Il dolore alla guancia destra era acuto e pulsante, probabilmente anche per l'incredulità che lo accompagnava. Anche sua madre gli aveva tirato qualche schiaffo in passato – quale bambino non combina almeno una marachella di tanto in tanto? – però non ne aveva mai ricevuto uno così forte. E poi perché quella demone l'aveva colpito? D'accordo, forse non era stato molto elegante fissarle la scollatura, però in quel caso la reazione sarebbe stata un tantino eccessiva.
Sentì qualcosa di caldo scorrere sulla pelle ancora dolorante, ma era abbastanza sicuro che non fossero lacrime. Si toccò con una mano e la vide macchiarsi di sangue: non solo il colpo era stato violento, ma gli artigli di lei gli avevano lacerato la pelle, aprendo tre tagli netti e piuttosto profondi.
Guardò la demone per chiedere la ragione di quel gesto, ma gli occhi lilla di lei erano increduli e spaventati, come se avesse appena visto un fantasma. Rex non fece in tempo ad aprire bocca per dirle che stava bene, che la demone rilasciò da sé la propria evocazione e si dissolse.
Il ragazzino rimase imbambolato a fissare il vuoto, incapace di elaborare una reazione a quanto appena successo: aveva appena evocato una demone molto bella che sembrava più una persona che un animale, questa demone era stata in grado di sconfiggere in un attimo un posseduto che aveva steso facilmente Sehvenn, poi lei lo aveva colpito e per finire aveva annullato di sua iniziativa il legame che l'aveva fatta comparire. Di questi quattro eventi, nessuno era coerente con quanto aveva imparato.
«Rex... stai bene?»
La voce del suo insegnante lo riscosse e si voltò. «Sì, sto bene, non è niente.»
Sehvenn si sforzò di tirarsi su e con passo incerto si avvicinò al ladro. Avrebbe voluto dare un'occhiata ai tagli del ragazzino e sincerarsi delle condizioni di Eden e Nora, ma prima doveva mettere al sicuro la pietra arcana. Non poteva rischiare che il fuorilegge rinvenisse e se ne impossessasse di nuovo, e lo stesso valeva per l'armédée.
Per prima avvolse la pietra nella sua giacca in modo da essere sicuro di non toccarla – in realtà non pensava di correre dei rischi in caso di un contatto diretto, ma dopo quanto successo, non aveva nessuna intenzione di mettere alla prova la sorte – dopodiché, sempre stando molto attento a non toccarla direttamente, ripose l'armédée nella scatola coi sigilli che il monaco gli aveva consegnato.
Una volta sistemate le due minacce, utilizzò le sue ultime gocce di energia per evocare uno spettro che sorvegliasse il ladro, a quel punto andò a sincerarsi delle condizioni dei suoi alunni. Per fortuna nessuno di loro era ferito gravemente e dopo un quarto d'ora di riposo furono in grado di rimettersi in marcia per tornare al piccolo villaggio.
Il ladro venne consegnato all'ufficiale di polizia affinché scontasse la sua pena, l'armédée venne restituita al tempio insieme alle raccomandazioni per metterla più al sicuro, per quanto riguarda la pietra arcana invece Sehvenn preferì non rivelare niente a nessuno e la portò con sé lungo il viaggio di ritorno fino a scuola.
L'insegnante si raccomandò ancora una volta con i suoi alunni di mantenere il segreto, quindi li salutò e osservò mentre si allontanavano verso casa. Non appena li ebbe persi di vista, rientrò nell'edificio scolastico e si diresse senza indugio verso l'ufficio del dirigente.
«Hai fatto bene a non dire niente a nessuno, le pietre arcane sono troppo potenti, non è bene che si sappia che c'è n'è una in circolazione.» affermò l'anziano hystricide mentre la osservava. All'apparenza sembrava un comunissimo sasso, forse appena più lucido e spigoloso, ma bastava un minimo di sensibilità magica per accorgersi della differenza. «La metterò in un posto sicuro, dove nessuno potrà trovarla.»
Sehvenn annuì, ma per quanto fosse curioso, non chiese quale fosse quel posto: meno persone sapevano, e meglio era.
«Bene, se non le dispiace, tornerei a casa; ci penserò domani a scrivere il resoconto della missione.»
STAI LEGGENDO
L'Erede degli Oblio [da revisionare]
FantasyNello stato di Hospea il tipo di magia più diffuso è quello degli evocatori, il cui potere si tramanda di generazione in generazione nei vari clan. Ogni clan ha i suoi animali caratteristici, e il suo prestigio è direttamente proporzionale alla forz...