𝓨𝓸𝓾 𝓷𝓮𝓿𝓮𝓻 𝓬𝓮𝓪𝓼𝓮 𝓽𝓸 𝓪𝓶𝓪𝔃𝓮 𝓶𝓮...

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Erano passate diverse settimane da quando Shuichi e Kokichi iniziarono a parlare, ogni sera si incontravano nella stanza di Saihara e parlavano di tutto quello che gli veniva in mente, si sentivano come dei bambini che giocavano a pallone. Ma la vita non era tutta rose e fiori, né in amore né nel Killing Game. Kokichi si sentiva sempre più sopraffatto dai sentimenti per Shuichi, ma ne temeva fortemente, mentre Saihara iniziò a capire di amare Oma, ma anche egli aveva paura di essere giudicato. Mentre il Killing Game, oh no no, lì sì che versarono nuovamente molte lacrime; era morta anche Miu, ed il suo assassino era Gonta, poi ci fu il tentato omicidio a Kokichi ma venne ucciso Kaito da Maki... per sbaglio. "Hey Shumai...?" riportò al mondo reale il blu con un semplice soprannome che lo faceva arrossire ogni volta, e anche qual giorno, in quel delicatissimo momento, lui arrossì. "S-Si?" rispose lui con le guance a fuoco. Il viola lo prese per il polso, uscirono dalla stanza che li aveva ospitati per quel processo di classe e si diressero verso un luogo a Shuichi sconosciuto. "D-Dove stiamo andando?" chiese cortesemente Saihara durante la corsa. "In un posto che mi fece conoscere Rantaro" gli rispose con un sorriso. Rantaro Amami, come poteva dimenticarlo Kokichi? Era il primo che lo aveva accettato davvero e che si era avvicinato a lui per la passione per i libri... libri... biblioteca... Rantaro... troppe cose unite...
Arrivarono al posto che tanto Oma amava, coprì gli occhi al più grande e si accostarono sotto l'albero di ciliegio più vicino. Il leader tolse le sue candide mani dagli occhi del Detective e quest'ultimo ne rimase incantato. "È stupendo" "come te" disse e pensò egli con gli occhi fuori dalle orbite e con un gran rossore sulle guance. Kokichi gli mise le mani sulle guance, si accomodò sulle sue gambe e lo baciò lentamente ad occhi chiusi. Il blu rimase con il fiato sospeso e non sapeva come reagire... lo amava anche lui, questo non poteva negarlo, ma la sorpresa del bacio lo rese ancora più rosso; fin quando non ricambiò quello stupendo bacio che sarebbe potuto durare un'eternità per loro. Kokichi, in quel momento, ebbe un grande flashback:
Aveva poco più di 8 anni, era sul punto di abbandonare i suoi genitori e di fondare la famosa D.I.C.E., ma gli serviva un piano dettagliato. Così, quando i suoi genitori uscirono, si diresse in biblioteca ma alla porta di casa sua trovò un libro. Lo raccolse e vide che era una storia d'amore, lo prese con sé e lo cominciò a leggere. Quando lo terminò, alla fine del libro ci fu una frase che lo colpì tantissimo: Se ci credi davvero, aspetta solo l'emo, Oma. Una tua amica.
Si staccarono dal bacio, Shuichi era ancora scioccato mentre Kokichi piangeva. "Tutto okay am- Oma?" domandò preoccupato Shuichi. Il leader non rispondeva e così il Detective decise di abbracciarlo. "Perché proprio ora?" si chiese Kokichi tra sé e sé, ma venne riportato al mondo reale dalle calde braccia della persona che aveva appena baciato. "Saihara-chan... scusa" riuscì a dire mortificato a morte, ma le sue guance andavano direttamente a fuoco. Shuichi non sapeva cosa dire, perciò fece una cosa che nemmeno i suoi intenti prima del Killing Game gli avrebbero fatto fare, mise una mano sotto la giacca di Oma fino ad arrivargli, con la mano, ai pettorali. "C-Che fai?" chiese leggermente stupito il ragazzo. Il Detective portò subito via la mano da quel posticino e si voltò altrove per non incrociare lo sguardo dell'amato. "S-Saihara-chan... io ti... ti...-" tentò invanamente di pronunciare la sua dichiarazione perché Saihara era dinuovo con le labbra attaccate alle sue. Shuichi incrociò le gambe e Kokichi ci si sedette sopra, uno l'abbracciava dietro la schiena mentre l'altro gli stringeva la maglia; si staccarono di pochi centimetri e fecero incrociare le loro lingue come in una lotta di potere. Dopo un po' si staccarono nuovamente. "Non smetti mai di stupirmi, mio amato Detective" gli disse il leader mentre si portava più vicino al corpo dell'altro. "Era troppo tempo che mi tenevo tutto dentro, ma ciò non vuol dire che-" venne interrotto da Kokichi che già aveva intuito dove volesse arrivare con quel discorso e gli rispose con un semplice "tranquillo mio amato, stessa cosa vale per me".
Nonostante tutto quello che stava accadendo, qualcuno interruppe la neo relazione dei miei due amici. Ancora quelle frasi del libro tormentavano Kokichi, ma non se la sentiva di parlarne immediatamente con Shuichi. Come diceva il libro, poco dopo Monokuma fece il noioso e insopportabile annuncio: "Sono le 22! Ha inizio l'orario notturno, se siete talmente tanto idioti da non ricordare le regole, vi si trovano sul Monopad" Monokuma aveva dichiarato la conclusione della quinta settimana nel Killing Game, e i due fidanzati ne erano felici ma allo stesso tempo spaventati. Dall'altra parte, gli altri tre si riunirono nel solito posto dove si congiungevano Kaito, Maki e Shuichi. "Manca Shuichi, vado a cercarlo" disse Himiko a Tsumugi e K1b0. Nessuno dei tre si era accorto che la maga aveva completamente ignorato la non-presenza di Kokichi, d'altronde non importava a nessuno, se non a Shuichi. I due si alzarono, mano per la mano, e si avviarono verso di dormitori ma una figura minuta femminile impedì il loro felice proseguimento. "Vieni Shuichi, ti stiamo aspettando tutti!" lo prese per il braccio e lasciò Oma indietro che dovette arrangiarsi e tornare in camera sua da solo. Aprì la porta e appena entrò la sbatté dietro sè. Si buttò a peso morto sul letto e cominciò a sforzare la memoria per ricordare le parole del libro della sua amica. Il Killing Game terminò, per fortuna, e i due si ritrovarono a vivere *******, a casa di *******. Una lacrima dopo l'altra cominciarono a scendere e ben presto bagnarono il cuscino del leader. Venne portato in ospedale, io e ******* eravamo preoccupati ma lui decise di andare a ********. Gli veniva sempre più da piangere e da domandarsi se questa sua 'amica' fosse reale o meno e se la storia fosse altrettanto, ma a continui singhiozzi finì per addormentarsi in un vortice di incubi. "Himiko!" gridò felicemente Tsumugi quando Himiko tornò con Shuichi. Nessuno si stava rendendo conto che Kokichi non era presente, eccetto Saihara. Il robot gli mise le mani sulle spalle e lo scuoté per riportarlo al mondo reale, e fortunatamente ci riuscì. Cominciarono ad allenarsi come se ci fossero Maki e Kaito, anche se senza di loro non era davvero uguale, fino a quando non si fece sentire il primo segno di stanchezza. "Già sei stanca Tsumugi-San?" chiese leggermente sarcastica Himiko. La blu annuì e se ne andò con tutti gli altri addietro. Shuichi bussò alla camera di Kokichi, sperando che fosse ancora sveglio - anche se era veramente tardi -, ma si rese conto che non l'aveva chiusa. Quando entrò si precipitò subito a prendere la mano dell'altro che era attorno al collo, come quella dannatissima volta, e cominciò a piangere pensando che l'altro sia morto. "Uhm? Perché piangi my beloved?" gli chiese Oma che si era svegliato a causa dei gravi singhiozzi di Saihara. Il blu alzò nuovamente lo sguardo e appena lo vide sveglio non esitò a baciarlo; l'altro - un bel po' scioccato -, dopo un po' ricambiò il volere del Detective. "Non provare mai più a suicidardi!" gli urlò contro mentre si avviava nel chiudere a chiave la stanza. "Ti ricordo che sono-" si bloccò nuovamente a causa dell'ennesimo flashback di quella storia che lo stava tormentando. Gli ultimi attimi della loro convivenza vennero fermati dalla Pianista, le lacrime segnarono nuovamente l'emozione sul volto di Kokichi, ma insieme ad esse venne anche un po' di confusione. "Pianista? Kaede?" pensò ad alta voce, noncurante del fatto che Shuichi fosse accanto a lui. "Kokichi, tesoro mio, ma che ti prende?" chiese Saihara molto preoccupato per la situazione. Il viola scosse la testa e si addormentò tra le braccia del blu, e poco dopo egli fece lo stesso.

𝕴𝖒𝖒𝖊𝖓𝖘𝖎𝖙𝖞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora