4. Ambizione crescente

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Il posseduto continuò a camminare per la foresta, l'armédée serrata fra le dita della mano. La luce verde nei suoi occhi si era spenta, ma questo non aveva affievolito il controllo che l'arma aveva su di lui.

Quello che i monaci non avevano detto – e che probabilmente nemmeno sapevano – era che quella non era solo una spada demoniaca, ma bensì una Spada Infame di Gendarmeria[5], un'armédée di altissimo livello che solo i combattenti più forti e determinati erano in grado di brandire. Forgiate appositamente per l'élite della sanguinaria gendarmeria dell'impero di Haili-Nor, non c'era voluto molto perché si guadagnassero il loro poco nobile soprannome, e, dopo la caduta dell'impero, quasi tutte erano state fatte sparire, diventando armi molto ambite nei mercati neri di mezzo universo, dove non sempre gli acquirenti erano consapevoli del tipo di armédée per cui andavano a spendere cospicue somme di denaro.

Passando di mano in mano, di battaglia il battaglia, diverse Spade Infami di Gendarmeria erano finite su pianeti non spaziali, dove gli indigeni – inconsapevoli della minaccia a cui andavano incontro – finivano presto col soccombere alla brama insaziabile delle armédée, trasformandosi in meri burattini al servizio delle lame che brandivano.

Ora il ladro si stava dirigendo verso una delle zone più fitte ed impervie della selva, là dove era difficile anche solo passare attraverso l'intricato groviglio di rami e cespugli. Nessun hystricide vi si avventurava da anni, forse da decenni, e gli animali selvatici avevano preso pieno possesso della zona: un ulteriore motivo per le persone normali a stare alla larga. Ma tutto questo alla Spada non importava, lei aveva avvertito una fonte di energia in quella direzione, e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ottenerla.

Lo scontro con gli evocatori era stato solo un contrattempo, ora niente avrebbe potuto distrarla dal suo vero obiettivo.

Presto la sua fame di energia sarebbe stata soddisfatta.

***

Sehvenn e i suoi alunni avevano ripreso l'inseguimento, e Riku li stava guidando lungo il sentiero aperto dal posseduto fra la vegetazione sempre più fitta. La pausa era servita per recuperare le forze ed elaborare una strategia, quindi ora si sentivano molto più sicuri.

In particolare Eden, essendo più grande dei suoi due compagni, cercava di dimostrarsi fiducioso e determinato, in modo da essere il punto di riferimento per Rex e Nora. Sapeva di essere un po' presuntuoso, però preferiva mantenere quella sua aria da figo pieno di sé, piuttosto che ammettere le proprie incertezze e le proprie paure: era la sua strategia per riuscire a superarle, ed era fiero di farcela senza l'aiuto di nessuno.

Del resto, pur vivendo in una famiglia benestante che poteva permettersi dei domestici, spesso era da solo e sentiva un po' la mancanza dei genitori: suo padre era quasi sempre occupato con incarichi ufficiali o faccende politiche, mentre sua madre era poco più di un ricordo sfocato, una voce dolce persa nella sua memoria. Era morta, o meglio era stata uccisa, quando era molto piccolo, quindi l'immagine che si creava quando pensava a lei era quella incorniciata di una foto, sorridente ma lontana, impalpabile. Era successo tutto in una notte: la Guerra delle Cinque Nazioni stava ormai finendo, stavano vincendo, ma un demone del clan Shitsunen si era infiltrato in casa loro e le aveva azzannato la gola, lasciandola agonizzante nel letto prima di essere ucciso. E pensare che non era nemmeno un'evocatrice.

Quando aveva saputo che Rex era un evocatore di demoni, aveva sentito riaprirsi quella ferita mai sanata, eppure non lo odiava. In un primo momento la cosa lo aveva stupito, poi però si era detto che sarebbe stato stupido prendersela con lui per qualcosa che i suoi parenti avevano fatto. Parenti che tra l'altro lui non aveva mai nemmeno conosciuto.

Si aggiustò la fascetta che portava al polso sinistro, un gesto che ripeteva tutte le volte che si preparava ad una battaglia seria. Pur essendo l'erede di un clan molto prestigioso, non aveva alcun interesse alla politica, anzi il suo sogno era quello di andare per mare, viaggiare e vivere avventure con una ciurma fortissima. Non poteva mica farsi spaventare dal primo posseduto che incontrava!

L'Erede degli Oblio [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora