In quel momento, Arika, si trovava all'aeroporto, in attesa di lasciare definitivamente il suo cuore in mano a Tooru e andarsene. Il ragazzo la guardava dispiaciuto e invaso da una tristezza senza limite. Non voleva lasciarla. Non poteva lasciarla. Eppure il destino era stato più forte di loro, portandoli alla conclusione che "l'amore vince su tutto" non fosse una frase così veritiera. Arika alzò lo sguardo, incontrando gli amati occhi color nocciola del fidanzato. Avrebbe più potuto rivederli? Avrebbe più potuto toccare quella morbida pelle che stava sfiorando in quel momento? Non lo sapeva.
Si scambiarono un lungo bacio, prima di lasciarsi quei meravigliosi due anni alle spalle. Come ogni coppia che si sta per separare, nei film americani, confessarono il loro amore per l'altro un'ultima volta, soltanto che quella era la vita reale, non avrebbero deciso, lì, all'ultimo momento, di non separarsi. Arika fece di tutto per non voltarsi a guardarlo, apparentemente riuscendoci. Sapeva che, se lo avesse fatto, gli sarebbe corsa in braccio, pregandolo di restare con lei. Ma, per il meglio di entrambi, impose a sè stessa di controllare quel forte dolore che le attanagliava il cuore.Tooru, invece, rimase al gate per una buona decina di minuti, osservando la figura della ormai ex-fidanzata, allontanarsi da lui, svanendo tra le persone che affollavano l'aeroporto. Anche lui si trattenne dall'afferrarla per il polso e portarsela via, sebbene il dolore si stesse espandendo per tutto il suo corpo. Una volta, aveva sentito, che perdere la persona che si amava era doloroso quanto morire. Lui pensava che fosse addirittura peggio. Considerando le fitte al petto che gli causava guardare la schiena di Arika camminare a passi svelti lontano da lui.
•Due mesi dopo. San Juan, Argentina•
Tooru, in quel lasso di tempo che gli era sembrato infinito, aveva passato un periodo di immensa tristezza, come se un pezzo di lui mancasse all'appello. La sua mente lo riportava continuamente ad Arika, senza lasciargli nemmeno il tempo di riprendersi. Un mese senza di lei gli era sembrato una tortura, e dopo il secondo stava cadendo a pezzi. Ci aveva provato, ad andare avanti, a superare quel dolore, fallendo miseramente. Si era comprato una bella casa, le partite stavano andando bene e aveva pure legato con la squadra, ma ancora non riusciva a chiamare "casa" quel posto. Mancava qualcosa, o meglio, qualcuno. Probabilmente lo faceva inconsciamente, ma spesso si sedeva fuori, sul muretto del balcone, la sera, con gli occhi puntati al cielo. Ancora non aveva ben capito il fuso orario
presente da lì al Giappone, però sperava che, nell'istante in cui lui osservava la luna, sempre splendente in cielo, lo facesse anche Arika, dall'altra parte del mondo.
Dopo quel giorno, all'aeroporto, non si erano più contattati. Sebbene Tooru lo desiderasse con tutto se stesso, non trovava il coraggio di inviarle un benedetto messaggio in cui le chiedeva, solamente, come stesse. Aveva paura di averla ferita irrimediabilmente. Però, continuava a parlare con Iwazumi, via telefono, ed era al corrente che lui era diventato un allenatore. Molte volte gli chiedeva di Arika, e si sentiva rispondere dall'amico che quella volta avrebbe dovuto sistemare le cose da solo. Non comprendendo la riluttanza di Iwazumi, si era preoccupato molto, pensando subito al peggio. Una volta si era convinto a cercare il fuso orario tra Argentina e Giappone, dove pensava che Arika fosse, trovando che, il Paese in cui si trovava, era 12 ore indietro rispetto alla sua casa natale. Quindi, fece qualche calcolo, deducendo che, se la luna appariva da lui alle 19:30 della sera, da Arika erano le 5:30 della mattina.
Così, al calar del sole di quello stesso giorno, si sedette sul suo balcone, rivolgendo gli occhi al satellite sopra di lui. Pensava di usarlo come messaggero, o almeno ci sperava.•Tokyo, Giappone•
Anche Arika desiderava fermamente di riuscire a scrivere al suo Tooru, per dirgli quanto le mancasse la sua presenza, i suoi baci, il suo tocco gentile. Eppure non ne aveva il coraggio. Quei due mesi erano stati un inferno, sebbene il lavoro andasse a gonfie vele. Conosceva perfettamente tutti i ragazzi della squadra, e tra di essi vi era pure Bokuto. Ma non voleva dimenticarsi del ragazzo cche le aveva fatto passare i due anni migliori della sua vita. Quando tornava a casa, ancora si immaginava di sentirlo piagnucolare dalla cucina perchè non era riuscito a tagliare del pane, e questi pensieri le strappavano, solitamente, una risata. A volte si chiedeva come stesse, se si fosse trovato una nuova ragazza, se avesse continuato a farsi una vita, senza di lei. Doveva ammetterlo, il solo pensiero di lui con un'altra le duoleva in modo assurdo, ma d'altronde non sapeva che farci. Dopotutto non poteva obbligarlo ad aspettarla per sempre, se lei non riusciva a superare la questione, non era di certo colpa di Tooru.
Però, c'era una cosa da specificare, il loro amore continuava a sembrare infinito. Certo, la relazione che avevano era finita, ma i sentimenti che provavano l'uno per l'altra assolutamente no.
Molto spesso, Arika, si era chiesta se la luna potesse farle da messaggera e portare a Tooru ciò che voleva dirgli. Trovava stupide queste sue considerazioni, consapevole che era solamente un satellite a milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Però sentiva di potersi affidare ad essa. Aveva come il presentimento che, lì fuori, ci fosse lui intento ad aspettare una qualche notizia, che stesse osservando la luna come lei.
Così, osservando il fuso orario, rimase sveglia fino alla mattina dopo. Il sole sarebbe sorto verso le sei. Aveva soltanto mezz'ora per parlare e sperare che il diretto interessato ascoltasse le sue parole.
Impedì a se stessa di dormire. Ormai il sonno era l'unico modo che aveva per sentirsi più vicina a Tooru. Lo vedeva nei suoi sogni, che spesso erano soltanto ricordi degli anni meravigliosi che le aveva fatto passare.Perciò, nella stessa notte, Arika e Tooru si trovavano nelle rispettive case, a due parti opposte del pianeta, con gli occhi puntati verso il cielo, e un unico obbiettivo, mandare una sorta di messaggio alla persona amata.
Come se fossero una persona sola, parlarono allo stesso momento.
O:«Ti amo, Arika»
A:«Ti amo, Tooru»
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Angolo AutriceChe ne pensate?
Odio dirlo, ma questo è il penultimo capitolo :,(
dopo il prossimo farò probabilmente dei capitoli extra, anche perchè non voglio abbandonare questa storia♡︎
Inoltre, darkbum97 (leggete la sua storia su Kuroo che è fantastica♡︎), mi ha dato una fantastica idea, ossia quella di creare una storia su come si sono conosciuti Tooru e Arika, ditemi se vi piacerebbe♡︎♡︎
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•𝑨𝒍𝒍 𝒐𝒇 𝒎𝒆• 𝐎𝐢𝐤𝐚𝐰𝐚 𝐱 𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫
Fanfic☼︎ - - - - - - - - - - - - ☼︎ Arika e Oikawa. I protagonisti della solita favola d'amore perfetta su cui fantasticano le ragazzine. Ma tutti sappiamo che la realtà è ben diversa dalle favole, in cui il "felici e contenti" è assicurato. 𝐄𝐯𝐞𝐧 𝐰𝐡...