6.Passione

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"Capitano, mi fa il cavalluccio?" chiese Petra, ridacchiando

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"Capitano, mi fa il cavalluccio?" chiese Petra, ridacchiando.

Era palesemente ubriaca marcia e nel tragitto verso la sua stanza e in braccio a Levi non aveva fatto altro che ridere e fare proposte abbastanza discutibili, come quella che aveva appena pronunciato. Sarebbe stata sicuramente una scena esilarante vedere il Capitano che gattonava trasportandola sulla schiena e, lasciatemelo dire, anche abbastanza fraintendibile. In ogni caso quella non era stata una delle sue richieste più strane, poiché ce n'erano state di peggiori.

"Capitano, non mi piace stare a testa in giú, mi sale il sangue al cervello e inizio a vedere tante luci colorate che non mi fanno capire più niente. Ecco, già le vedo, sono tutte verdi e bluuuu." terminò quella frase insensata con un urletto esaltato.

Levi alzò gli occhi al cielo. Era completamente andata, ma cosa cavolo c'era in quel vino? Finché non l'avesse vista abbassare le palpebre per poi addormentarsi sarebbe rimasto all'erta, onde evitare che combinasse qualche danno irreversibile. In ogni caso decise di dar retta alle parole apparentemente sconnesse della ragazza, cosí con molta delicatezza la tirò su, per poi posarle un braccio sul retro delle ginocchia e l'altro al centro della schiena, dove il vestito le lasciava una porzione di pelle nuda.
Petra sembrò apprezzare quel gesto, non esitando neanche un secondo nel circondare il collo del Capitano con le proprie braccia e accocolandosi nell'incavo della sua clavicola. Il cuore di Levi iniziò a pompare furioso, gli sembrava di aver corso per un chilometro senza potersi mai fermare, il respiro della ragazza gli solleticava l'epidermide e il calore che emanava il suo corpo gli faceva mancare il fiato.

Era tremendamente difficile mantenere il controllo. Sapeva che starle vicino non faceva che peggiorare la situazione ma allo stesso tempo non riusciva a farne a meno, sentiva un'attrazione troppo forte nei suoi confronti. Il muro stava lentamente e inesorabilmente crollando, quel muro che aveva eretto con il tempo e il dolore delle perdite che aveva subito e che aveva iniziato a mostrare delle piccole crepe già dal primo istante in cui le sue iridi fredde si erano scontrate con quelle calde e d'oro fuso della sua sottoposta.

Quando finalmente - dopo tante altre richieste assurde da parte di Petra e altrettanti sbuffi del Capitano - giunsero di fronte alla porta della sua camera da letto, Levi entrò silenziosamente, per poi dirigersi verso il letto della ragazza così da poterla adagiare sopra e darle la possibilità di riposare. Peccato che lei non avesse nessuna intenzione di separarsi da lui, per questo motivo, quando il Capitano si chinò verso il materasso per farla scendere, quella strinse più forte le braccia attorno al suo collo, tirandolo giú con lei.

Spalancò gli occhi sconcertato e per evitare di schiacciare la ragazza con il suo peso piantò le mani fra le lenzuola, tirandosi leggermente su. "Petra, ma che diavolo stai facendo?! Mollami e smettila con questi scherzi." sibilò, agitato.

"Rimani con me."

Quella frase sembrò rimbombare fra le pareti della stanza e nel cuore dell'uomo, che pareva stesse quasi per uscirgli dal petto. Gli aveva dato del tu, non era mai successo in quattro anni che si conoscevano e il tono con cui aveva pronunciato quelle parole non sembrava affatto quello di un'ubriaca... Al contrario, era stato serio e sincero. Cosa significava? Doveva crederle? Sarebbe dovuto rimanere con lei?

Le stelle rifulgono sinistre - RivetraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora