Capitolo 1: Prologo

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"C-cazzo, Jimin!" urlai gemendo, mentre affondavo dentro il mio ragazzo sempre più velocemente, sentendomi al limite. Lui emetteva dei piccoli mugolii, I suoi occhi girati all'indietro.

Quando sentii le sue pareti stringersi intorno a me, segno che era molto vicino all'orgasmo, non riuscii a trattenermi e venni al suo interno, lui mi seguì qualche attimo dopo sporcando i nostri ventri di bianco.

Mi sdraiai accanto a lui e aspettai che si accoccolasse sul mio petto, come ogni volta dopo aver consumato la nostra passione. Coprii i nostri corpi con il lenzuolo e iniziai a giocare con le sue ciocche bionde, mentre lui disegnava dei cerchi immaginari sul mio petto sudato.

"Ti è piaciuto, piccolo?" gli chiesi ansimando, mentre continuavo a coccolarlo.

"Certo che sì, sei fantastico Kook, come sempre d'altronde" mi rispose ad occhi chiusi, ridacchiando stancamente.

Io e Jimin stavamo insieme da complessivamente un anno ormai. Ci eravamo conosciuti a teatro, ero andato a vedere un balletto e mi ritrovai proprio seduto vicino a lui. Mentre lui era concentrato a guardare quell'arte creata da quei ballerini così bravi, risultato di anni di allenamento, io mi muovevo nervosamente sulla sedia pensando che proprio difianco a me c'era il ragazzo più bello che avessi mai visto. Più che altro mi stavo facendo mille complessi mentali, chiedendomi se fosse il caso di parlargli alla fine del balletto oppure no. Ma lui mi precedette..

Mentre cercavo di non guardarlo più di tanto lui si mise a ridacchiare silenziosamente, dopodiché di avvicinò al mio orecchio "Smettila di agitarti, altrimenti mi deconcentro". Io non risposi, mi limitai ad annuire leggermente mentre continuavo a guardare lo spettacolo.

"Dammi il tuo cellulare" mi sussurrò all'orecchio. Io non riuscii a controllare i miei movimenti, quasi come se il suo fosse stato un ordine. Così gli diedi il mio cellulare, dove scoprii poco dopo aveva salvato il suo numero.

Da quel giorno venne tutto da sé, fino ad arrivare a oggi.

Mi misi più comodo nel letto, capendo che ormai Jimin si era addormentato da un pezzo mentre io viaggiavo tra i ricordi.

Nonostante fosse solo un anno da quando io e Jimin stavamo insieme, non riuscivo a pensare a come ormai la mia vita fosse diventata così monotona. Non era proprio da me. A me piaceva divertirmi, ma avevo messo a parte questa mia parte caratteriale quando avevo capito di essermi innamorato di quella testolina bionda che ora dormiva tra le mie braccia.

Quello che desideravo era un cambiamento, ma come si suol dire: attento a desiderare qualcosa, perché potrebbe avverarsi quando meno te lo aspetti.

Maldamore | vminkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora