto tutte le mattine, ogni giorno è sempre la stessa storia. Di notte sogno una casa grande, bella e spaziosa. Sono realizzata e sto ancora con lui. Io mi odio per questo sognarlo mi consola. In fondo, avremmo avuto una vita insieme se tu non ti fossi messa in mezzo. Invece sono qui con te, mi sveglio alle 6.30 del mattino e sempre di malumore"

"Come puoi dire questo?" iniziò a singhiozzare Nicole, non riuscì a trattenersi. Con lei era abituata a sentirsi libera e a piangere quando succedeva qualcosa o lo riteneva necessario. Era incredibile per lei, dover piangere per quello che stava dicendo la sua migliore amica.

" Tu sei la mia migliore amica..."

"Oh smettila" ribadì Megan "Sai perché siamo sempre state legate? Litigavamo davvero poco e per delle scemenze. Per noi era quasi assurdo inveire una contro l'altra. Ora siamo cresciute, siamo della adulte e non puoi rispondere così se sono arrabbiata con te, questo non c'entra nulla"

"Non te l'ho mai impedito di urlarmi contro" Nicole iniziò a sentire le lacrime scorrere sul suo viso lentamente. Non le asciugò perché non le sentiva su, non era sua responsabilità occuparsi di quello al momento.

'"Oh, io non potevo dirti nulla. Eri tu quella studiosa! Io pensavo sempre ai ragazzi mentre tu stavi a casa,uscivi solo con me. Come potevo lamentarmi se la poco di buono ero io? Se ne accorgevano anche loro quando gli parlavo di te, troppo santa, troppo intelligente. Sono sempre stata zitta, non mi sono mai lamentata perché tu avevi bisogno di me e io di te. Ma ora siamo delle donne e penso sia arrivato il momento giusto per affrontare l'argomento. Quando siamo arrivate qui, ci sono state imposte due condizioni: io dovevo occuparmi della caccia e tu della cucina. Credi che se non avessimo accettato ci avrebbero accolte? E ora, mentre cerco di restare viva tu non fai altro che guardarmi con nostalgia, sono diventata un'altra persona, povera Nicole cosa farà senza di me? Hai suggerito al gruppo di lasciarmi in disparte, perché ero stanca. Ora è come se non fossi più una di loro. Io ti ho difesa mi sono battuta. Ho pensato, se non lo faccio io chi lo farà mai? Mi è costato tanto.Pensi che Markus muoverebbe un muscolo per questa storia? Hai visto come reagisce quando ti danno della pazza? Se ne sta zitto perché per lui non vale la pena di immischiarsi. Ora non fraintendermi, non ti sto dando la colpa per tutta la situazione, ma almeno invece di piangerti addosso cerca di capire che anche io come te sono disperata. Mi manca la mia vita, anche il mio fidanzato lo ammetto. Avrei voluto avere una famiglia con lui e trascorrere la vecchiaia. Tralasciando questo, ti chiedo di smettere di far la vittima, perché tu qui non sei l'unica che sta soffrendo. Ci sono anche io ma me ne sto zitta. Vedi di comportarti da persona matura".

Non diede tempo a Nicole di reagire, uscì dalla stanza e sbattè dalla porta. Si ricordò dell'assemblea e scese ad ascoltare quello che avevano da dire. 

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora