Epilogo

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Un vulcano eruttò in lontananza, sparando verso l'alto una fontana di lava accompagnata da lapilli e da una nuvola di cenere che andò ad intasare ulteriormente il cielo già scuro di pulviscolo. In quel territorio il sole era un alone chiaro nel cielo grigio, quindi l'illuminazione era garantita per buona parte dai fiumi di lava che scorrevano dai crateri, andando a creare dei veri e propri laghi incandescenti dove solo pochissimi demoni erano in grado di sopravvivere.

Un simile ambiente aveva ben poco da invidiare alla classica rappresentazione dell'inferno, ma per Quimera corrispondeva al nome di "casa". Era nata e cresciuta tra eruzioni e terremoti, perfino l'edificio in cui viveva era stato costruito con vari tipi di pietre vulcaniche.

Quando era una bambina, i suoi genitori le avevano fatto visitare diverse volte Marath, un mondo strettamente connesso al suo e popolato da una specie animale evoluta in grado di produrre innumerevoli strumenti utili. Crescendo, le avevano insegnato la tecnica per creare lei stessa dei portali, tuttavia, dopo la loro morte, aveva smesso di visitare Marath, chiudendosi in se stessa e smettendo di cercare altre persone.

Poi però lui l'aveva evocata, e tutto era cambiato. All'inizio Drakuzan le faceva paura – non credeva che qualcuno sarebbe stato in grado di richiamarla – poi però aveva imparato a conoscerlo meglio e se n'era innamorata perdutamente. Avrebbe voluto stare con lui per sempre; perfino quando era scoppiata la guerra, non aveva voluto saperne di abbandonarlo.

Ricordare quel conflitto le strappò come sempre un sorriso amarissimo: le genti di Marath avevano dato inizio a quella faida contro il clan Shitsunen accusandoli di essere degli "evocatori di demoni", e questo senza nemmeno accorgersi che tutti i famigli di qualsiasi clan altro non erano che demoni a loro volta, solo con un aspetto più simile a quello delle creature del loro mondo.

Un sospiro afflitto uscì dalle sue labbra.

Dei colpi la distolsero dai suoi pensieri e i suoi occhi lilla si tinsero di meraviglia: qualcuno aveva bussato?

Lasciò l'apertura nel muro che doveva fungere da finestra e raggiunse la tenda che aveva messo davanti all'entrata per non far entrare i demoni più piccoli. La scostò e con suo grande stupore trovò due persone, un ragazzo e una ragazza, entrambi sulla ventina. La femmina aveva un corpo viola che pareva liquido, tuttavia nessuno dei due era un demone.

«Chi siete? Come avete fatto ad arrivare qui?»

«Io sono Trickster, lei invece è Yanvyra[6].» rispose il giovane. Portava delle cuffie per la musica intorno al collo, ma la padrona di casa – originaria di un mondo piuttosto arretrato – non aveva modo di sapere cosa fossero. «Facciamo parte dell'organizzazione Delta. Tu devi essere Quimera, giusto?»

All'inizio la demone non capì, poi riconobbe i ciondoli a forma di triangolo dei due, e di colpo ricordò. «Voi siete già venuti...» esalò puntandoli con un artiglio «volevate reclutare me e Drakuzan...» Scosse il capo. «Mi spiace, siete arrivati tardi. Drakuzan... Drakuzan è morto anni fa.»

«Purtroppo ho saputo, ma non siamo qui per Drakuzan. Vorremmo che tu insegnassi a Rex Kioku come sfruttare i suoi poteri, sei certamente la persona più adatta. So che non è una scelta facile, anche noi abbiamo perso i nostri compagni e posso immaginare quello che provi, però pensaci, ok?»

«Il nostro obiettivo è quello di ricreare Delta, ma per farlo avremo bisogno di nuovi membri, e Rex è uno dei candidati.» aggiunse Yanvyra.

Quimera appoggiò un pugno sul muro e guardò altrove. «Venite qua, all'improvviso, e mi chiedete di aiutarvi... Voi cos'avete fatto per aiutarci quando ne avevamo bisogno?!» Il grido della demone si perse per le lande scure e i fiumi di lava.

L'Erede degli Oblio [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora