Capitolo 7

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"Kook, sto mettendo a lavare la roba scura, devi darmi qualcosa?" urlai dalla lavanderia.

"No! È già tutto nella cesta!" gridò dal soggiorno. Mi affrettai a mettere gli indumenti nella lavatrice, ma mi fermai quando vidi quei pantaloncini. Infilai la mano nella tasca e tirai fuori quel bigliettino da visita. Appena messa avanti la lavatrice iniziai a rigirarmelo tra le mani, me ne ero quasi dimenticato.

Ecco cosa avevo intenzione di fare, ormai avevo deciso: non avrei chiamato, ma sarei andato di persona in questo posto e avrei parlato con Taehyung. Questo ragazzo mi aveva messo a disagio nonostante ci fossimo incontrati solo una volta, non avrei portato a passeggiare il suo fottuto cane e cosa più importante, ero fidanzato.

"Tesoro, ho una commissione da fare, perdonami ma me ne sono ricordato solo adesso..." dissi mentre mi cambiavo la maglietta e mi guardavo intorno alla ricerca delle chiavi della macchina.

"Cosa? Ma di domenica? Avevo già programmato il nostro pomeriggio..." Jungkook mise un adorabile broncio mentre cercava di prendermi la mano per trascinarmi sopra di lui, sul divano.

"Kookie, sarò veloce ma è davvero una cosa che devo fare. Ti prometto che dopo ci guardaremo un bel film sul divano, e direi anche di ordinare del sushi, mh?" mi avvicinai a lui e gli stampai un veloce bacio sulle labbra, prima di uscire definitivamente di casa.

Il grattacielo era a dir poco altissimo, alzai la testa per percorrerlo completamente con lo sguardo. Quando varcai il suo ingresso vidi...di tutto: persone vestite in modo formale che correvano da una parte all'altra, delle ragazze si cambiavano le scarpe rimettendo i tacchi dell'uniforme lavorativa, a un ragazzo furono sbattuti davanti una pila di documenti che lui iniziò poi a dividere e mettere nei cassetti. Qual’era il problema?

E poi, tutto si fermò, la gente era al proprio posto a lavorare, con la schiena dritta e la testa china, mentre io quasi non cadevo di faccia a causa di qualcuno che mi spinse da dietro.

"Mh, ma che cazzo f-" mi ammutolii. Dietro di me, in camicia e cravatta, con i suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi che mi fissavano, c'era proprio la persona per la quale mi ero recato qui. Le sue mani stringevano le mie spalle per tenermi dritto. Ormai non ero più in pendenza, ma a causa sua credevo ancora di poter cadere.

"Chi si rivede eh? Jimin" mi lasciò, e le sue mani volarono nelle sue tasche. "Eri venuto per Yeontan? Mi dispiace ma non lo porto in ufficio.."

"Ehm, I-io veramen-"

"Oh, aspetta, non dirmi che sei venuto per me? Tranquillo Jimin, non imbarazzati, anche io aspettavo solo di rivederti" le sue labbra si allargarono in un ghigno, mentre le mie guance invece diventavano rosse. Non aveva tutti i torti, ero venuto qui per lui ma non in quel senso...

"Saliamo nel mio ufficio, vieni" mi sorpassó e mi invitó a seguirlo. Quando però si fermó davanti all'ascensore e si girò per guardarmi, venni colpito dalla consapevolezza che sarei dovuto rimanere da solo con lui, in quell'ambiente fin troppo stretto.

"Ehm, credo che prenderò le scale" mi affrettai a dire, con un sorriso di circostanza.

"Sicuro tesoro? Guarda che sono 32 piani" fece spallucce, prima che si aprirono le porte dell'ascensore. Lui entrò e io lo seguii, 32 piani di scale erano decisamente troppi...
Le porte si richiusero e l'ascensore iniziò il suo percorso. Il silenzio regnava sovrano, uno nella parete opposta all'altro.

"Allora, per Tannie potres-"

"No, non sono venuto qui per il tuo cane, ma per dirti che non lo porterò mai fuori. E inoltre, i tuoi atteggiamenti nei miei confronti non mi sono piaciuti, perciò sappi che questa sarà l'ultima volta che mi vedrai, sono fidanzato" acquisii sicurezza tutto ad un tratto, lo guardai negli occhi mentre gli dissi quelle parole.

Lui non rispose, si limitò a sollevare un angolo delle sue labbra mentre l'ascensore si fermava per farci uscire. Io continuai a seguirlo finché non aprì una porta, e mi ritrovai in un ufficio...bellissimo. La grande scrivania era in centro alla stanza, dietro di essa una parete a finestra da cui si vedeva tutta Seoul, e affianco un divanetto verde scuro. Lui si appoggiò alle scrivania, mentre io mi avvicinavo leggermente a lui, mi doveva ancora rispondere.

"Ahh Jiminie, ci siamo incontrati solo due volte e già mi accusi" si portò una mano al cuore, in modo teatrale "I miei atteggiamenti non ti sono piaciuti? Non mentire, le tue guance arrosiscono quando mi avvicino a te, lo sai?" prese a camminare verso di me, io ero immobile "Per quanto riguarda il fidanzato, a lui non glielo diciamo, mh?" le sue mani volarono sui miei fianchi, mi avvicinò a me e infilò la sua testa tra la mia spalla e il collo. Inspiró.

"Hai un buon profumo Jimin"

Io sgranai gli occhi, mentre lui iniziava a depositare dei leggeri baci sul mio collo. Rabbrividii, ma ritornai in me, finalmente.

"Io-" gli presi le guance con una mano, e strinsi, strinsi forte mentre lui ritornava in posizione eretta "-non voglio continuare questa...cosa. Anzi, cosa sto dicendo? Niente è mai iniziato!" risi istericamente, lo spinsi via mentre lui si portò la mano sul viso.

"Allora se questa cosa non è mai iniziata, la farò iniziare. Mi piaci troppo Jimin. Scommetto che tutto questo è una recita per non sentirti in colpa una volta tornato a casa, non è vero? Scommetto che se ora ti prendessi e iniziassi a scoparti qui sulla mia scrivania, non ti opporresti così tanto. Vogliamo provare, mh?"

Gli puntai il dito contro "Sei proprio uno stronzo. La tua mammina non ti ha insegnato che non si può avere tutto nella vita?"

"Tutto no Jimin, ma tu sì"

Maldamore | vminkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora