Capitolo 2: è bello avere qualcuno che ti aiuta

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L'abito che abbiamo disegnato è per un certo Giovanni, subito dopo pranzo salutiamo i nostri compagni e andiamo nella mia stanza.

"Non sei d'accordo con me? Dovrebbero mettere scale elettriche anche qui."
"Andiamo Gi, un po' di ginnastica non ti fa male."
"Lo dici solo perché tu abiti al terzo piano e devi fare solo due piani per andare in classe." Gli faccio una linguaccia e lui ricambia con un'altra.

Arriviamo al decimo piano ed entriamo nella stanza numero 41, la mia. Le pareti sono rosa, su quella a destra rispetto alla porta c'è un enorme armadio bianco, dove tengo, oltre ai miei vestiti, quelli che realizzo, per poi venderli allo Spaccio. Di fronte all'armadio c'è il mio letto. È matrimoniale, tutti abbiamo letti fatti così, dato che possediamo una camera da soli e non è vietato ospitare qualcuno a dormire, soprattutto nella nostra fascia di età. di fianco al letto c'è un comodino, con due cassetti, dove tengo i libri. Al centro, addossato al muro c'è un tavolo, che spostiamo in mezzo per lavorare. Tiro fuori dall'angolino dietro la porta il manichino che ho ottenuto scambiando un abito rosa con tanto tulle allo Spaccio.

Cominciamo dalle sottogonne, sono meno di quelle di ieri, le posizioniamo sul manichino e poi passiamo alla gonna, poi al corsetto, alle maniche e infine decoriamo. Dato che Simon è più preciso di me, lascio fare a lui i fiori bianchi e rossi sulla gonna. Finiamo che non è nemmeno mezzanotte. È la prima volta che riesco a finire un abito così presto. È bello avere un assistente. Sorrido e lo abbraccio, lui ricambia. "Forza impostiamo il secondo abito, domani lo rifiniamo e impostiamo il terzo e così via... giusto?" Se l'è ricordato, lo guardo e annuisco. Lui sbadiglia, ma prende la stoffa per preparare le sottogonne: Quante sono?" mi chiede. Prendo il tablet, il prossimo è per Valentina, è un abito molto carino, più semplice degli altri.

"Solo due." Mi guarda con gli occhi spalancati come a dire "Mi prendi in giro?" in effetti due sottogonne sono poche, ma alzo le spalle e mi metto al lavoro.

Alle tre e mezza finiamo di cucire il tessuto azzurro. Domani dovremo fare solo i dettagli bianchi e oro e il pizzo sul fondo della gonna.

Sbadiglio, mi dirigo verso il letto e faccio segno a Simon di venire a sdraiarsi anche lui. Appena ci mettiamo sotto le coperte spengo la luce e mi addormento.

La mattina seguente non sono l'unica stravolta, lo siamo tutti. Appena arrivati in classe scorgo Amy con la testa appoggiata sul tavolo e gli occhi chiusi, invece di essere in piedi a parlare con chiunque, Christian è di fianco a lei con due occhiaie che gli arrivano fin sulle guance, le sta accarezzando il braccio in modo affettuoso.

Ci sediamo al tavolo e dico sussurrando per non svegliarla: "Christian che le hai fatto fare?" lui mi guarda e cerca di sorridere: "Abbiamo finito un vestito." Inclino a testa da un lato e accarezzo la testa della mia amica. Lei alza leggermente la testa e mi guarda: "Lasciami dormire ancora cinque minuti per favore." Poi richiude gli occhi.

Mi rivolgo a Christian: "A che ora siete andati a dormire?"

"Alle due e mezza, però questa mattina si è svegliata alle sei, perché aveva male alla pancia, ha detto che era per via del ciclo così le ho preso una coperta in più e le ho massaggiato la pancia, però non è più riuscita ad addormentarsi e adesso dorme."

Quanto può essere dolce quel ragazzo? È un angelo, sono felicissima che stia con Amy, credo che sia la persona migliore che potesse capitarle.

"Lasciamola dormire, oggi toccherà a te disegnare e poi dopo mangiato vi conviene mettervi subito al lavoro, così finirete prima, ovviamente dipende anche dal numero di dettagli dell'abito, però potete farcela." Dico.

Christian mi guarda: "Credo che ci prenderemo un giorno di pausa, abbiamo solo quattro richieste e una l'abbiamo già soddisfatta."

"Perché tu ne hai dieci solo questa settimana e loro ne hanno quattro?" chiede Simon con voce esasperata.

"Perché io sono la migliore." Dico gettandomi i capelli dietro la spalla.

"È vero." Dice Amy, che si è appena svegliata. "Tutti quelli che sono venuti da noi, non sono venuti da te perché non c'era più posto."

"Ci sono altri stilisti in questo corso oltre a noi quattro, gli studenti non possono essere venuti tutti da me." Esclamo.

"Josh ha detto che tutti i suoi compagni di corso, vogliono un abito da te." Dice Simon.

"Simon, io non ho dieci mani per fare cinque abiti contemporaneamente. E se vogliono il loro abito da me dovranno aspettare la settimana prossima. A proposito, lui come lo vuole il vestito? Non mi pare di averlo visto nella mia lista."

"Infatti... lui ha detto che vuole che glielo faccio io, come voglio io. Non so cosa fare. Mi aiuti solo a disegnarlo Gi, per favore." Acconsento. Anche se mi porterà via una mattina intera. "Mettiamoci al lavoro."

"Il suo colore preferito?" Chiedo dopo aver disegnato la base del vestito, Simon ci ha messo mezz'ora a scegliere solo quella, non oso immaginare quanto ci vorrà per decidere i dettagli...

Simon inizia a sfregarsi il mento con la mano, uno sguardo pensieroso sul viso.

"Gli piacciono tutti. Si può fare arcobaleno?" Chiede speranzoso.

"A quei tempi gli abiti era monocolore, la maggior parte delle volte erano colori freddi, tipo nero, azzurro, blu, verde ecc." Dice Amy, che ora si è ripresa dalla stanchezza e sta facendo uno spuntino "tra un disegno e l'altro", come dice lei.

"Mmm, fammi pensare... viola?" Guarda me poi Amy.

"Sì, il viola va bene. Ora torno a disegnare, Chri tocca a te lo spuntino tra un disegno e l'altro." Gli dà un bacio sulla guancia. "Non ho fame." Risponde lui concentrato sul disegno. Amy siede di fianco a lui e comincia a dettare quali dettagli vanno dove, visto che oggi è lei l'assistente e lui l'artista.

Coloro il vestito di un viola spento e Simon inizia a disegnare qualche dettaglio, poi lo cancella, lo ridisegna, lo cancella ancora, finché non mi dice: "Gi, mi proponi i dettagli da fare?"

Allora prendo la pennina e disegno alcuni dettagli sul corsetto, poi riproduco gli stessi dettagli sul fondo della gonna. Simon mi dà un bacio sulla guancia per ringraziarmi, dicendo che così è perfetto.

"Deduco che oggi non avrò un assistente." Dico mettendo il broncio per finta.

"Scusa Gi, devo assolutamente fare questo abito per Josh ci tiene molto e io non intendo deluderlo. Gli sorrido.

Passano i giorni e alla fine della settimana consegno i dieci abiti, finiti. Simon consegna il suo a Josh, che ne è estasiato, tanto che bacia Simon talmente a lungo da lasciarlo senza fiato, Simon si inchina davanti a Josh e gli porge un fiore, chiedendogli di venire alla festa in stile Vittoriano con lui. Poi cominciamo a cucire gli abiti della seconda settimana, successivamente quelli della terza, la lista è sempre piena. Infine arriva la quarta settimana alla fine della quale ci sarà la festa, siamo tutti emozionatissimi. Gli abiti per fortuna sono otto, non dieci e abbiamo tempo per riposarci almeno un giorno prima della festa.

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