Capitolo 1: La festa in stile vittoriano

11 2 0
                                    

Io mi chiamo Ginevra ho sedici anni e vivo nella stanza numero 41 del corridoio est del decimo piano della fascia rosa. Ho i capelli lunghi, perché salto sempre le visite dal parrucchiere di fascia, ma se a me piacciono così e nessuno si lamenta, me li tengo. Sono del colore del carbone, lisci. Mi piace intrecciarli e farci mille acconciature. Il più delle volte è Amy a farmele, ma di lei parlerò dopo. Ho gli occhi verdi, non che a me dispiacciano, ma avrei preferito quelli di Simon, un mio compagno di corso, blu come l'oceano (che ho visto solo in foto, ma sembra spettacolare). Ho un fisico abbastanza slanciato e non me ne lamento.

Proprio ora mi sto dirigendo al corso di disegno, che è una materia per il mio futuro lavoro. Adoro quello che ho scelto, forse la mia mamma era un'artista, oppure lo era il mio papà. A volte mi piace fantasticare su come devono essere i miei genitori, li ho anche disegnati, basandomi su me stessa: devo aver preso da loro i capelli lisci o gli occhi o l'altezza. Magari un giorno riuscirò a trovarli, se hanno seguito la mia stessa facoltà...

"Hey, stai attenda a dove metti i piedi!" grida Brenda passandomi vicino, per fortuna non fa il corso con me. Brenda è una di quelle classiche smorfiosette che si vedono nei film degli anni 2012/13 o giù di lì.

"Scusami Brenda, non ti avevo visto." Dico fingendomi dispiaciuta. Mi rivolge un sorriso schifato e se ne va.

Appena finisco di scendere cinque piani di scale arrivo in classe e mi siedo vicino ai miei amici. Le classi sono disposte lungo il quinto piano della fascia rosa, e io mi trovo all'ultimo piano perciò... faccio tutti giorni ginnastica. Cavolo! Con la tecnologia avanzata che abbiamo non potevano fare scale che si muovono? "Non servirebbero, ragazzi, voi siete giovani le avrete quando sarete nella fascia bianca." Aveva detto il presidente, a poco avverranno le elezioni e io ho intenzione di proporle nuovamente. La zona bianca è quella degli anziani, dopo che sono troppo stanchi per lavorare. Circa sui settant'anni.

Lancio lo zaino sul tavolo e mi stiracchio, poi lascio cadere la testa sul tavolo e chiudo gli occhi.

"Hey Gi, come mai così stanca oggi? Che hai fatto ieri sera?" Mi chiede Simon, lui oltre agli occhi color dell'oceano, ha la pelle color cioccolato e i capelli ancora più scuri dei miei, sono ricci e li porta molto corti, gli ho detto varie volte di farli crescere, ma non mi dà retta. Porta sul naso un paio di occhiali quadrati.

"Chiedilo a lei." Rispondo indicando Amy. Amy ha gli occhi nocciola, così come i capelli, è la mia migliore amica, soprattutto perché riesce sempre a strapparmi un sorriso. Riesce sempre a farmi fare cose assurde, è come un potere.

"Ah, sì. Ce l'hai?" Mi chiede raggiante. Perché lei non è stata fino alle tre di notte a cucire.

"Sì." Rispondo, dallo zaino tiro fuori un abito azzurro con una gonna in tulle e un corsetto aderente, la scollatura a V.

"Grazie, grazie, grazie." Prende il vestito e comincia a saltellare per la stanza, come fosse un bambino con il suo nuovo aiutorobot.

"Hai passato la notte a cucirlo?" Mi chiede Christian, annuisco e mi getto di nuovo sul tavolo. "Sono stravolta." Dico.

Christian ha i capelli biondo ramato, ricci. Li adoro. Gli occhi sono nocciola, ha un fisico slanciato e muscoloso. Da quanto dice Amy si tiene in forma grazie a un sacco da boxe che ha preso allo spaccio, scambiando un vecchio maglione, che a quanto pare, ai tempi in cui la terra era abitabile, era di marca. Amy e Christian sono fidanzati, sono felice che lei sia riuscita a superare la storia con il militare. Ora la vede molto più felice.

"A cosa ti serve?" Chiede Simon.

"Per la festa, ovvio."

"Quale festa?"

Le regole del PalazzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora