11.Maternità

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Petra si sentiva avvolta da un piacevole tepore

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Petra si sentiva avvolta da un piacevole tepore. Le sembrava di trovarsi sotto un cumulo di pesanti coperte, nonostante sapesse che tutto ciò che la copriva fosse un semplice lenzuolo bianco, unico elemento a celare la sua nudità. Si sentiva così bene, non aveva nessun altro desiderio, se non rimanere stretta a quella dolce e rassicurante sensazione per sempre. Quando mosse impercettibilmente le lunghe ciglia scure, così da cancellare gli ultimi rimasugli di sonno, una porzione di pelle candida entrò nel suo campo visivo; la ragazza sollevò completamente le palpebre, osservando il petto muscoloso sul quale riposava la sua guancia sinistra. Il Capitano Levi giaceva al suo fianco - parte del corpo quasi sotto al suo - ed era profondamente addormentato; un braccio robusto le avvolgeva interamente il fianco, in una stretta ferrea ma allo stesso tempo gentile, mentre la sua gamba era intrecciata a quelle di lui. Approfittò di quel momento di vulnerabilità per scrutare ogni suo tratto: la solita espressione stoica e severa aveva ceduto il posto ad una più rilassata e dalla bocca leggermente socchiusa fuoriuscivano dei respiri lenti e regolari; i timidi raggi del sole mattutino penetravano dall'ampia vetrata della finestra, andandosi a depositare sul corpo dell'uomo assopito e conferendogli un aspetto quasi etereo. Era bellissimo.

Il palmo destro della ramata era delicatamente posato sul suo torace, poco dopo però si mosse, spostandosi lentamente da quella pelle soffice e cosparsa di cicatrici, per poi risalire verso il collo, il mento e la mascella, fino ad adagiarsi sulla sua guancia. Una corta barba ispida le solleticò i polpastrelli (segno che fosse ormai tempo per lui di radersi); non smise di sfiorarlo, però, pronta a dirigersi verso quelle ciocche corvine che tanto le piacevano, quando all'improvviso il suo polso venne afferrato con uno scatto da una mano ferma. Petra sollevò lo sguardo, incontrando quello cristallino e ancora appannato dal sonno del Capitano; non era infastidito, men che meno arrabbiato, anzi, era terribilmente tenero da appena sveglio, con le sopracciglia corrugate e le labbra imbronciate. Sembrava pregarla con gli occhi di continuare ad accarezzarlo.

Non se lo fece ripetere due volte e, dopo essersi liberata dalla sua presa, gli afferrò con delicatezza i capelli neri come l'inchiostro, facendo passare le dita attraverso di essi più e più volte. Levi socchiuse le palpebre, rilassando il corpo e godendosi quelle dolci attenzioni, poi all'improvviso, senza lasciarle il tempo di realizzare, strinse più forte il braccio attorno al suo fianco, portandola con uno slancio a cavalcioni su di lui, mentre lei si lasciava sfuggire un urletto sorpreso.

"Buongiorno, Petra." Sussurrò, affondando il viso nell'incavo del suo collo e aspirando il suo buon profumo di fiori.

Petra arrossí vistosamente, imbarazzata dal suo inaspettato comportamento e - soprattutto - dalla posizione in cui si trovavano adesso. I ricordi della notte passata le tornarono alla mente, facendole sentire estremamente caldo.
"Buongiorno a lei, Capitano." mormorò, cercando di non balbettare come una sciocca.

Lui divenne improvvisamente serio. "Voglio che mi chiami per nome quando siamo da soli, chiaro?"

La ragazza percepí chiaramente il cuore esploderle in petto e non riuscì a nascondere il dolce e gioioso sorriso che si era formato sul suo volto. "D'accordo, Levi." disse, dopodiché si sporse verso le sue labbra, catturandole in un bacio colmo di amore. L'uomo bramava quel contatto dal preciso istante in cui aveva aperto gli occhi, perciò non perse tempo e ricambiò con ardore, lambendo quella bocca con la lingua; strinse forte la carne dei suoi fianchi con le dita, mentre in entrambi si riaccendeva quell'intensa fiamma di passione che li legava indissolubilmente da ormai tempo immemore.

Le stelle rifulgono sinistre - RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora