𝓣𝓱𝓮 𝓮𝓷𝓭

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Passaro anni da quando si erano fatti la 'proposta di matrimonio', vivevano felici ed avevano trovato un lavoro comune, in modo tale che non potevano mai perdersi di vista. La voce del 'libro del futuro' si era fatta nuovamente sentire e Kokichi stava ancora decidendo se dire tutto ciò a Shuichi o meno. "Mi prenderebbe per pazzo!" era l'unica risposta che si riusciva a dare quando rifletteva su ciò; il vero problema è che ormai si sfogava con le arti sui cuscini e la cosa preoccupava molto il non conoscente della situazione. "Ma vuole diventare un delinquente?" ogni volta che vedeva quella scena, una lacrima di sudore e una di pianto si versavano lentamente sul suo volto da Detective professionista. Sì, era diventato un Detective professionista, proprio come sua madre che era deceduta durante una delle tante investigazioni quando il protagonista aveva poco più di 6 anni. Ma un giorno decise di fare il grande passo avanti, il quale occupò tutta la giornata: "Amore, senti..." gli teneva le mani in modo tale da sentire il calore delle sue mani. "Sì?" Oma era leggermente sorpreso da quel gesto, ma qualcuno decise di rovinare il momento. L'ansia si faceva sempre più forte, non sapevo se farmi vedere o restare lì, dietro la porta ad origliare. Iniziò a muovere le dita, ma Saihara gliele fermava in modo tale che se si sarebbe dimenato ci avrebbe pensato due volte prima di sfogarsi. "Che ti prende in questi ultimi anni? Ti sfoghi troppo spesso, non riesco a capire cosa ti succeda" tirò tutto quello che aveva raccolto nel sacco per quell'argomento dal quale voleva ricevere una risposta, anzi doveva. "Ormai è giunto il momento della verità" anche l'assistente del Detective giunse al limite e decise di togliersi di dosso quel groviglio mortale. "Promettimi di non deridere la situazione" partì con una premessa che fu subito confermata dall'altro. "Sono otto anni che sento le voci di un libro che lessi quando ero bambino e la maggior parte delle sue parole sono reali... prendimi per pazzo" cominciò a piangere ed a ridere nello stesso momento perché si rese conto da solo che era una cosa troppo assurda per essere presa sul serio. "Ti ricordi chi lo ha scritto, o almeno un'informazione su l'autore o del libro?" Shuichi voleva andare fino in fondo alla faccenda che si doveva risolvere ad ogni costo. "Sono cosciente del fatto che è un'autobiografia, è una ragazza e ha due amici molto simili a noi... ma credo che siamo proprio noi" i dubbi cominciavano a venire a galla e le domande ad aumentare. Da che erano partiti da una semplice banalità, arrivarono a tarda serata con l'ultima domanda. "E, questa è l'ultima domanda poi ci addormentiamo, quale è il peggiore degli avvenimenti che ti ha detto questa ragazza?" ci dovette pensare un po' su, tra gli avvenimenti già accaduti e quelli che non si rivelarono corrispondenti (probabilmente perché erano strettamente collegati alla sua presenza) ma doveva far conto anche a quelli che non si erano ancora avverati. "La nostra morte a causa 'della Pianista', credo che si sia sempre riferita a Kaede, ma è una brava ragazza" dopo un paio di minuti diede risposta a quella dolorosa domanda con un'atroce risposta che fece pietrificare Shuichi. "Non moriremo" appena si riprese, diede un bacio casto a Kokichi e si addormentarono l'uno abbracciato all'altro.

La mattina seguente si svegliarono molto prima della loro sveglia e ne approfittarono per osservare l'alba. Erano rimasti in quella graziosa casa, nella quale si ritrovarono poco dopo la fine del Killing Game che fu soprannominato 'Danganronpa v3: Killing Harmony', che ancora li accoglieva come se fosse la prima volta che entrassero. "L'alba è stupenda" commentò Kokichi che si era rannicchiato sulle gambe di Shuichi. "Non sarà mai bella quanto te, tesoro mio" gli accarezzò dolcemente i capelli come se fosse un gatto. Un bacio venne comandato da Oma del tutto rosso per il complimento. "Beh, ci conviene andare a fare colazione" disse Saihara appena si staccò dal bacio. Presero le loro uniformi e le loro scarpe che si infilarono con la velocità di fulmine. "Amore che vuoi per colazione?" chiese Shuichi mentre scendevano le scale per accedere al piano inferiore. "Andiamo al bar davanti alla stazione?" rispose con una delle sue proposte il giovane assistente. Il blu annuì e prese le chiavi dell'auto e si diressero dentro essa. Una volta giunti a destinazione, scesero dalla macchina e per loro grande stupore si trovarono, seduti ad un tavolo, i loro vecchi compagni d'avventura. "Ma guarda chi si rivedono!" Rantaro fece notare la loro attenzione con un battito di ciglia. Tutti i presenti si voltarono verso la coppia gay che si stava sedendo insieme a loro. "Ma che fine avevate fatto?" chiese Miu molto sorpresa di vederli assieme. Notai la vecchia cosplayer turbata insieme al vecchio leader, cosa gli prendeva a entrambi?. Voleva urlare per maledire quella voce, ma stando alle sue parole, notò Tsumugi leggermente in ansia. "T-Tsumugi?" il volto preoccupato di Oma attirò l'attenzione di Kaito. "Tsumugi è uscita da poco dallo psicologo". "Quello che servirebbe anche a te" Maki si mise in mezzo alla corversazione tra i due, facendo un 'complimento' a suo marito Momota creando una risata sui volti dei suoi amici. "Kirumi, un caffè anche per loro" Angie fece la cortesia di prendere da bere ai ben ritrovati. "Certo, Ryoma appuntalo!" senza nemmeno rendersene conto, i due protagonisti si ritrovarono nel bar gestito da Kirumi, Ryoma e Gonta. "Keebo, è un piacere rivederti!" Shuichi spezzò nuovamente il silenzio salutando uno dei pochi compagni che arrivò fino alla fine. Non ci fecemmo molto caso, ma ad un angolo c'erano Himiko e Tenko che si tenevano per mano. Per una volta, qualcosa di utile la voce aveva fatto ma una chiamata interruppe tutto. "Saihara, oggi non venire a lavoro, avverti anche Oma, ci sono delle manutenzioni" il datore di lavor avvertì la giovane coppia che si erano guadagnati un giorno libero. "Giornata libera!" Kokichi saltò addosso a Shuichi non appena gli venne data la notizia. Continuarono a chiacchierare con il loro gruppo finquando Kaede e Rantaro chiesero ai due Detective un passaggio. "Potreste accompagnarci a casa?" parlò Rantaro, perché Kaede era troppo turbata per spiccicare un solo vocabolo. Ce ne pentimmo? Ovviamente no!. Il viola credé di star diventando pazzo a causa di quei 'messaggi'.  Annuirono e i quattro amici salirono nell'auto. Ad un tratto, nel bel mezzo del viaggio, si accese il dialogo che, come diceva la voce che tormantava tanto Kokichi, rovinò la vita. "S-Shuichi, possiamo scendere un attimo, t-ti devo dire una cosa" Kaede, finalmente, disse qualcosa. Le batteva in cuore a mille, Rantaro si stava sentendo un po' in colpa per quello che stava per accadere e voleva essere, per una volta, al posto di Shuichi. I due scesero dall'auto e vennero seguiti dall'ex Ultimate Supreme Leader che era molto curioso di scoprire cosa doveva succedere. Mi pentii amaramente di non aver fermato il mio piccolo amico. Si sentiva sempre più pazzo pian piano che il tempo passava. Kaede si fermò e prese le guance di Shuichi. "Ti amo Shuichi" e la Pianista lasciò un bacio a stampo sulle labbra del suo caro amico; ma da un piccolo angolo Kokichi scorse, con la coda dell'occhio, la scena... gli si spezzò l cuore, cominciò a scappare in lacrime e non appena Rantaro lo vide correre capì che stava per crollare il mondo in tre persone. Così scese dall'auto e cercò la sua amata Kaede, povero illuso che voleva conquistarla, che trovò in lacrime tra le braccia di Shuichi. "O-Oh, R-Rantaro" Kaede lo vide e lo salutò con un sorriso ma non ricevette questo in risposta. "S-Shuichi, ti conviene tornare a casa perché K-Kokichi..."al povero Detective gli crollò un mondo addosso, salutò con la mano i suoi amici e corse alla macchina.

Kokichi era già rientrato in casa, aveva preso carta e penna e aveva iniziato a scrivere il suo ultimo messaggio. "Ti ringrazio per quello che mi hai fatto passare in questi otto anni, ma ormai sono giunto al limite... spero di vederti all'altro mondo"lo scrisse un po' trabballante, ma poco gli riusciava ad importare. Andò in cucina, prese il primo coltello che gli capitò sotto gli occhi, si fermò un istante e disse le sue ultime parole: "Ti ringrazio per il libro, Mitarai Fumijiko". Poi prese il coltello e se lo conficcò nel cuore. Dopo un pao di minuti arrivò Shuichi e vide il biglietto sul tavolo accanto alla libbreria. Quando lo lesse scoppiò in larime e quando scorse del sangue provenire dalla cucina si affrettò a vedere da cosa provenisse. Non credeva ai suoi occhi, aveva davanti a sé il cadavere del suo amato ormai deceduto... così prese il coltello e disse anche lui le sue ultime parole: "Ci vedremo presto, amore mio" e si tolse anche lui la vita.

𝕴𝖒𝖒𝖊𝖓𝖘𝖎𝖙𝖞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora