Capitolo 4: Una scelta importante

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Balliamo per tutta la sera. Guardo l'orologio: sono le nove e cinquantotto. Cavolo! Non arriverò mai all'ultimo piano entro le dieci. Jamie si accorge del mio sguardo terrorizzato, infatti mi chiede: "Hey, tutto bene?" Mi guardo intorno, i miei amici non ci sono, non vedendomi al tavolo avranno pensato che sono tornata in camera, perciò se ne saranno andati. Cavolo! Mi dimentico che Jamie aveva parlato, non capisco più niente. Non posso violare il coprifuoco. Non c'è più nessuno nella sala a parte noi due. Sembra che improvvisamente la stanza stia girando. "Ginevra, tutto bene?" Chiede lui di nuovo, lo sento a mala pena, poi sento le ginocchia cedermi e la mia vista viene invasa dal colore nero.

Comincio a riprendere i sensi, credo di essere svenuta... non ricordo perché. Piano piano apro gli occhi, vedo delle lenzuola, sono bianche e morbide, ma non sono le mie, le alzo leggermente... non ho su i miei vestiti. Ho su una maglietta rossa che mi sta molto larga. Ricordo che l'ultimo vestito che ho indossato era quello Vittoriano, sarò svenuta e Simon deve avermi messo una sua maglietta, è il ragionamento più logico. Ma questa non è la stanza di Simon. Io l'ho già vista, non ricordo a chi appartenga. Le lenzuola hanno un profumo di cocco e menta, mi ricorda qualcosa. No, non può essere. E se invece fosse? Ricorda Ginevra, ricorda.

Ieri sera Jamie si è seduto al mio tavolo e mi ha chiesto di ballare, mi ha fatto un discorso sul voler tornare con me ecc. non si sarà approfittato di me. Spero proprio di no. Guardo di nuovo sotto le coperte. Ho addosso la sua maglietta e le mie mutande, non ho il reggiseno, non lo indossavo ieri sera per via del corsetto... La porta si apre, Jamie entra nella stanza con un vassoio in mano, su di esso ci sono i miei biscotti preferiti, del tè caldo e un succo d'arancia, io adoro il succo d'arancia, mi stupisce il fatto che se lo ricordi.

"Oh, ti sei svegliata." Sembra giù, non capisco, lui non è mai giù.

"Sì, buongiorno." Dico sorridente, tirando il lenzuolo fin sopra il collo.

"Non sei arrabbiata con me?"

"Perché mi hai salvata? O perché grazie a te non ho violato il coprifuoco? Oppure hai fatto qualcosa che io non so?"

"No, non ho fatto niente, ti ho solo portata qui e tolto il vestito perché ho pensato che sarebbe stato scomodo dormire con quello addosso. Ho dormito per terra." Indica una coperta stropicciata di fianco al letto.

"Oh." Dico sinceramente stupita. Jamie si avvicina e poggia il vassoio accanto a me, si siede sul margine del letto e anche io mi tiro a sedere, dimenticandomi di essere in maglietta e mutande. Prendo un biscotto, lo intingo nel tè e lo mangio.

Probabilmente Jamie merita una seconda chance, ma devo ancora parlarne con i miei amici, loro mi faranno rinsavire, ne sono sicura. Guardando Jamie però mi sembra davvero che sia cambiato, forse qualcosa nel suo sguardo preoccupato e premuroso. Non lo so.

Finiamo la colazione e dico: "Era da qualche settimana che non dormivo così bene, ora sono ufficialmente in vacanza per un mese." Jamie mi guarda senza capire, poi dice: "Ah, vero. Io devo fare quattro ore di lavori socialmente utili ogni giorno, per tenermi il posto nel tuo corso." Mi sento leggermente in colpa, non so perché, è stato lui a scegliere di cambiare la sua vita per me, io mi sarei accontentata di una storia sana. Ma almeno mi sta dimostrando di essere cambiato.

"Se ti va, posso aiutarti. Cosa devi fare?"

Mi sorride, non si aspettava che proponessi di aiutarlo, perché? Sono sempre stata altruista, forse per quello che gli ho detto ieri sera.

"Oggi devo pulire una tubatura al sesto piano, poi mettere in ordine la sala feste e pulire tutte le aule, dato che oggi non c'è lezione e i robot-pulizia lasciano sempre un po' di sporco in giro."

Annuisco pensierosa: "Ti aiuto con la sala feste e con le aule, ma non con la tubatura." Ridiamo entrambi. Lui si fa serio tutto a un tratto, mi guarda negli occhi, smetto di ridere. Si avvicina a me e mi prende il viso tra le mani, mi bacia. 'devo rifiutarlo' penso, ma non ci riesco. Lo bacio anche io, infilo le dita tra i suoi capelli e mi metto a cavalcioni sulle sue gambe, solo quando lui fa scendere le mani sui miei fianchi mi ricordo di essere in mutande, apro gli occhi di scatto e mi tolgo da sopra di lui. Torno sotto le coperte.

"Scusa, non volevo." È sinceramente dispiaciuto. Però è stata colpa anche mia, dovevo fermarlo.

"Non scusarti... ti dispiacerebbe andare in camera mia a prendermi dei vestiti."

"Ma certo. Il pin?" chiede. Giusto lui non ha la mia impronta digitale... qual era il pin? Alla fine lo ricordo e glielo dico. Jamie ritorna con dei leggings neri e una maglietta rosa aderente, ha portato anche un reggiseno per fortuna.

Esce dalla stanza e io mi vesto. Quando torna dentro lo ringrazio e gli dico che dovevo andare dai miei amici, perché saranno preoccupati per me, ma sarei tornata dopo per aiutarlo. Jamie mi abbraccia, inaspettatamente ricambio l'abbraccio. Jamie non mi aveva mai abbracciato così, è una cosa molto tenera.

Mi dirigo nel giardino, è una stanza con le pareti piene di piante, in fotografia, qui ci sono panchine per sedersi e alberi finti, c'è un sentiero che si dilunga per tutta la stanza. Ci troviamo sempre qui perché è il posto preferito di Amy. Appena entro vengo invasa dall'odore di foglie, che non so nemmeno se sia davvero questo l'odore delle foglie, mi sono convinta di sì, ma in effetti non ho mai, e mai avrò l'occasione di annusare una vera foglia. Vedo i miei amici, sono seduti su una panchina, li raggiungo e mi siedo con loro.

"Dov'eri finita?" Chiede Amy.

Mi gratto la testa imbarazzata: "Ieri sera Jamie è venuto a sedersi con me e mi ha parlato, poi mi ha chiesto di ballare, quando ho visto che erano quasi le dieci mi ha preso il panico e sono svenuta. 'sta mattina mi sono svegliata nel suo letto, con una sua maglietta addosso e le mutande. Gli ho chiesto cos'era successo mi ha spiegato che dopo che sono svenuta mi ha portato nella sua stanza, tolto il vestito Vittoriano e si è messo a dormire per terra. Poi questa mattina mi ha portato la colazione." Dissi tutto d'un fiato.

"Sei sicura che Jamie non ti abbia fatto del male?" Chiese Simon premuroso. Annuisco: "Ieri, quando mi ha parlato, mi ha chiesto una seconda chance, lui si è fatto spostare nel mio corso per via della mia regola e deve fare tutti i giorni quattro ore di servizi socialmente utili durante questo mese, per poter stare nel nostro corso.

"Ginevra, tu sei pazza, ti ricordi quanto ti ha fatto soffrire?" Mi dice Amy, che è seduta in braccio a Christian.

"Hai ragione, ma mi sembra cambiato..."

"Ginevra, le persone non cambiano mai." Dice Christian secco, non è mai stato il tipo da giri di parole.

"Avete ragione. Niente seconda chance, oggi lo aiuterò a fare dei lavori, perché gliel'ho promesso, poi basta."

"Gi, io ho conosciuto Jamie, non avrebbe mai fatto lavori socialmente utili per nessun motivo, se sta facendo una cosa del genere, è perché ci tiene davvero. Se si è persino messo a dormire per terra e non si è approfittato di te mentre eri incosciente (sempre che tu ne sia sicura), allora credimi, è cambiato." Simon, vede sempre il buono in tutti, proprio come me. Ora sono ancora più confusa.

"Cosa devo fare?" Chiedo e insieme mi rispondono tre cose diverse.

"Avrò capito mezza parola, ripetete uno alla volta per favore."

"Non fidarti." Christian.

"Niente di serio con lui." Amy.

"Prova a vedere come si comporta con te, tu aiutalo, comportati da amica. Se è cambiato lo capirai." Simon.

"Prima mi ha baciata." Dico d'impulso. Simon spalanca gli occhi, mi incita a continuare. "Dovevo fermarlo, ma non ci sono riuscita, quando mi sono staccata lui mi ha chiesto sinceramente scusa."

Simon sta pensando: "È già un passo avanti."

Sorrido: "Spero di non sbagliarmi."

Amy mi guarda: "Poi non ti lamentare se ti dirò che te l'avevo detto quando verrai a piangere da me." So che lo dice solo perché mi vuole bene e non vuole che io soffra. Guardo Christian. "Che vuoi che ti dica? Secondo me non devi fidarti, ma se ci credi davvero allora vai." Sorrido di nuovo, sono fortunata ad avere amici così.

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