Capitolo 1

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La sveglia di Nicole suonò alle 5:30 esatte, giusto il tempo di andare a correre fino al parco, tornare a casa, fare colazione ed essere in ufficio per le 8. Megan le aveva sempre detto che il lavoro che faceva era troppo pesante per sopportare questi ritmi, ma Nicole voleva a tutti i costi dimostrare a sé stessa che poteva fare questo tutti i giorni. Non aveva un fidanzato perché si sentiva troppo pigra per avere una relazione, eppure, se la mattina avesse incontrato il sosia di Chris Evans forse ci avrebbe fatto un pensierino.

Durante gli anni delle superiori, perciò, non si era impegnata come le normali ragazze della sua età a curare il proprio aspetto fisico e non aveva sacrificato metà della sua paghetta mensile per andare a qualche concerto. Aveva preferito credere, sin da giovane che il duro lavoro era l'unico reale piacere della vita.

Quella mattina, il poco fiato che aveva si era trasformato in una grande lisca che dopo essersi depositata nella gola le bucava la pelle, e ciò la costrinse a sedersi sulla prima panchina vicina. Si sedette stanca, le goccioline di sudore le provocarono brividi di freddo al contatto con il legno freddo della panchina. Un merlo si appoggiò al ramo di un albero davanti a lei. L'uccello si guardava intorno, affamato proprio come Nicole lavorava per ottenere la promozione da inizio anno. Tutto era iniziato quando Oliver Harris, il vicepresidente dell'associazione era andato a sciare e dopo una brutta caduta si era rotto il ginocchio, i medici avevano consigliato caldamente di prendersi una pausa e ciò includeva anche il lavoro. In ufficio, le ragazze che come lei lavoravano sodo agivano in modo diverso: c'era Susan Collins che come lei passava intere nottate a studiare la sua prossima mossa e chi come Sharon Benson a cui bastava vestirsi scollata per attirare l'attenzione di Paul Harris, il fratello del malcapitato.

Dopo che l'uccello volò via, Nicole prese un respiro profondo e si disfò la coda. I capelli mossi castani ricaddero sulla nuca sudata, le ciocche bagnate dal sudore le fecero ricordare episodi delle superiori che non era mai riuscita a dimenticare. Le mani pesanti di Lucy Brown che le stringevano duramente la nuca, e che come mattoni le infilavano la testa nella tazza del water come un mattone gettato in acqua. A scuola non si era mai esposta più di tanto, e non lo riteneva necessario. Un giorno sua madre lo aveva scoperto e voleva parlarne con lei ma Nicole era impazzita e si era chiusa in camera per una settimana. Il cambiamento era avvenuto quando in terza superiore una ragazza di nome Megan si era trasferita nella sua città per stare con i nonni dopo la morte dei genitori. Stare con Megan la faceva sentire più forte e le dava il coraggio di affrontare il mondo, un giorno riuscì anche a far sospendere Lucy e il suo gruppetto. Anche se era riuscita a chiudere quel periodo triste della sua vita, sapeva, che non si sarebbe mai dimenticata tutto quello che aveva passato.

Ancora a 26 anni non riusciva ad eliminare quei brutti pensieri, anche se si era promessa di farsi valere nella sua futura vita lavorativa. Si alzò carica e tornò a casa per fare colazione. Sul tavolo della cucina trovò un bigliettino "Buona fortuna al lavoro, ti voglio bene. Baci". Quello che la faceva stare bene di prima mattina era proprio l'amore di sua madre, sparso per casa per mezzo di bigliettini e sorrisi. Aveva sempre avuto un buon rapporto con lei, la vedeva come la sua migliore amica dopo Megan. Era quel genere di madre che consiglia la propria figlia per mezzo di aforismi e che la rimprovera con dolcezza ma senza urlare.

Dopo aver affrontato il caldo afoso del traffico, parcheggiò la macchina dietro l'azienda e corse verso l'ingresso per rimediare il suo ritardo di dieci minuti. Salì in ascensore, con lei vi erano una donna e un uomo: la donna era intenta a visitare un profilo Instagram, mentre l'uomo si sistemava la cravatta davanti allo specchio stretto dell'ascensore. Finalmente arrivò al quarto piano. Ad accoglierla il rumore dei tacchi a spillo di Sharon e la voce di Susan al telefono, uscì dall'ascensore e si avviò verso la scrivania.

"Alla buon'ora" disse una vocina fastidiosa alle sue spalle, Sandy Harris la fissava seduta sulla sua scrivania a gambe incrociate a bere il suo caffè. Sandy era la sorella di Oliver e Paul Harris, una figlia viziata dal padre poiché l'unica figlia femmina in ogni momento della sua vita aveva ottenuto ciò che voleva. Nicole si arrabbiò pensando che fino a quel momento l'avversaria più temibile era la ragazza che urlava al telefono nella stanza accanto. Avrebbe dovuto contendersi la promozione con la figlia del capo e questo non la rassicurava.

"Sandy...ciao. Sei tornata" la salutò Nicole, cercando di nascondere la sorpresa dalla presenza della ragazza

"Sono appena tornata da Las Vegas con James, non voglio torturarti sono di buon'umore" aggiunse bevendo un altro sorso della sua bibita, Nicole annuì con un sorriso tirato

"Com'è stato il viaggio? Che hai fatto di bello?" le domandò Nicole con ancora la giacca in mano

"Perché stamattina sei arrivata in ritardo?" le rispose

"Beh, sai, abito a trenta minuti da qui e c'è sempre traffico. Non ti dico stamattina" Sandy annuì e si alzò per buttare il bicchiere di plastica, la lasciò sola senza neanche salutare

"È stato un piacere anche per me" mormorò Nicole.

Si sedette alla scrivania e indossò gli occhiali da vista

"Buongiorno tesoro" la salutò Nathan, sistemandosi il ciuffo biondo "è tornata la miss" disse lanciando un'occhiata all'altro ufficio

"Ho visto, il viaggio le ha fatto proprio bene. È diventata più viscida di prima" commentò lei sbuffando

"Ehi, io so che avrai tu quella promozione" la rassicurò Nathan

"Quando dovevo battermi con Susan erano tempi d'oro, ora devo vedermela con la figlia del capo!" Nicole si gratto la fronte nel panico

"Tu sarai splendida, gli farai vedere chi comanda. Io credo in te, e so che se tu dovessi ottenere quel posto, beh sarebbe il perfetto sogno americano".

La giornata lavorativa di Nicole si concluse con un'emicrania dovuta al pensiero fisso della promozione nelle mani di Sandy Harris. Prese un'aspirina e si preparò per andare a pranzo con la sua migliore amica.

Apocalisse zombie- L'ombra dietro di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora