Wof.

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3.

Wof.

Questa... Marie, era proprio una stronza eh?”

Eh già, mi ha fatto passare l'hanno più brutto della mia vita.”

L'hai rivista?”

Sì, a New York la sera scorsa.”

E cosa ti ha detto?”

Mi ha chiesto scusa.”

//Cora//

«Cora... l'hai fatto tu?» mi chiede Luke a bocca aperta, come il resto degli studenti tra l'altro, annuisco e guardo la mia opera d'arte, un anime femminile con gli occhi coperti della frangia rossa che si strappa il petto, da il quale escono farfalle di vari colori tendenti sempre al rosso e al rosa, dietro si intravedono le ossa bianche;

non faccio problemi a dirmelo, è un disegno fantastico.

Lui mi sorride e mi stringe complimentandosi, pochi secondi e sono sommersa da studenti di tutte l'età «Come hai fatto?!» «Sei bravissima!» neanche nell'altra scuola mi apprezzavano così tanto

«Non è niente di che.» mi giro all'unico commento negativo e vedo una ragazza dai capelli scuri raccolti in una coda di cavallo e gli occhi verdi; indossa un vestito rosso scuro e bianco, i colori della scuola. E' una cheerleader. Ti pareva che non mi capitava la stronza della scuola? Mi sorride in modo palesemente falso e se ne va, ridacchio e mi tiro fuori dalla massa di studenti che guardando ancora il disegno

«Sei perfetta, Cora!» Luke si complimenta con me «Sei bella, suoni e disegni, cosa non sai fare?»

«Fare i cerchi con il fumo» rispondo alla sua domanda trattenendo una risata. Non li so fare, veramente. Calum affianca Luke e mi guarda mentre si appoggia all'amico con il gomito

«Posso insegnarti io.» si tira le labbra mentre mi guarda, ridacchio. Potevi chiedermi direttamente di scopare. Roteo gli occhi fintamente irritata e finalmente suona la campanella.

«Cosa non sai fare Hadinson? Fai delle seghe che sono una meraviglia, suoni la chitarra, disegni.» sobbalzo e quasi mi chiudo la mano nello sportello dell'armadietto, dietro a questo vi trovo Calum appoggiato con il gomito a quello del mio vicino, mi pare si chiami Jon, «Baci bene» aggiunge distoglie lo sguardo dal mio seno coperto solo da una maglietta nera corta fino a sotto la pancia

«Calum, perché non vai da qualcun altro?» rotea gli occhi e mi prende per il polso portandomi in uno sgabuzzino

«Calum, dobbiamo andare a matematica» sospiro mentre la sua mano fredda e callosa mi accarezza le gambe scoperte, tira l'orlo della gonna e la sua mano s'insinua più in profondità, sfiora le mutande di stoffa nera e spinge un dito contro la mia apertura, mi tira giù la bretella a quadri della gonna e mi bacia il collo, appoggia una mano sotto al seno; sospiro e mi mordo le labbra. Devo andare a matematica. Lo spingo via ed esco dallo stanzino buio, mi sistemo i vestiti e lotto contro i miei ormoni per non tornare in quello sgabuzzino e farmi Calum.

Luke è già seduto nell'aula e appena mi vede mi fa segno di andare da lui, sbuffo e mi vado a sedere sulla sedia; sarebbe stato meglio restare in quello stanzino.

«Te la fai con Hood eh?» sto cominciando seriamente a pensare che questo armadietto porti sfiga. Mi giro che ho appena estratto la mela dalla borsa, l'addento e guardo la cheerleader davanti a me

Baltimora. {l.h}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora