Capitolo 8

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Jimin pov.

Quel tardo pomeriggio tornai a casa abbastanza nervoso, le parole di Taehyung mi avevano turbato parecchio. Guardai il film con Jungkook, sul divano abbracciati, o meglio, lui lo stava guardando. Io guardavo semplicemente la televisione con sguardo assente, pensando alle parole della testa rossa.

"Tutto no Jimin, ma tu sì"

Ma io sì.

Avevo messo le cose in chiaro, gli avevo riferito di essere fidanzato, ma avevo il presentimento che i miei incontri con lui non si sarebbero conclusi. E il mio fastidioso presentimento venne confermato il giorno dopo, quando appena uscito dal bar in cui lavoravo, non feci inizialmente presente alla macchina sportiva parcheggiata proprio lì davanti finché il suo finestrino oscurato non si abbassò. Voltai la testa e lo vidi, i suoi occhi mi guardavano, coperti dagli occhiali da sole.

"Ehi, serve un passaggio?" aveva per caso dimenticato le parole che gli avevo detto il giorno prima? Mi fermai e sospirai, incrociando le braccia al petto.

"Avevamo messo le cose in chiaro Taehyung..."

"D'accordo - si tolse gli occhiali e se li mise in mezzo alle gambe - direi che siamo iniziati con il piede sbagliato. Hai ragione, ieri mi sono comportato da vero stronzo ma voglio dimostrarti che...non sono sempre così, ecco." la sua bocca fece la forma di un sorriso particolare, rettangolare e quasi...dolce. Ma questo non mi fermò dal dire le parole successive.

"Sono fidanzato, Taehyung. Te l'ho già detto."

"Lo so, lo so, ma permettimi solo di farti fare un giro e parlare un po', mh?" insistette.

"Sono stanco Taehyung, voglio tornare a casa dal mio ragazzo, sai com'è..." feci spallucce.

"Smettila di nominarlo e sali in macchina. Se sei stanco andremo a casa mia e, prima che tu dica qualsiasi cosa, è perché la domestica ha fatto i biscotti e non ho voglia di mangiarli tutto solo. E poi sono sicuro che manchi al piccolo Yeontan. Ci stai?" diede un paio di colpetti al sedile del passeggero.

Mi guardai intorno, pensando. Biscotti, chiacchiere e coccole a una piccola palla di pelo, una mezz'oretta e me ne sarei andato dritto a casa. Annuii, mentre lui ancora mi guardava speranzoso. Feci il giro della sua macchina, aprii la portiera e salii a bordo.

Uno che lavorava ai piani alti di una famosa azienda non poteva che abitare in una villa. La casa di Taehyung era una villa a due piani, color crema e col giardino. Entrammo nel vialetto pieno di ciottoli, dove parcheggió la sua macchina.

"Benvenuto nella mia dimora Jimin. Scendiamo, avanti." aprimmo le portiere e scendemmo dalla macchina. Appena varcammo la porta di casa, il cagnolino iniziò a farci le feste, saltando fin dove poteva, le sue zampette mi arrivavano a mala pena al ginocchio.

Era sicuramente una casa ben arredata, moderna e pulita, le pareti erano dipinte di una chiara tonalità di grigio. Mi sentii d'improvviso a disagio. A casa c'eravamo solo io, lui, Yeontan e il piatto colmo di biscotti sul tavolo della cucina, e la cosa non mi allettava molto. Ero da solo a casa del ragazzo che il giorno prima mi aveva confessato di piacergli, e sapevo perfettamente che per piacere lui intendeva desiderare. Taehyung mi raggiunse con Yeontan in braccio e... in pantofole, per questo cercai di trattenere una risata, con scarsi risultati però...

"Che c'è?" mi guardò confuso.

"N-no niente, è solo che mi fa strano vederti in pantofole. Sembri un ragazzo così formale" ridacchiai, portandomi la mano alla bocca.

"Beh, il signore di casa deve pur stare comodo anche lui, no?" si mise a ridacchiare anche lui. Iniziammo a ridere come due idioti, e nel mentre io mi avvicinai a lui per accarezzare la testolina del carboncino. Mi sentii il suo sguardo addosso, così sollevai la testa e iniziai a guardarlo a mia volta. Ci fecimo improvvisamente seri, il silenzio regnava attorno a noi. Eravamo vicini, così vicini. Da quella vicinanza riuscii a notare dei particolari nel suo viso: la forma di un occhio era diversa da quella dell'altro, aveva due nei, uno sul naso e l'altro nel labbro inferiore.

"I-i biscotti..." mi allontanai da lui. Ci eravamo persi l'uno nello sguardo dell'altro per un tempo indeterminato. Lui mise giù il cane e io iniziai ad incamminarmi verso la cucina, prima di rendermi conto che ovviamente non sapessi dove fosse.

"Mh - si schiari la voce - da questa parte." lo seguii e insieme entrammo in cucina. Sull'isola posta al centro della stanza si trovava un vassoio pieno di biscotti che avevano un aspetto davvero buono. Almeno ora sapevo che non mi aveva mentito. Mi avvicinai e ne presi uno in mano. Feci per mettermelo in bocca ma Taehyung mi prese il polso, delicatamente. Mi sfilò il biscotto dalle dita e lo ripose nel vassoio. Non esitò, non mi diede nemmeno il tempo di realizzare che si avvicinò al mio viso e, seppur lentamente, mi baciò.

Sì, avete capito bene, io che il giorno prima gli avevo impedito di farlo, adesso non lo stavo fermando. Fu in semplice contatto tra le nostre labbra e poi lui si allontanò. Io non feci nulla, ma lo guardai con sguardo di rimprovero mentre lui aspettava una mia reazione.

"I biscotti eh, Taehyung? Avrei dovuto immaginarlo che era solo una scusa per attirarmi a casa tua." la mia testa si muoveva in segno di disapprovazione, ma il mio corpo evidentemente la pensava in diverso modo...

Lo attirai a me dalla nuca, e stavolta fui io a baciarlo. Chinai la testa alla ricerca di un contatto più profondo, passionale. La sua lingua raggiunse la mia, le sue mani  volarono sui miei fianchi, mi sollevò e mi appoggiò sul bancone della cucina. Nella stanza si sentivano solo gli schiocchi delle nostre labbra, le sue mani stringevano possessive la mia vita, anche se io non ero suo. Sembravo così piccolo in confronto a lui, il suo corpo mi sovrastava.

Infilai le dita tra le sue ciocche rosse e lo allontanai, il telefono aveva iniziato a squillare. Ci guardano per pochi secondi, dopodiché presi il telefono e risposi, era Jungkook.

"P-pronto?" scesi dal bancone e diedi una spinta a Taehyung.

"Jimin, tutto bene? Il tuo turno di lavoro è finito un ora fa, io sono arrivato adesso a casa e mi aspettavo di trovarti già qui..."

Spalancai gli occhi e guardai l'orario, allontanando il telefono dall'orecchio. Era già passata un'ora? Cercai una scusa plausibile, una bugia da dire al mio ragazzo.

"Ehi amore. S-sì ecco, ho fatto un'ora di straordinari ma ora sto tornando, non preoccuparti. Adesso arrivo." dissi con tono rassicurante.

"D'accordo, ti aspetto qui." e riattaccó.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, poi lui parlò.

"Ti accompagno a casa. Tieni, questi sono per te." e mi diede un contenitore con una parte dei biscotti sul vassoio.

Non parlammo per l'intero viaggio in macchina, fino a che non fummo vicino a casa mia.

"Lasciami qui." dissi, quando svoltammo la via in cui abitavo. Lui si fermò a bordo strada e mi parlò, io non osavo guardarlo.

"Ci rivedremo Jimin?" prese a picchiettare nervosamente le dita sul volante. Io non risposi, scesi dalla macchina e lo lasciai lì. Ma lui abbassò il finestrino e me lo richiese, stavolta a voce più alta. Fermai i miei passi, ma continuai a dargli le spalle. Ripresi a camminare fino all'ingresso di casa, e lì realizzai.

Cosa avevo combinato...? Oh, ma era ovvio: avevo appena tradito Jungkook.

Maldamore | vminkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora