Il giorno dopo tornarono a scuola insieme, sotto gli sguardi soddisfatti di Yoshiko e Iwazumi. Non si sapeva come, ma la scuola già sapeva di tutto. Forse perchè Arika non aveva tenuto in conto che alla fine della partita erano ancora tutti sugli spalti e lei si era letteralmente lanciata in braccio a Tooru in fianco alle panchine. Ottimo. Ma era contenta di averlo fatto. Non ci aveva pensato, l'istinto aveva prevalso sulla ragione. Il suo cuore le diceva di fare questo e lei, per una volta, lo ascoltò.
Le lezioni passarono con una lentezza assordante. O forse erano loro a percepire il tempo così a rilento. Ovviamente, dopo che erano riusciti ad avvicinarsi di nuovo, non volevano più separarsi dall'altro e starci ogni minuto della giornata. Certo, col passare dei mesi questa cosa si sarebbe leggermente pacata, ma per ora era così.
Appena la campanella che segnava l'inizio dell'intervallo suonò, Arika si fiondò fuori dalla classe, per dirigersi verso il solito tavolo dove mangiavano i ragazzi della squadra, seguita a ruota da una Yoshiko che non riusciva a starle dietro, arrancando per i corridoi.
Kunimi fu il primo a notarla, invitandola a sedersi con loro. Si affiancò a Tooru, lasciandogli un bacio sulla guancia mentre lui mangiava. Prese il suo pranzo e cominciarono a parlare del più e del meno. Tuttavia era in mensa per vedere il suo ragazzo, per questo, da sotto il tavolo, afferrò la mano fredda di Tooru, stringendola e facendo spuntare sul viso di lui un sorriso smagliante.
Y:«Quand'è la prossima partita con delle altre scuole?»
I:«Non saprei, probabilmente, prima che inizino i nazionali, chiameranno le scuole che si sono classificate alle semifinali per un training camp.»
M:«Davvero? Sarebbe una figata!»
Kunimi:«Vero, Matsukawa ha ragione. Mi piacerebbe un sacco mettermi alla prova con altre squadre»
O:«Parlerò con il coach per saperne di più»
Notando il tono sconsolato del capitano, Arika strinse ulteriormente la presa sulla sua mano.
Tooru era convinto di aver perso pure la dignità. Per lui, quella del giorno prima, era una sconfitta bella e buona. Aveva perso contro il suo rivale, facendo cadere la reputazione della scuola. Inoltre, da buon capitano, avrebbe dovuto tirare fuori il meglio dai suoi compagni, ma come poteva farlo se il primo a non riuscire ad impegnarsi al massimo era lui? Tuttavia, la presenza di Arika al suo fianco, gli aveva leggermente tirato su il morale.Quel giorno il signor Nobuteru voleva vedere i ragazzi. Li chiamò in palestra e Arika, insieme a Yoshiko, volle assolutamente seguirli. In realtà un motivo c'era. Aveva intenzione di riprendere il suo incarico di manager, proponendo al coach di tenere con loro anche Yoshiko. Poi se quest'ultima iniziava a diventare insopportabile, potevano sempre abbandonarla in tangenziale.
il signor Nobuteru, appena ascoltò la richiesta della ragazza, fu molto felice di riprenderla in squadra, accettò anche di far restare Yoshiko, in modo da avere degli aiuti in più.
Appena i ragazzi tornarono in palestra, il coach parlò loro della partita del giorno prima. Sottolineando gli errori e i punti di forza. Fece i complimenti ad ogni singolo giocatore che era stato in campo. Tranne che a uno. Esatto, proprio a Oikawa. Il ragazzo non capiva il perchè. Il motivo era che sapeva già cosa gli avrebbe detto l'allenatore o che, i complimenti, non se li meritava?Tooru, a prima vista, può sembrare una persona positiva e solare, ma, ad uno sguardo più attento, si possono notare le sue svariate insicurezze. Furono proprio queste a farlo aggrappare al fatto di non meritarsi delle parole di incoraggiamento, portandolo a credere di doversi migliorare ulteriormente. E quando Tooru cadeva alla tentazione di questi pensieri, non c'era più nulla da fare. Dopo un'oretta in cui il coach fece vedere loro alcune cose da migliorare, li mandò a cambiarsi. Arika e Yoshiko aspettarono i ragazzi fuori dalla palestra, Iwazumi uscì parecchio arrabbiato, o forse infastidito.
Y:«Iwa-chan, che succede?»
I:«Shittykawa. Non lo sopporto più. Vuole tornare a casa da solo. Guarda, non fare domande»
A:«Ne sei sicuro?»
I:«Si, dice di dover passare dai suoi»
A:«Oh. Beh, dopo lo chiamo»
I:«Faresti meglio. Dai andiamo»Tooru, come possiamo immaginare, non doveva andare dai suoi genitori. Aspettò che uscissero tutti dalla struttura e sgattaiolò nella palestra.
Arika, da parte sua, era parecchio preoccupata per il suo ragazzo. Lo conosceva bene ed era convinta che non fosse andato dai suoi genitori. Ma decise di porre fiducia in lui, visto che questo si era dimostrato il suo problema. La loro relazione aveva traballato proprio a causa di essa e non voleva commettere lo stesso errore del mese prima. Tuttavia non poteva essere certa al 100% che Tooru non si stesse allenando. Aveva notato che il signor Nobuteru non si era complimentato con lui, perchè sapeva che il ragazzo conosceva già dove le sue doti erano spiccate. Però, sentiva che il capitano aveva preso la cosa negativamente.Ormai erano passate due ore. Arika non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che Tooru non fosse effettivamente dai suoi genitori. Decise di chiamarlo per accertarsi che andasse tutto bene.
Quattro, cinque, dieci squilli e il ragazzo continuava a non rispondere, facendo preoccupare estremamente lei, che temeva il peggio.
Si infilò le scarpe, avviandosi verso la palestra, con un brutto presentimento che le riempiva la mente.
E se lo avessero picchiato per strada? No, impossibile, Oikawa si sa difendere. E se fosse finito in un incidente stradale?
Per fortuna non era nessuna delle due cose.
Arika spalancò il portone che dava alla grande palestra dell'Aoba Johsai, trovandosi davanti un Tooru appoggiato al muro e con il capo chino.
A:«Tooru, che succede?»
Esclamò lei preoccupata, notando che il ragazzo non si ridestava. Sapeva che era successo. A causa delle sue insicurezze, Tooru aveva pensato di non essere abbastanza e di doversi migliorare. Corse verso di lui, e gli poggiò una mano sulla spalla.
A:«Ma che hai combinato? La devi finire di sforzarti in questo modo, Tooru. Finisci per farti del male. So che sei deluso per la sconfitta dell'altro giorno, ma vedi di darti una svegliata. Non puoi fare così»Lui alzò la testa, guardandola. Fece per dire qualcosa, ma venne interrotto da una fitta al ventre, vicino alle costole. Gli succedeva sempre quando si sforzava troppo. Si sedette a terra, faticando a stare in piedi. Arika si accovacciò accanto a lui, con uno sguardo sempre più preoccupato
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Angolo AutriceAlloraa, per l'incontro con le altre squadre ci sarà ancora da aspettare, ma tranquilli, vedremo tutti quanti. ;)
In ogni caso che ne pensate di questo capitolo?❤︎ Troppo tragico? Non so, fatemi sapere, perchè io, Oikawa, lo vedo molto a demoralizzarsi per una sconfitta fino a sforzarsi decisamente troppo. ;(
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•𝑨𝒍𝒍 𝒐𝒇 𝒎𝒆• 𝐎𝐢𝐤𝐚𝐰𝐚 𝐱 𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫
Fanfic☼︎ - - - - - - - - - - - - ☼︎ Arika e Oikawa. I protagonisti della solita favola d'amore perfetta su cui fantasticano le ragazzine. Ma tutti sappiamo che la realtà è ben diversa dalle favole, in cui il "felici e contenti" è assicurato. 𝐄𝐯𝐞𝐧 𝐰𝐡...