2. La classe speciale

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Per prima cosa, Sehvenn decise di andare a parlare con l'ufficiale di polizia del villaggio. Si trattava di un hystricide piuttosto giovane e possedeva solo dei blandi poteri magici, giusto quanto bastava per mantenere l'ordine in quel piccolo centro abitato. L'agente era già stato avvisato che sarebbero arrivati gli alunni di una classe speciale con il loro maestro, però non si aspettava che fossero così giovani. In ogni caso quei tre avevano di sicuro delle abilità molto superiori alle sue, quindi confidava che sarebbero riusciti a trovare il responsabile del furto in tempi ragionevoli.

«Venite, vi porto dove era custodita l'armédée.»

Il luogo in questione era un piccolo tempio posizionato vicino ad un ruscello cristallino, perfettamente in armonia con la natura, e i monaci che lo curavano condussero subito l'agente e i quattro forestieri al deposito dove fino a poco prima era conservata l'arma.

«La tenevamo su questo ripiano,» spiegò il paffuto hystricide indicando lo spazio vuoto su una mensola «era in una scatola su cui avevamo imposto dei sigilli magici per sopprimere l'aura del demone rinchiuso nella spada. Ecco, era una scatola uguale a questa. La prenda, anche se spero che non vi servirà. Ora vi prego di andare, dovete trovarla il prima possibile; tutto quello che possiamo fare io e i miei confratelli, è pregare affinché il ladro non la apra.»

«La troveremo, avete la mia parola.» garantì l'insegnante infilando la scatola d'emergenza nel suo zaino «Rex, chiedi a Riku se riesce a seguire l'odore del ladro.»

Il ragazzino non se lo fece ripetere e creò un portale da cui apparve il piccolo demone alato. Non si trattava di un famiglio particolarmente potente e ormai era abituato a farlo apparire, quindi i suoi occhi neri non cambiarono nemmeno colore. «Riku, ho bisogno che segui la traccia del ladro. Puoi farlo?»

L'animale sollevò il musetto e annusò l'aria con attenzione, quindi emise un versetto e si avviò verso l'uscita, deciso a far fare bella figura al suo evocatore.

Il monaco, fino a quel momento immobile, si accostò all'insegnante. Deglutì. «Emh... maestro Sehvenn... è quello che penso che sia?»

L'uomo sorrise e gli mise una mano sulla spalla. «Non per vantarmi, ma ho gli alunni migliori della loro generazione. Ora mi scuserà, ma abbiamo un'armédée da recuperare. Agente, noi cominceremmo la ricerca.»

«Oh, sì, certo! Se vi servisse qualcosa, non esitate a chiudere.»

«Dai, maestro!» esclamò Nora, che come al solito era piena di energie.

Sehvenn allungò il passo e si riunì al gruppo. Il fatto di essere il responsabile di una delle classi speciali era un grande onore e aveva i suoi vantaggi – ad esempio doveva occuparsi di un numero molto limitato di ragazzi – però era anche una grossa responsabilità perché, una volta diventati adulti, quegli studenti avrebbero giocato sicuramente un ruolo molto importante nella comunità.

«Maestro Sehvenn, quanto è potente l'armédée che è stato rubato?» domandò il terzo alunno. Aveva i capelli-aculei biondi ed era abbastanza alto, il suo fisico era quello atletico di chi fa attività fisica e ai polsi portava delle fascette nere. I tratti netti e precisi del volto suggerivano fosse un po' più grande rispetto ai suoi compagni di classe, e i suoi occhi azzurro intenso rivelavano una sicurezza che sfiorava la supponenza.

«Piuttosto potente, Eden, ma credo che nemmeno i monaci sappiano quanto esattamente.»

«E i sigilli invece?»

«Se il ladro voleva tenere l'armédée per sé, molto probabilmente li avrà già forzati, però lo sai che mi piace essere ottimista.»

«Hai già un piano di riserva?»

L'Erede degli Oblio [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora