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Presi un profondo respiro, cercando di concentrarmi.

Non pensavo che il mio turno potesse arrivare così in fretta, eppure Mr. Young aveva pronunciato il mio nome -e quello del mio compagno-, non appena i primi due avevano terminato di riscaldarsi sul Ring.

A quanto pare, il nostro allenatore aveva deciso di osservare singolarmente il modo in cui reagivamo all'addestramento.

A testa bassa, superando la fila di persone davanti a me, salii sul ring sotto lo sguardo di tutti.

Onestamente, non avevo la più pallida idea di come si facessero degli addominali, o quanto sforzo richiedesse farne venticinque nel minor tempo possibile.

Non sapevo cosa fosse lo skip sul posto, men che meno gli affondi alle gambe e le flessioni. A giudicare dal sudore e la stanchezza presente sui volti dei due ragazzi che ci avevano preceduto, non doveva proprio trattarsi di una passeggiata.

Loro, però, avevano terminato il tutto nel giro di quattro minuti, realizzando ogni esercizio con velocità e precisione.

Io, invece, non sapevo nemmeno in che modo dovessi posizionarmi sul ring per evitare di picchiare la testa contro le corde.

"Ottimo. Iniziamo dagli addominali. Murray, stenditi a terra, inizi tu! Il tuo compagno ti terrà ferme le caviglie." Spiegò, iniziando a trafficare con il suo cronometro, mentre si portava il fischietto alla bocca.

Corrugai la fronte, stendendomi a terra con la pancia rivolta verso il basso. Cercai di imitare il più possibile ciò che aveva fatto la ragazza prima di me, piegando le gambe e portando le braccia dietro la testa.

Bottom mi afferrò saldamente le caviglie, lanciandomi un'occhiata, facendomi capire che voleva sapere se quel tipo di presa andava bene, o se doveva diminuire la pressione esercitata.

Scossi di poco la testa e lui, immediatamente, distolse lo sguardo. Capii che non doveva proprio essere un novellino quel ragazzo, vista la sicurezza nel suo sguardo e il poco nervosismo presente nei movimenti.

"Ne voglio venticinque nel minor tempo." Dopo quello, fischiò, facendomi capire che il mio tempo era iniziato.

Cominciai a sollevarmi, andando a toccare con i gomiti le mie ginocchia. Ripetei quel gesto per altre dieci volte, prima di cominciare a sentire la fatica e il duro lavoro.

La respirazione non era un problema, ero riuscita a controllarla fin da subito; il bruciore e lo sforzo ai muscoli, però, era un dolore fastidioso.

Non sapevo con precisione quanto tempo ci stessi impiegando, ma quando -nella mia mente- arrivai a contare il diciassettesimo, fui costretta a diminuire la velocità, cominciando a non sopportare più il dolore.

Alla fine, quando Mr. Young fischiò, mi accasciai a terra, sentendo l'addome tirare e rilassarsi dopo quel breve periodo di sforzo.

Piegando la testa all'indietro, lanciai un'occhiata a Mr. Young, il quale stava controllando il tempo sul suo cronometro. "Mh..." borbottò, inarcando un sopracciglio.

Alzò la testa, cercandomi con lo sguardo. Onestamente, non ero ancora riuscita ad alzarmi da terra. Non avevo il fiatone, ma sentivo dolore.

"45 secondi. Mi aspettavo di meno" borbottò ancora, non trattenendosi dal mostrarmi un'espressione lievemente delusa e scocciata.

Mi morsi l'interno guancia, sentendomi davvero imbarazzata e infuriata con me stessa. Certo, per essere la prima volta, 45 secondi non mi sembrava un tempo così orribile, ma non era mia intenzione mostrarmi debole e pronta a mollare davanti al minimo sforzo.

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