8.

64 4 0
                                    

                       ** Bellie **

Il viaggio è stato lungo e lento ma sono riuscita ad arrivare in un orario decente.

Mamma mi ha accompagnata fino all'ospedale senza dire una parola, probabilmente ha capito che in questo momento non l'avrei ascoltata.

Sono davanti alle porte scorrevoli dell'ospedale e corro verso le scale, devo arrivare al sesto piano, non posso aspettare l'ascensore.

Salgo le scale più veloce che posso e arrivo davanti alla porta della stanza dove Molly è sdraiata da sola su un letto abbastanza grande, è collegata a diversi macchinari, mi guarda e fa un sorriso.

- Questi stronzi non vogliono che mi muova, voglio un abbraccio! - mi dice col suo solito tono incazzato, mi avvicino e la abbraccio, cazzo se mi è mancata!

- Ma che è successo? - chiedo io.

- Ho perso del sangue e sono svenuta, hanno avuto paura per James ma lui sta bene, domani mi inducono il parto. Dai raccontami qualcosa sono qui da ore e poi noi non parliamo da secoli! - dice Molly gesticolando come suo solito.

Le racconto tutto quello che mi è successo, di Dar, Will e Davis, del college di Minny e del lavoro, lei ascolta attenta senza farsi sfuggire nessun dettaglio, quando finisco di raccontare le chiedo di Jeremy, il padre di James.

- Jeremy verrà domani ma è incazzato perchè vuole che James abbia il suo cognome, ha detto comunque che mi aiuterà, anche se non credo che quel pel di carota lo farà, sinceramente non me ne frega un cazzo, l' importante è che James stia bene. - dice lei in tono sicuro, so che fà così perchè dice che sta bene, ma in realtà è ancora innamorata di quel coglione di Jeremy, la conosco troppo bene per dire il contrario.

- Ehi io ho sonno, tu torna a casa, domani ci devi essere, devi vedere nascere il tuo nipotino. - mi dice sorridendo so che è esausta, prendo la valigia e la abbraccio.

- Ci vediamo domani mammina ti voglio bene. - dico.

Esco dall' ospedale e prendo un taxi che mi porta direttamente a casa, stare qui mi fa strano, l' ultima volta sono partita senza dire niente a nessuno e non so che reazioni aspettarmi dai miei.

Entro dentro casa e poggio i bagagli in salotto, vado verso la cucina e i miei sono seduti ai soliti posti e mangiano, mi guardano e sento il loro sguardo pesante bruciare sulla mia pelle.

C'è un silenzio imbarazzante tra di noi, si sentono solo i rumori delle posate che sfregano sui piatti.

- Ehm, come va? - chiedo imbarazzata per rompere il silenzio, vedo le vene del collo di mia madre ingrossarsi, Merda!

- Sei andata via senza nemmeno salutare, senza nemmeno dirci dove saresti andata. - dice lei urlando, non ricordo quando é stata l' ultima volta che io e mia madre abbiamo avuto una discussione pacifica, anzi credo non sia mai successo, tuttavia capisco la sua rabbia, sono stata un' idiota a non avvisare.

- Mi dispiace avervi fatto preoccupare, ma, sapevate che stavo progettando di andare via da mesi se non anni! - dico in tono pacato e mia madre riparte col suo discorso.

- Non so dove abiti, cosa fai, dove lavori, se hai fatto amicizia, non so nulla! -

A questo punto perdo la calma e la diplomazia.

- Brava mamma, tu sei incazzata perchè non puoi controllarmi e comandarmi. - dico e faccio per andarmene scazzata per evitare altre discussioni quando una voce familiare mi chiama.

- Arabella, ha ragione tua madre! Dovevi dirci almeno che partivi, ci siamo preoccupati, l' unica che sapeva qualcosa era Molly, sapevamo che saresti partita ma almeno potevi avvertirci - dice mio padre, è sempre stato l' unica persona cui do retta, ha il potere di farsi ascoltare.

- Mi dispiace ma sapete che odio stare qui, e che ho sempre voluto vivere per conto mio. - dico riprendendo la mia calma.

- Sto bene, lavoro in una caffetteria e vivo in un appartamento e ho fatto amicizia, ho passato il primo esame, volete sapere altro? - li squadro con gli occhi per pochi secondi. - Bene io vado in camera mia buona notte. -

Salgo le scale ed entro in camera, adoro stare qui dentro, nessuno ha toccato niente da quando sono andata via, ci sono le foto attaccate al muro e i miei libri e cd sugli scaffali, dentro il lettore cd c'è ancora Nevermind, okay sono nel mio mondo.

Mi infilo tutone unicorno, ha ancora il profumo di Will, mi sdraio e poggio la testa sul cuscino e mi addrmento molto velocemente.

La sveglia suona alle sette, devo essere in ospedale alle nove, meglio fare tutto con calma, infondo, mi mancava stare qui.

Mi faccio una doccia veloce e noto che attaccate alle pareti ci sono ancora le foto di quando ero uno scaldabagno con un ingente quantità di ferro in bocca, prendo dei fogli e copro le foto.

Vado in cucina e c'é mio padre che fa colazione, mi avvicino e lo abbraccio e lui ricambia.

- Mi sono mancati i tuoi abbracci. - dico staccandomi dalle sue braccia.

- Lo so. - i risponde lui beffardo.

- Come siamo messi con i ragazzi? Prima o poi mi porterai a casa un calciatore? - mi chiede lui bevendo un sorso di latte e guardandomi negli occhi.

- Non ho trovato nessuno e no, non ti porterò mai un calciatore a casa. - rispondo io addentando una fetta di torta.

- Comunque ti do uno strappo io per andare da Molly. - dice lui e io non posso fare a meno di accettare.

Scendo dalla macchina ed entro nell'edificio, c'è un via vai di gente in pigiama e flebo a seguito, c'è odore di minestra e disinfettante, per fortuna il piano di Molly è più tranquillo.

- Non possiamo entrare, le stanno rompendo le acque. - mi risponde la madre di Molly.

Mi siedo a terra e sorseggio il mio caffè di starbucks e aspetto che finiscano per entrare.

Poco dopo vedo una testa rossa uscire dall'ascensore, Jeremy si é degnato di venire finalmente, indossa un paio di jeans e un felpone, ha gli occhi azzurri e la faccia piena di lentiggini, ci salutiamo educatamente e io continuo a sorseggiare il mio caffé.

Pochi minuti dopo dalla stanza esce una dottoressa e ci dice che il bambino è podalico e quindi dovranno fargli il cesareo, portano Molly con la barella in sala operatoria e Jeremy e la madre di Molly vanno con lei.

Passano due ore e finalmente la mamma di Molly esce commossa dalla sala, James è nato!

Il mio capo mi chiama e mi dice che domani devo assolutamente tornare a lavoro, merda devo prendere il treno delle tre per poter tornare in tempo.

Entro nella stanza e saluto Molly, per vedere James devo scendere di un piano perchè l' hanno messo nella nursery con gli altri bambini.

Sono davanti al vetro, riconosco subito James, ha un sacco di capelli e sono completamente rossi, è dolcissimo mentre dorme.

Mentre lo guardo noto che un altro pel di carota mi sta affianco.

- È bellissimo. - dice Jeremy sorridendo e guardando James.

- Voglio esserci per lui, e poi credo di amare ancora Molly. - sono scioccata dalle sue parole.

- Sei ancora fatto da ieri sera? - gli chiedo.

- Non fumo più. - mi dice, non l' ho mai visto così, di solito ha un atteggiamento da prepotente ed é continuamente fatto, forse è cambiato sul serio.

- Bè Jeremy allora spero che le tue parole siano vere, io devo andare vedi di non fare il coglione. - mi congedo e scendo le scale velocemente, torno a casa per prendere i bagagli e mangio qualcosa, poco dopo i miei mi accompagnano alla stazione e io salgo sul treno, mi infilo le cuffie e leggo, non vedo l'ora di ritornare a casa.

È mezzanotte e sono appena tornata a casa, tra cinque ore devo essere a lavoro, appena chiudo gli occhi mi addormento.

Cold LipsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora